Bastardi senza gloria, Citrigno: “Sansonetti come Giuda: mi ha tradito!”

IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

BASTARDI SENZA GLORIA

DA CALABRIA ORA A LE CRONACHE – QUELLO CHE NESSUNO VI HA DETTO SULLA STAMPA CALABRESE

FINANZIAMENTI PUBBLICI, AUMENTI DI CAPITALE SOSPETTI, BILANCI BALLERINI, EMAIL COMPROMETTENTI, INTERCETTAZIONI SHOCK. DALL’EDITORE CHE CHIAMA I GIORNALISTI BASTARDI ALLA VALORIZZAZIONE DI UNA TESTATA FALLITA IN POCHI MESI PER INCASSARE I SOLDI DI STATO. E LA STORIA CONTINUA…

PRIMA PUNTATA (https://www.iacchite.blog/bastardi-senza-gloria-quello-che-nessuno-vi-ha-detto-sulla-stampa-calabrese/)

SECONDA PUNTATA (http://www.iacchite.blog/bastardi-senza-gloria-da-calabria-ora-a-le-cronache-il-giro-di-soldi-da-una-societa-allaltra/)

TERZA PUNTATA

La famosa firma che doveva portare all’acquisizione dell’Indipendente e di Liberal non arrivò mai. Quando Sansonetti capì che il progetto non avrebbe mai visto la luce, e che i ritardi erano solo delle scuse per prendere tempo, iniziò a studiare un piano per strappare il giornale a Citrigno. Piero Citrigno al telefono, dopo qualche settimana dal licenziamento di Sansonetti, disse a proposito del suo ex direttore: «Piero m’ha tradito. Come Giuda».

 «Piero Citrigno: Sansonetti mi ha tradito»

citrigno In modo fumoso, nel giugno del 2013, Sansonetti aveva accennato alla redazione, ignara di tutto, della possibilità di creare una cooperativa. Dietro c’era il progetto di Citrigno di scrollarsi di dosso responsabilità e debiti ma restare al controllo del giornale. I giornalisti, stremati dal tira e molla dell’editore Alfredo – che puntava a innalzare la solidarietà per risparmiare (ancora) sugli stipendi -, in un inedito impeto d’orgoglio avevano rifiutato in blocco la proposta sia della cooperativa che della solidarietà. Intanto mentre la riunione veniva sciolta a Roma veniva costituito il nucleo della cooperativa che avrebbe dato vita, un anno dopo, al Garantista.

Ai primi di dicembre iniziano a diffondersi le voci di una possibile acquisizione del giornale da parte di una cordata di imprenditori. I giornalisti sperano di sbarazzarsi di Citrigno. Ma qualcuno è scettico. «Lui non lascerà mai questo giornale, piuttosto lo chiuderà», dicevano i più vicini all’imprenditore. Ma Sansonetti insiste: la possibilità esiste ed è concreta.

Interessati all’acquisizione sono due cosentini – Franco Salerno, conosciuto negli ambienti sportivi cosentini per aver fatto parte della dirigenza del Cosenza Calcio, e il giovane Guido Ricchio (vicino a Orlandino Greco), più un reggino che, si dice, sia il più facoltoso. Negli ultimi giorni, la possibilità che il giornale venga rilevato appare quasi realtà. Sui nomi dei papabili editori vige lo stretto riserbo. Né il direttore, né i suoi fedelissimi, aprono bocca. A un certo punto si vocifera che sia interessato all’affare anche un pezzo grosso calabrese, un senatore della Repubblica, che all’estero ha fatto fortuna col pane: Renato Turano.

L’intrigo

Quasi a un passo dalla firma, le identità degli imprenditori vengono svelate ad Alfredo Citrigno piuttosto infastidito per essere stato tenuto all’oscuro. Tra gli imprenditori, svela Sansonetti, c’è anche Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria di Reggio Calabria. Ma Alfredo Citrigno, quel mattino di metà dicembre, spiega ai redattori che quella storia è solo una montatura. «Sansonetti vi ha mentito, è un bugiardo». Una frottola, secondo il figlio di Piero Citrigno, ordita come e perché non riesce a spiegarselo. Racconta di aver contattato personalmente gli imprenditori non appena saputo di chi si trattasse. «Nessuno di loro ha mai avuto a che fare con Piero Sansonetti e della proposta di acquisto del giornale non ne sanno nulla».

Davanti allo stupore e allo scetticismo di molti, Alfredo sfila il suo Iphone dalla tasca, chiama Guido Ricchio e mette in viva voce la conversazione. Il giovane imprenditore di Castrolibero, con un po’ di imbarazzo, ammette che una proposta da parte di Sansonetti era stata avanzata ma che lui si era già tirato fuori da tempo. Seconda chiamata. Franco Salerno chiude di malo modo la conversazione negando di aver mai sentito neppure per telefono Sansonetti o qualcuno dei suoi.

Il giallo diventa nero, quando nel pomeriggio la redazione, confusa, attende il direttore per avere chiarimenti. Sansonetti è a una conferenza a Castrolibero. È andato a chiedere conto, e aiuto, a Orlandino Greco. I giornalisti devono scegliere a chi credere: delle due l’una: o il direttore ha deciso di prendere tempo per cercare imprenditori pronti ad acquisire il giornale mentendo su quelle firme e quei nomi, oppure qualcuno ha alzato il telefono e ha sollecitato i papabili a prendere le distanze.

Il giallo e l’addio

È il 20 dicembre, mentre Nicola Piovani si prepara a salire sul palco del Rendano, Sansonetti annuncia di essere stato licenziato. Pallido, con la voce flebile, difende la sua versione dei fatti. «Ho cercato di fare il possibile ma non ci sono riuscito. Ho fallito e ho fallito anche con questo giornale – dice -. Me ne assumo la responsabilità. Ma quello che vi ho detto è tutto vero».

«In Calabria ho fallito, me ne assumo ogni responsabilità. Ma ho detto la verità»

3 – (continua)