“Basso profilo”. Il “principino” e Glenda Giglio: una storia d’amore e di mafia

Nelle 422 pagine dell’ordinanza dell’operazione “Basso profilo” (o “Profilo basso”) messa a segno dalla Dda di Catanzaro poco più di due anni fa (21 gennaio 2021) c’è la fotografia della deriva morale della Calabria. E non a caso la figura-chiave di questa inchiesta è un imprenditore rampante chiaramente intraneo al sistema delle cosche ma anche a quello dello stato deviato, visto che può contare sul sostegno di un luogotenente della Finanza e di un maresciallo dei carabinieri. E naturalmente sui soliti politici corrotti sempre a caccia di voti e di visibilità. Ma procediamo con ordine e partiamo dal primo dato: l’imprenditore rampante ovvero il “principino” Antonio Gallo ha un punto debole che lo mette kappaò nonostante predichi il “profilo basso” ed è ‘u pilu… come direbbe Cetto Laqualunque ovvero un’amante… 

… In primis va rilevata la condotta del Gallo a seguito dell’operazione Borderland. Nell’ambito dell’inchiesta il “principino” veniva coinvolto quale riciclatore dei proventi della cosca Trapasso… e in tale contesto, caratterizzato dal crescere della paura che potesse disvelarsi tutto il retroscena, ben più ricco di quanto emerso all’alba di Borderland, il Gallo iniziava a dispiegare le sue risorse. L’indagato, infatti, prendeva contatti con esponenti delle forze dell’ordine, quali il maresciallo dei carabinieri Antonello Formica e il luogotenente della Guardia di Finanza Ercole D’Alessandro, altra figura cardine di questa operazione. Il motivo del contatto risiedeva nel cercare di reperire informazioni sullo stato delle indagini a suo carico in anticipo, così da poter contenere i rischi.

Nel corso di una conversazione con il Formica il Gallo ammetteva di avere rapporti con Carmine Falcone (appartenente alla cosca Mannolo-Trapasso-Falcone-Zoffreo) e tale dato trova riscontro nell’esame del numero dei contatti del “principino” con Falcone o familiari o soggetti gravitanti intorno a lui, e con i Trapasso, che risultano infatti numerosi.

La sussistenza e l’importanza dei rapporti con questi soggetti vengono non solo ammesse ma addirittura decantate dal Gallo nel corso di una conversazione con Glenda Giglio (ormai ex presidente di Confindustria Giovani Crotone), allorquando parlava espressamente del suo rapporto con Nicolino Grande Aracri e Carmine Arena.

GALLO: Gli facevi un baffo sia a Nicolino e sia alla buonanima di Carminuzzo…

GLENDA: Però li conosci tutti eh… in malandrineria…

GALLO: Guarda, tu non hai capito una cosa… allora c’erano due persone che stravedevano per me… uno era (si sente il suono di una mano che batte sull’altra, a significare Mani di Gomma, alias di Nicolino Grande Aracri, ndr)… quello là… e l’altro era la buonanima di Carminuzzu Arena.

Il boss Nicolino Grande Aracri

Sulla veridicità della conversazione non si ritiene di dubitare, sia per la terminologia usata, sia per il tipo di rapporto sussistente tra il Gallo e la Giglio. I due infatti sono amanti, e tale relazione risulta chiaramente dalle intercettazioni, essendo stati captati anche dialoghi di natura sentimentale e sessuale. Non solo il rapporto sentimentale tra i due, ma anche quello di “affari” e i riferimenti al padre della Giglio, Gennaro Giglio, detto Rino, rendono il tipo di confidenza fatta dall’uomo alla sua amante del tutto attendibile e scevra di qualsivoglia millanteria…

Nella conversazione del 15 settembre 2017 tra il “principino” e la Giglio, i due nominavano il Gigliotta, Mister centomila, e i suoi affari con i Trapasso (trasferimenti di somme di 100mila euro da cui deriva il suo pseudonimo), per poi il Gallo decantare la sua capacità di agire senza farsi scoprire. In particolare, il Gallo si vantava di come fosse riuscito a dare il suo contributo alle attività della consorteria (ad esempio gestendo qualche azienda per conto della cosca Trapasso) riuscendo al contempo a restare illeso da azioni giudiziarie mantenendo appunto un profilo basso e limitando, anzi annullando, la vita mondana per non attirare l’attenzione a differenza di altri.

