ASP, l’arbitrato di fine anno: 40mila a Morcavallo e 24mila a Paolini e all’avvocato del Cinghiale

All’ASP di Cosenza gli arbitrati non finiscono… mai.

Anche in chiusura d’anno i “soliti noti” hanno colpito ancora ma stavolta non hanno curato gli interessi dei soliti imprenditori delle cliniche private ma si sono concentrati sui laboratori d’analisi privati. Un’altra splendida operazione che, come documentiamo e come potete vedere tranquillamente anche nell’albo pretorio dell’ASP, ha portato soldi freschi ai soliti papponi.

A formare il collegio arbitrale i “principi” indiscussi del foro di Cosenza, vale a dire Oreste Morcavallo (presidente) e poi Enzo Paolini e Giovanni Spataro (ovviamente molto graditi al Cinghiale, nella funzione di componenti).

Alla fine della giostra, un folto gruppo di laboratori d’analisi (sei per la precisione: Bilotta, Ricci, Biocontrol, Miceli, Politano-Loizzo e Perugini), convinti da questi marpioni a ricorrere all’arbitrato, otterranno la loro parte ma ciò che grida vendetta, come al solito, sono le cifre che andranno a mettere nelle loro rispettive cassaforti gli avvocati di cui sopra.

Oreste Morcavallo

Morcavallo si papperà 40mila euro. Noi ci auguriamo vivamente che qualcuno vicino all’Agenzia delle Entrate legga quello che scriviamo e gliene chieda conto perché tutti sanno che il “barone” evade il fisco per milioni di euro.

Paolini, quello che a parole ciancia di sanità pubblica e poi si riempie il portafogli con questi “giochini”, si papperà 24mila euro.

Spataro, infine, ormai assurto al rango dei pià esperti, si beccherà anche lui 24mila euro. Questo avvocato, di stretta osservanza cinghialesca, insieme a Siciliano, difende i colonnelli di Tonino Gentile (Scarpelli e Perri) nella delicata vicenda dei falsi precari all’ASP e c’è chi dice che, poiché non può azzardarsi a chiedere l’onorario, venga pagato così, sottobanco, dal suo padrino politico.

E così circa 90mila euro se ne andranno per questi papponi e altri 60mila euro circa se li divideranno i laboratori di analisi. E tutto questo avviene tranquillamente, proprio mentre (a chiacchiere) ci dicono che la Finanza indaga e mentre i giornalisti al soldo del ministro dell’Interno e dello stesso Cinghiale fanno finta di “denunciare” questo schifo.

Ricapitolando: 150 mila euro per un arbitrato “aumm aumm” come direbbero i napolertani. Mario Spagnuolo e quella sgallettata della Manzini lo sanno? E che dice la Ferrentino, oltre a farsi trasferire il marito medico dal direttore generale dell’ASP?
C’è qualcuno non compromesso in Calabria che possa rivolgersi al Csm e chiedere perché Tonino Gentile non venga inquisito come sarebbe logico in uno stato di diritto?
E mentre noi ci affatichiamo a denunciare (davvero, non come i giornalisti di Minniti e del Cinghiale), questa gentaglia si sta mangiando la sanità pubblica e la sanità privata, con il concorso di avvocati e giudici corrotti.
Complimenti a tutti.