Amantea, per non dimenticare: ecco come La Rupa e Madame Fifì hanno vinto le ultime elezioni

Nessuno, ma proprio nessuno ha il minimo dubbio rispetto alla matrice “politica” della tragicomica protesta che i “soliti noti” hanno inscenato ad Amantea per l’arrivo di qualche migrante positivo al Covid, peraltro al primo tampone. A fare chiarezza sono stati, già nel pomeriggio di ieri, un nutrito gruppo di cittadini liberi di Amantea (http://www.iacchite.blog/amantea-libera-contro-la-malapolitica-fermate-la-bruno-bossio-qui-ha-interessi-privati/) ma più in generale tutti sappiamo – come scrive anche il collega Claudio Cordova – che “chi si occupa di Calabria sa che ad Amantea c’è una ‘ndrangheta aggressiva e potente: il Comune, all’inizio dell’anno, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Sa anche che, ormai 30 anni fa, è spiaggiata la Jolly Rosso, nave probabilmente carica di scorie e al centro di traffici internazionali di rifiuti radioattivi, che hanno avvelenato anche la Calabria. Non ricordo manifestazioni spontanee contro la ‘ndrangheta o i pezzi dello Stato che hanno inquinato il territorio. Con forza, invece, si manifesta contro il trasferimento di qualche decina di disperati sbarcati e affetti dal Covid: chi è forte con i deboli e debole con i potenti mi fa quasi più schifo di chi è delinquente“. Cordova ha pienamente ragione e noi, per rafforzare il suo concetto, aggiungiamo anche nomi e cognomi. Per non dimenticare. Perché una terra senza memoria è una terra senza futuro.

Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Amantea e le vicissitudini giudiziarie di Franco La Rupa, descrivono uno scenario incredibile. Nel giro di un anno, ben due volte Amantea era salita alla ribalta delle cronache per gli arresti dello stesso Franco La Rupa e di Marcello Socievole e poi di un altro assessore della giunta Pizzino nell’ambito dell’inchiesta Multiservizi. E non si può prescindere allora dall’ ultima disastrosa tornata elettorale dell’11 giugno 2017 che ha proiettato alla poltrona di sindaco di Amantea Mario Pizzino. Ecco cosa pubblicavamo qualche tempo fa, anticipando di un annetto quelli che sarebbero stati gli eventi. 

Nuovo sindaco era stato eletto (appunto) Mario Pizzino, stimato pr­ofessionista della città di Amantea, supportato da Robert Aloisio, espo­nente del movimento politico “La Calabria che vuoi” che fa riferimento al co­nsigliere regionale prima “ripescato” e adesso rieletto con grandi numeri Gianluca Gallo, espressione dell’UDC prima e di Forza Italia adesso.

Aloisio era quotato come ipotetico cand­idato a sindaco ad Amantea, il suo passo indietro a favore di Pizzino è stato un segnale di apertura verso alt­ri gruppi pronti ad entrare nel progetto politico, un po’ come a dire “Ecco Mario Pizzino, il candida­to di superamento”.
Mario Pizzino è molto attivo in città anche nell’associazionismo, infatti è presidente dell’associazione Spirito Libero, ed è stato supportato pure da Fulvio Chilel­li e da altri sogge­tti impegnati nella composizione della lista, composta da bu­oni portatori di vot­i.

Ma ecco una spietata “fotografia” della campagna elettorale di Amantea.

Com’era ampiamente prevedibile si è andati al voto come in una normale competizione. Del dissesto non si è fatto cenno, o meglio, il dissesto non esisteva nei dialoghi correnti tra la gente. Quasi nessuno ne ha parlato, né candidati, né elettori, né intellettuali, né professionisti, né operai, un po’ solo chi le tasse le ha sempre pagate. Un diffuso e stratificato torpore in proposito, ma presto spunterà lavanga dalla punta d’oro all’incontrario e tanti se ne renderanno conto.
E’ una cosa pazzesca questa assenza di coscienza sulla situazione cittadina, forse perché troppi si sentono colpevoli. Emergeva, in modo apprezzabile, un distacco che faceva pensare a non voto, bianche, nulle, ma alla fine non è stato certo tale da creare sconvolgimenti.

Nella tornata elettorale si sono misurate tre liste ufficiali più una ombra.
Le tre ufficiali hanno fatto capo a Francesca Menichino (M5S), Mario Pizzino (centrista), Tommaso Signorelli (altra lista di centro) e quella ombra raggruppa persone abituali del “tavolo delle carte” che questa volta siedono al fianco dei giocatori con il vantaggio di guardare le carte di chi si confronta. E’ certo che la lista ombra abbia determinato il vincitore.