GALLO: “No, perché tutti mi dicono che tiro (cocaina, ndr) perché faccio dei ritmi… ma io non tiro, ma la sai qual è la mia rabbia? Questi cornuti qua hanno saputo pure a Verona, perché c’hanno un’azienda, io lavoravo, gli curavo gli acquisti, hanno visto che io andavo a lavorare, sti bastardi venivano e andavano nei night la sera, io non andavo mai nei night… io mi sono salvato per questo, perché io non ho frequentato mai i night, facevo capannone-casa, casa-capannone… e questi bastardi venivano al capannone… tra cui un amico di Natale (Figorilli, marito di Glenda Giglio, ndr), pure un certo Turi Cappa, non so se lo conosci…”.

GIGLIO: “Sì, lo conosco!”

GALLO: “Lo conosci Turi Cappa! Era sotto controllo… oh… quindi veniva Tommaso, veniva Pasquale, andavano al night e io non uscivo apposta”.

Merita attenzione un ulteriore passaggio in cui il Gallo riconosceva di aver corso pesanti rischi in occasioni precedenti: “io l’unica parte che mi potevano incastrare e non mi hanno incastrato in vita mia è stato con Nicolino, con Mani di Gomma… con lui avevo un rapporto stretto ma non facevo niente, non è che io facevo lo ‘ndranghetista, rompevo i coglioni alla gente”… Tale frammento racchiude una forte carica indiziaria poiché manifesta da un lato un riscontro a quanto finora emerso con riferimento alla sua intraneità rispetto alla cosca del Grande Aracri, dall’altro mette in luce la sua personalità, caratterizzata da un’apparente freddezza nell’autogiudicarsi. In altri termini, emerge come il Gallo sia al contempo consapevole di essere uno ‘ndranghetista e negazionista di tale sua appartenenza, quasi illudendosi che gli accorgimenti da lui adoperati siano in grado di escludere, da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria, tale sua appartenenza…

Il monitoraggio delle conversazioni tra i due amanti ha messo in risalto altre circostanze… che vedono il coinvolgimento anche di politici quali Francesco Talarico (segretario regionale dell’Ydc, attuale assessore al Bilancio della Regione Calabria e candidato alle Politiche del 2018), per la cui candidatura il Gallo chiedeva appoggio alla Giglio, al pari della richiesta di “entrature” per la partecipazione al bando di gara per le pulizie straordinarie allo scalo aeroportuale di Crotone.

La Giglio, inoltre, a riprova del suo coinvolgimento, metteva a disposizione dell’amante la sua strumentazione per “bonificare” gli uffici e l’auto del Gallo in cui erano state installate microspie…

E la Giglio si impegnerà in prima persona anche per consentire al Gallo di chiedere e ottenere la partecipazione ai suoi traffici del notaio catanzarese Rocco Guglielmo per una serie di intestazioni fittizie da inserire nell’ambito del suo “affare albanese”.

Per la cronaca, proprio poche ore fa si è appreso che nell’ambito del procedimento “Basso Profilo” sono stati depositati nuovi atti e si è aggravata la posizione di Umberto Gigliotta, alias “Mister Centomila”al quale viene contestata l’associazione mafiosa con il ruolo di organizzatore. L’accusa, inoltre, con i nuovi atti depositati, intende dimostrare il legame tra l’imputato Glenda Giglio e i componenti dell’associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.

  Sul cellulare di Francesco Le Rose è stata trovata la bozza di un contratto di cessione di quote societarie da parte di Glenda Giglio a un prestanome. Tale contratto non risulta registrato alla Camera di Commercio ma era stato approntato e dimostrerebbe il legame tra l’ex presidente dei giovani industriali di Crotone, Giglio, e l’ipotizzata associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.