Alliccate di cemento e piste ciclabili: truffa continua!

La bicicletta è uno dei veicoli più vantaggiosi che possano esistere: è comoda, non inquina, facilita il traffico e consente di mantenersi in allenamento fisico. Certo non è facile muoversi in una città con essa, laddove mancano le piste ciclabili. A Cosenza “fortunatamente” nelle zone principali e di maggior traffico automobilistico, l’Amministrazione Comunale ha realizzato le corsie riservate ai ciclisti, o per lo meno così viene enunciato, ma i percorsi ciclabili presenti tutto sembrerebbero fuorché ciclopiste. Nel progetto Piazza Bilotti troviamo una serie d’interventi di diversa tipologia: piantumazione di alberi, sotto servizi e asfalto, pedonalizzazione di alcune strade, adeguamento dell’illuminazione pubblica e tra questi, anche, le piste ciclabili.

LE ALLICCATE GIA’ REALIZZATE

Quelle già realizzate ammonterebbero a 970 metri lineari, divisi in 300 ml via Alimena; 190 ml C/so Fera; 290 ml via Simonetta; 160 ml via Tancredi e 30 ml via Misasi. Ottimi numeri se si considera la grandissima percentuale di ciclisti presenti sul nostro territorio che possono percorrere senza alcun rischio e in piena sicurezza su due ruote le strade di Cosenza, dove inesistente, è anche la segnaletica o i semafori per i ciclisti. Diamo una definizione precisa di cosa sia una pista ciclabile: è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. Lo scopo di tali percorsi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli.

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Esistono comunque diverse piste: in sede propria; con separazione ottica/logica (corsie); contigue al marciapiede e ciclo pedonali o promiscue. Quest’ultima sarebbe proprio la pista ciclabile ad interessare Cosenza. Per quanto costituisca una categoria di utenza della strada molto importante, soprattutto in un’ottica di mobilità sostenibile, la ciclabilità è stata oggetto, in passato, di scarsa attenzione da parte della normativa italiana relativa alla mobilità urbana. Da qui la conseguente difficoltà della realizzazione sicura e corretta di questa.

COSA DICE LA LEGGE

Secondo la normativa di ciclabilità della Regione Calabria (Art. 122 Regolam.), la segnaletica va posta all’inizio di un percorso riservato ai pedoni e ciclisti e alla circolazione dei velocipedi. Deve essere ripetuto dopo ogni interruzione o dopo le intersezioni (Art.122 DPR 495/92). Cosa che nella città bruzia non esiste. Secondo la normativa è fondamentale, inoltre, che tutti gli itinerari siano interconnessi tra loro, in modo da costituire una rete continua e facilmente riconoscibile, che copra tutta la rete viaria principale: proprio tale continuità è ormai universalmente considerata come una delle condizioni indispensabili per promuovere un maggior uso della bicicletta. Ma a Cosenza le interruzioni del cosiddetto percorso ciclabile sono numerose. E ancora le piste ciclabili devono avere una pavimentazione di colore differente rispetto a quella delle parti contigue di sede stradale e in aggiunta alla colorazione, devono essere provviste di appositi simboli e scritte orizzontali che ne distinguano l’uso specialistico. Analogamente deve essere segnalato, con apposite frecce direzionali sulla pavimentazione, ogni cambio di direzione della pista (d.m. 557/1999, art. 10, comma 2). Nella maggior parte delle città italiane ed estere il colore identificativo della pista è il rosso, ma nella nostra città è stato scelto il verde, forse il verde speranza di non incorrere, nell’interruzione di pista, in qualche automobilista o in un bus (dato che spesso l’interruzione coincide con la fermata dei bus).

Comunque sia il colore è una scelta ma delle scritte orizzontali e frecce neanche l’ombra. Nulla dunque ci convincerebbe del fatto che quelle presenti nelle strade di Cosenza siano piste ciclabili, ma se il nostro primo cittadino nei suoi numerosi interventi continua a vantarsene, sicuramente ci fidiamo delle sue competenze. Per ora non possiamo che avvisare i ciclisti di fare molta attenzione nel percorrere le presunte piste ciclabili.

Valentina Mollica