Franco La Rupa

Per quei pochi che non lo avessero capito, l’uomo ombra è Franco La Rupa, ex consigliere regionale ed ex sindaco, immarcescibile personaggio della politica cosentina, sempre alla ricerca del potere e con le mani in pasta. Attualmente in combutta con l’ala del PD che fa capo a Madame Fifì, da sempre in ottimi rapporti con chi viene dall’UDC (tanto lo sanno tutti che centrodestra e centrosinistra qui da noi è l’identica cosa…). La presenza in lista di Enzo Giacco segretario cittadino – risultato tra gli eletti e considerato vicinissimo agli esponenti cosentini del Pd – conferma come Amantea resti un caposaldo di Capu i liuni e Madame Fifì consorte, in cui tra l’altro la coppia ha una residenza.

Ed ecco che cos’è quest’accozzaglia di gente che ha formato la…

Lista “Azzurra” – Mario Pizzino

Le liste elettorali sono espressioni di partiti/movimenti politici, o di raggruppamenti d’aree d’influenza, o di corporazioni, o di realtà territoriali, comunque di una sinergia di varie componenti. Questa lista, invece, ha semplificato la gestazione ed è nata addirittura da unico genitore ermafrodita.
Trattandosi di figura in grado di catalizzare vari impulsi economico-sociali non gli è stato difficile elencare tanti desiderosi di varcare l’Empireo.
Una lista fatta di soggetti in buona parte abituali del cimento elettorale che storicamente hanno raccolto suffragi significativi. Ad essi sono stati aggregati elementi potenzialmente di buona portata. Picchi di preferenze si sono verificati a Campora dove ci sono stati i più votati della lista.
Per la prima volta capita che la parte consistente della maggioranza uscente non è candidata. Non è credibile che stiano alla finestra e sono questi che graviteranno nella lista ombra.
Nella lista “Azzurra”, quindi, è confluita buona parte dei voti della lista ombra, di corpose associazioni cittadine e di nuovi segmenti lavorativi che ambiscono a fare imprenditoria “facilitata”.

La presenza di esponenti PD ha prodotto un ovvio apporto; speriamo che il consigliere d’area PD (assessore-ombra) durante i consigli comunali non si confonda chiamando compagni quelli che gli stanno intorno, questo proprio no.
Da tempo, viste le vacche magre degli ultimi anni, in tanti attendevano il deus ex machina generatore ermafrodita della lista che, anche in condizioni di possibili tuoni lampi fulmini e saette, apporterà sostanza.

Una volta entrati nel governo della città, le cose prenderanno la loro consistenza. Il sindaco Pizzino, deciso e accettato dai suoi nei minuti di recupero, non troverà la mucca dalle grandi mammelle che ha determinato il modus operandi amministrativo del passato. Le grandi carenze finanziarie e il soffocante dissesto richiederanno accortezze mai maturate negli scranni amanteani.

Essere un brillante e preparato commissario straordinario è cosa meritevole assai, essere sindaco di un comune dissestato è altra cosa, esattamente la differenza che c’è tra un curatore fallimentare a tempo ed un imprenditore permanente. Ciò non toglie che il “pittore”, una volta eletto, potrebbe rivelarsi maestro… il problema è che tavolozza, colori e pennelli potrebbero essere inutilizzabili…

Non è prevedibile se questa maggioranza durerà tutto il tempo, è certo che sarà un periodo di obbligata inedia che lascerà al passo le ambizioni cittadine.
In tanti dicono che si potrebbe correre il rischio di avere un sindaco effettivo (La Rupa) e uno che fa il pupazzo (Pizzino), e oggi il sospetto è più che mai fondato…

Il programma elettorale? E che gli vuoi dire? Manca solo la caduta della manna dal cielo per le famiglie bisognose che vivono nelle campagne e la moltiplicazione dei pani e dei pesci per quelli del centro (Gesù con 5 pani e 2 pesci ha sfamato cinquemila uomini, ma Mario Pizzino o chi per lui farà meglio…).

Bene, anzi molto male… E’ passato un po’ di tempo ma alla fine è stata tolta la maschera a tutti ed è stato annullato il teatrino delle ultime elezioni, contro il quale nessuno ha mai agitato manifestazioni… E già si preannuncia la “nuova” campagna elettorale, che naturalmente non sarà “nuova” proprio per niente e vedrà protagonisti ancora i “soliti noti” con una maschera “nuova”. Scommettiamo?