Autobomba a Limbadi, il Comune commissariato sarà parte civile

Il fermo immagine tratto dal Tg1 mostra vigili del fuoco e inquirenti sul luogo dove un uomo di 42 anni, Matteo Vinci, è morto a Limbadi, nel Vibonese, nello scoppio dell'auto che stava guidando, 09 aprile 2018. Ferito gravemente il padre di Vinci, Francesco, di 70 anni. L'ipotesi che viene fatta dai carabinieri è che a provocare lo scoppio sia stata una bomba collocata nel vano portabagagli della vettura. ANSA/FERMO IMMAGINE TG1

Via libera della Commissione straordinaria, alla guida del Comune di Limbadi – dopo lo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni mafiose – al conferimento di una procura speciale all’avvocato Giulio Ceravolo per la costituzione di parte civile nel processo per l’autobomba che dilaniò Matteo Vinci a Limbadi il 9 aprile 2018.

Una deliberazione che giunge a processo già aperto (dal 17 settembre dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro che ora dovrà valutare l’ammissibilità quale parte civile del Comune) nella quale i commissari scrivono di avere già condannato il grave atto criminale e l’impegno e la convinzione “a svolgere quanto di competenza per la costituzione in giudizio del Comune di Limbadi, a testimonianza della sicura vicinanza ai parenti della vittima ed a tutela dell’immagine della comunità locale” e per cui all’udienza del prossimo 14 ottobre è stato dato mandato al legale di intervenire.

Processo per cui aveva alzato la voce la madre del giovane biologo, Sara Scarpulla che proprio insieme al legale Giuseppe De Pace aveva denunciato l’isolamento in cui erano stati lasciati, considerato che non era stata presentata alcuna richiesta di costituzione di parti civili da parte di enti ed associazioni.E proprio nella prima udienza lo scorso 17 settembre la signora Scarpulla aveva voluto sottolineare: