Arresto Patitucci, ora l’accusa è di porto d’arma clandestina

Francesco Patitucci (foto Cn24tv)

Il 20 febbraio scorso, in viale Cosmai, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rende hanno arrestato il 54enne Francesco Patitucci, già condannato per associazione mafiosa perché ritenuto appartenente al clan Ruà-Lanzino.

“… Patitucci – si legge in un comunicato diffuso poche ore fa -, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, era stato trovato in possesso di una pistola (della North American Arms), un modello Long Rifle cal. 22, con 5 cartucce mentre era alla guidasenza patente perché revocatagli, di una Toyota appartenente a G.G., 29enne di Paola.

Il 54enne, dopo l’arresto è stato trasferito nella casa circondariale di Cosenza su disposizione del magistrato Domenico Frascino. Ed era accusato di porto abusivo di arma comune da sparo e violazioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Durante le indagini seguite al suo arresto, i militari hanno però accertato che la pistola è da considerarsi arma clandestina, in quanto priva del punzone del banco di prova di Gardone Val Trompia. Pertanto verrà contestato il reato più grave, cioè di porto d’arma clandestina, punito con la reclusione da due a otto anni con l’aggravante di aver commesso il fatto come sorvegliato speciale”.

Una sorta di correzione di tiro da parte della procura di Cosenza, che evidentemente avrà capito dalle reazioni dell’ambiente che l’arresto di Patitucci per il possesso di una pistola di piccolissimo calibro non era molto credibile… Da qui questo nuovo comunicato.