Alto Tirreno Cosentino, appalti e massoneria. La procura di Paola fa ricorso per gli arresti di alcuni indagati

Prosegue l’inchiesta su “appalti e massoneria” della Procura di Paola. Il pubblico ministero Maria Francesca Cerchiara ha, infatti, presentato ricorso al Riesame contro la decisione del gip che aveva rigettato la misura cautelare in carcere per alcuni degli indagati.
In questi giorni, i difensori di alcuni di questi indagati hanno ricevuto la notifica della fissazione dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro, prevista per il prossimo 21 dicembre, nella quale accusa e difesa discuteranno appunto del ricorso presentato dalla Procura sulla richiesta delle misure cautelari. Si tratta dell’inchiesta (che si sta sviluppando anche in più fasi) che nei mesi scorsi ha provocato un terremoto sull’Alto Tirreno cosentino.

Le indagini coinvolsero professionisti, assessori e dirigenti comunali della costa tirrenica accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. La Procura di Paola ipotizzò l’esistenza di un cartello di professionisti (alcuni dei quali anche appartenenti a presunte logge massoniche deviate) che avrebbe pilotato importanti appalti pubblici tra la Calabria e la Basilicata. I pm titolari dell’indagine, Maria Francesca Cerchiara e Antonio Lepre, avevano chiesto la misura cautelare anche nei confronti di due assessori comunali di Belvedere, Marco Liporace e Bincenzo Cristofaro e di altri indagati. Il Gip di Paola, Maria Grazia Elia, rigettò la richiesta riconoscendone òa gravità indiziaria ma non le esigenze cautelari. L’operazione di fine giugno era però il seguito del blitz dello scorso gennaio quando i carabinieri della Compagnia di Scalea perquisirono gli uffici comunali, gli uffici della Provincia di Potenza e le abitazioni di 18 professionisti e amministratori. Fonte: Gazzetta del Sud