Arpacal: un affare per politica, ‘ndrangheta, magistrati corrotti e servizi segreti

L’ambiente in Calabria è un affare per la politica e la criminalità organizzata e, tanto per non farci mancare nulla, si realizza con la complicità di alcuni magistrati in combutta con alcuni componenti dei servizi segreti.

Non vogliamo fare un affronto o tantomeno criticare il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ma purtroppo siamo costretti a contraddirlo in merito a quanto dichiarato qualche anno fa e che ormai lui stesso deve aver capito ovvero che le “gravi condizioni in cui versa l’ambiente della Calabria non sono legate alla criminalità organizzata”. Oggi più che mai anche Gratteri, col passare degli anni, deve essersi convinto che purtroppo non è così. 

Per giungere a quelle conclusioni sbagliate, il procuratore Gratteri evidentemente non era stato portato a conoscenza dai suoi collaboratori di una serie di esposti giunti alla procura della Repubblica di Catanzaro sulla materia ambientale e in particolare sui “mancati controlli” che in Calabria sono più assenti del resto d’Europa. Nel mirino l’Arpacal ovvero l’Agenzia della Regione Calabria per la “protezione” dell’ambiente.

gratteri seduto Infatti il mancato rispetto dell’ambiente agli occhi della gente sembrerebbe una cosa ordinaria in questa regione dove le cose pubbliche non vanno bene, quindi potrebbe essere ascritta alla responsabilità di una disorganizzazione casuale delle cose e non ad una scientifica organizzazione dell’inefficienza come invece risulta abbondantemente documentato.

Ma vediamo subito cosa dicono le carte che il procuratore Gratteri non conosce e per le quali la procura di Salerno (competente per i reati della procura di Catanzaro) ha aperto ormai da anni un fascicolo delegando la Guardia di Finanza ad eseguire le indagini.

Tra i responsabili principali di queste indagini troviamo la procura di Catanzaro perché attraverso una serie di lungaggini dovute principalmente ad errori di notifiche ovvero ad azioni similari, ha fatto in modo di  portare a prescrizione alcuni procedimenti, allungando i termini e facendo presagire che per i reati non ancora prescritti si arriverà alla stessa conclusione.

  1. 1-  Concorso pubblico per il ruolo di dirigente amministrativo – reati vari tra i quali falso in atto pubblico, abuso d’atti d’ufficio, appropriazione indebita, ecc.

Il pubblico ministero Domenico Guarascio ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli undici indagati nell’inchiesta sulla gestione dell’Arpacal negli anni precedenti al 2010. Il pm è intervenuto nel corso dell’udienza preliminare a Catanzaro ed ha ripercorso le fasi dell’inchiesta. L’intervento dell’accusa si è poi concluso con la richiesta di mandare tutti a processo.

Antonio Scalzo
Antonio Scalzo

Gli indagati sono l’ex assessore regionale all’ambiente, Diego Tommasi; il direttore scientifico dell’Arpacal ed attuale consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo; l’ex direttore generale vicario dell’assessorato all’ambiente, Giuseppe Graziano altrimenti detto il Generale; l’ex commissario dell’Arpacal, Domenico Lemma; l’ex direttore amministrativo, Luigi Luciano Rossi; Francesco Caparello, Pietro De Sensi, Giuseppe Giuliano, Vincenzo Mollace, Francesco Nicolace e Silvia Romano.

Le indagini hanno avuto inizio dopo una serie di esposti relativi al concorso pubblico per dirigente amministrativo dell’Arpacal ed al conferimento dell’incarico di responsabile di struttura semplice avvenuti nel 2008. Il 20 dicembre del 2012 i militari della Guardia di finanza ed il personale del nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) avevano sequestrato ad alcuni degli indagati la somma complessiva di 500 mila euro.

2 – Stabilizzazione di una task force –   reato di  “abuso d’ufficio” –

Giuseppe Graziano
Giuseppe Graziano

Sono finiti sotto processo l’ex presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo, già ex direttore scientifico dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente oggi consigliere regionale di maggioranza insieme a  Giuseppe Graziano, ex dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione e oggi consigliere regionale; Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal; Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale; Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal; Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal; Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione ed in seguito direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.

3 –  Appalto irregolare all’Agenzia per la protezione all’Ambiente relativo all’acquisto di un’immobile a Castrolibero –

Per il reato di abuso di ufficio sono finiti sotto accusa l’ex direttore amministrativo Arpacal Stefania Domenica Polimeni, Sabrina Maria Rita Santagati, ex commissario e direttore generale, dell’ente, Valeria Castracane, allora dirigente del settore esterno al Dipartimento programmazione della Regione Calabria e Francesco Italiano dirigente Arpacal.

Ecco, sulla base di questi procedimenti, dei quali hanno scritto e parlato anche i media nel corso degli anni, sono emerse connivenze e rallentamenti che hanno dell’incredibile e che porteremo presto – per l’ennesima volta… – alla vostra attenzione.

1 – (continua)