Amantea, confisca per 500mila euro a imprenditore agli arresti domiciliari

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione relativo ad serie di cespiti riconducibili a un imprenditore 45enne, di Amantea, Giuseppe Suriano, attualmente agli arresti domiciliari, condannato per estorsione aggravata, partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e concorso nel tentativo di importazione di sostanza stupefacente.

Suriano è ritenuto appartenente all’associazione di tipo mafioso riconducibile a Tommaso Gentile operante ad Amantea in particolare) in collegamento con altri gruppi ‘ndranghetistici.
Suriano, coinvolto nel 2007 nell’operazione “Nepetia”, viene descritto nei relativi atti “come imprenditore con rilevanti interessi economici nel territorio del Basso Tirreno Cosentino e soggetto di notevole importanza nell’ambito della consorteria criminale di riferimento“. Già nel 2019 i suoi beni erano stati sequestrati. Oggi è arrivata la confisca.

Nel dettaglio, il Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione, condividendo le argomentazioni e gli esiti degli accertamenti patrimoniali prospettati dalla Sezione Operativa D.I.A. competente, ha formulato un giudizio di pericolosità sociale qualificata nei confronti del soggetto in considerazione del “… duraturo e costante contributo offerto dal proposto alla compagine associativa, valutato unitamente alla resistenza del gruppo criminale nel lungo periodo nonché al mancato riscontro, nell’intervallo temporale sinora intercorso, da parte del proposto di comportamenti denotanti l’abbandono delle logiche criminali in precedenza condivise, a parere del Collegio conforta adeguatamente l’affermazione di persistente attualità del vincolo.. …”, imponendo la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata massima pari ad anni cinque.

Muovendo dalla puntuale ricostruzione contabile offerta dagli investigatori, da cui è emersa una rilevante sproporzione tra beni individuati e redditi dichiarati, il Tribunale di Catanzaro  – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto la confisca del patrimonio del proposto, per un valore di 500mila euro.

Il risultato operativo conseguito dalla D.I.A. si inquadra in un più vasto e complesso progetto da tempo avviato e coordinato dalla Direzione Investigativa Antimafia che, attraverso una mirata azione di intelligence, mira all’aggressione dei patrimoni delle organizzazioni criminali calabresi ritenute tra le più pervasive ed opprimenti il tessuto socio economico.