Amantea, Comune sciolto per mafia. Gli 821 (!) immobili in costruzione e il grande affare “Home Care-Servizi sociali”

Da sinistra: la cameriera 1 di Madame Fifì, Lei medesima, Palla Palla e la sindaca di Amantea

Continuiamo il nostro appuntamento con l’approfondimento delle motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Comune di Amantea per accertati condizionamenti criminali. In questi giorni Amantea è balzata alla grandissima ribalta della cronaca per le questioni riguardanti i migranti positivi al Covid e per le proteste “pilotate” dagli stessi politici protagonisti delle vicende di cui scriviamo. Ma naturalmente di queste vicende gravissime non ne scrive nessuno. Tranne noi. Siamo arrivati alla pubblicazione della relazione del prefetto rispetto alla grave situazione del comune tirrenico. E dopo l’analisi del rapporto tra Franco La Rupa e Tommaso Signorelli (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-la-relazione-del-prefetto/), emergono ancora tante altre vicende, contrappuntate dagli OMISSIS che la gente di Amantea (e non solo) sa collegare benissimo a volti, nomi e cognomi. Ci siamo occupati di alcuni soggetti che hanno fatto parte dell’ultima giunta comunale (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-i-campioni-della-giunta-pizzino/). E di scrutatori e di interdittive antimafia (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-scrutatori-e-interdittive-antimafia/). Poi ci siamo occupati di una ditta vicina al clan di Nocera e Falerna,  della “geografia” dei dipendenti comunali delle cosche e delle grossolane omissioni dell’ente (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-la-ditta-del-clan-di-falerna-e-i-dipendenti-comunali-delle-cosche/). E oggi è arrivato il momento degli 821 (!!!) immobili in fase di costruzione e soprattutto dell’affaire “Home Care Premium”.

Si tratta di un progetto gestito da Amantea quale Comune capofila di un “Ambito Territoriale Sociale” che ricomprende altri 8 Comuni e che si inserisce nel campo delle erogazioni di prestazioni sociali in favore dei dipendenti e dei pensionati pubblici non autosufficienti e dei loro familiari. A questo punto, seguiamo la traccia della relazione ma – almeno per questo punto – siamo in grado di andare oltre i “soliti” omissis e di inserire nomi e cognomi.

Nell’anno 2015 la Giunta municipale guidata dal sindaco del Pd Monica Sabatino, espressione diretta della solita Madame Fifì e del solito La Rupa, nominò responsabile del progetto Mario Aloe e designò – senza alcun preventivo interpello del personale dell’Ente – come componenti dello “sportello sociale”, oltre allo stesso Aloe, Rosa Currenti, Salvatore Aloe e una persona scomparsa poco tempo dopo della quale non faremo il nome per rispettarne la memoria.

Mario Aloe esce di scena nel 2017 e, dopo alcuni avvicendamenti nel ruolo di responsabile del progetto da lui rivestito, si è giunti al conferimento dell’incarico non al settore “Servizi sociali”, dove secondo il criterio di distribuzione delle competenze amministrative per materia tale gestione doveva trovare collocazione, bensì a Giancarlo Socievole, fratello di Marcello, eletto consigliere comunale di maggioranza e destinatario, il 21 luglio del 2017, unitamente al più volte citato Franco La Rupa, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Paola per “voto di scambio in concorso” e “tentata estorsione aggravata in concorso” commessi in occasione della campagna elettorale per le elezioni amministrative dell’11 giugno 2017.

In sede di controllo della spesa derivante dall’attuazione del progetto sono stati mossi rilievi estremamente pesanti da parte dell’Inps, peraltro preceduti da una missiva dei sindaci “d’Ambito” con la quale si denunciava “che il responsabile dell’Home Care Premium ha liquidato a 3 persone somme talmente elevate che appaiono, anzi sono fuori da ogni criterio di ragionevolezza prima ancora che fuori da ogni plausibile giustificazione e non rispondenti a nessun parametro o istituto retributivo di nessun dipendente pubblico”.

Autore delle contestate “determine di liquidazione” a favore di dipendenti del Comune di Amantea, in effetti, era stato quel responsabile del progetto, prima Mario Aloe e poi dal 2017 Giancarlo Socievole, incaricati della trattazione della specifica materia dal sindaco Sabatino, nonostante fossero privi della responsabilità del settore “Servizi sociali”.

Per una migliore comprensione delle dimensioni dell’affare, pubblichiamo lo stralcio di una determina relativa alla liquidazione di un trimestre a favore di una dei tre beneficiari dei pagamenti. 

Si parla, dunque, di circa 6mila euro a trimestre (2mila euro al mese) che questi signori hanno incassato per 4 anni e mezzo. Tenendo conto che si tratta di circa 24mila all’anno, moltiplichiamoli per 4 anni e mezzo e per quattro/cinque persone e arriviamo ad una cifra (oltre 400mila euro!!!) che – come giustamente si sottolinea nella relazione del prefetto – è veramente uno schiaffo alla miseria in tutti i sensi, perché si tratta di “Servizi sociali”. Della serie: rubare i soldi del poveri per darli ai… ricchi!

Mario Aloe era un componente dei quattro insieme a Rosa Currenti, Salvatore Aloe (parente alla lontana di Mario) e al defunto del quale non facciamo il nome.
Poi, vista la situazione ingarbugliata; Mario Aloe, che in sostanza liquidava soldi a se stesso, si è dimesso e nel ruolo di responsabilità lo ha sostituito Socievole nel 2017.
Nel frattempo componenti dell’ufficio rimasero Salvatore Aloe e Rosa Currenti insieme ad altri due impiegati.

L’accordo tra Comune di Amantea e Inps, inoltre – fa presente la Commissione d’accesso – prevede che “… l’Ente convenzionato provveda all’erogazione delle prestazioni integrative consistenti in servizi di assistenza alla persona… attivabili in forma diretta dai cittadini beneficiari con cooperative sociali/consorzi di cooperative sociali e a tutti i soggetti del terzo settore, preventivamente accreditate da parte dell’Ambito…”.

Ne è derivato un pubblico bando per raccogliere le adesioni di cooperative sociali, affidando ad apposita Commissione comunale il riscontro dei requisiti. Ma sulle cooperative va aperto un capitolo a parte.

6 – (continua)