Benvenuti a Belvedere, feudo dei poteri forti di don Cascini, Francesca Impieri e Vito Caldiero

Censura, paura, bisogno e lecchinaggio al Re, alla Principessa e all’uomo ombra. Benvenuti a Belvedere Marittimo, paese in dissesto dove un affidamento diretto non si nega a nessuno.
Belvedere Marittimo è il feudo di don Vincenzo Cascini, medico di una clinica ormai allo sbando, sotto organico con i dipendenti (i pochi rimasti) che avanzano mensilità di stipendio. Al suo fianco la dolce ex campagnola, ormai ricca e intrallazzata, Francesca Impieri, moglie di Vito Caldiero, vero sindaco ombra a Belvedere, proveniente dalla Cetraro dove insieme a Fernando Caldiero determinano tutto. Vale a dire…non si muove foglia se Caldiero non lo voglia.

Cascini a Belvedere Marittimo ha i voti. Da solo, con i soliti metodi e con una squadra di giovani arrivisti e mezzi professionisti affini ai cappucci massonici del Tirreno Cosentino ha rivinto le elezioni e come sempre i Belvederesi prima lo hanno votato e ora si lamentano per poi andare a prostrarsi nuovamente ai suoi piedi in cambio di qualche carta da 100 euro. Cascini è così potente che alle ultime elezioni comunali aveva nella propria segreteria politica la moglie di un membro della Polizia Locale. Non si sa se gratis o retribuita, ma al giorno d’oggi chi fa qualcosa per niente?

Cascini ha avuto la meglio su Massimilla prendendosi i voti da Riccardo Ugolino, e da Don Magorno. Il sindaco di Diamante ha portato Raffaela Sansoni, e nelle ultime ore prima della chiusura della campagna elettorale ha dato mandato ai suoi scagnozzi (pochi per la verità… quattro minchioni che ancora gli vanno dietro e qualche dipendente della Conad) di non votare Maria Rachele Filicetti e di girare i voti a Raffaela Sansoni e a Filippo Perrone, altro elemento borderline che da laureato in biologia lavora alla Clinica Tirrenia Hospital, ex Tricarico, dove gestisce il personale, ossia fa i turni!

Ebbene, con questa manovra Cascini ha avuto la meglio ancora una volta e sta amministrando il Comune come se fosse casa sua. Minaccia la minoranza. Mette in un angolo Eugenio Greco che doveva fare il vicesindaco ma è stato trombato. Cascini a volte corteggia la minoranza stessa quando questa non alza la voce.

Belvedere Marittimo è sua, di Francescuzza Impieri e di Don Vito da Cetraro. Ovviamente guai a dire una parola contro. Una visita gratuita serve a chiunque e tutti sanno che Cascini è vendicativo, tanto da invitare gli ex compagni Spinelli, Carrozzino e Liporace ad andarsene da Belvedere Marittimo subito dopo la sua vittoria.

La stampa gli lecca il culo probabilmente perché ogni tanto gli viene elargita qualcosa.  Intanto il Comune di Belvedere Marittimo ha iniziato nonostante la situazione delle casse comunali ad elargire le prime polpette. Incarichi diretti a gogò. Soprattutto sul depuratore che per ammissione del compare Roberto Occhiuto è uno di quelli peggio messi. Ovviamente Cascini scarica le responsabilità sulla vecchia amministrazione, ma dimentica che con Granata ci mangiava Francesca sua…

Tornando ai soldini. Il Comune di Belvedere Marittimo ha ottenuto cinquantamila euro per l’estate. I primi impegni di spesa sono ridicoli. Vere e proprie cambiali elettorali. Un’estate inconsistente… senza grandi eventi con ospiti locali pagati a peso d’oro.

Un esempio? 100 euro per Antonio Fulfaro, aspirante attore pagato per 4 battute davanti a 50 persone. Chi se li guadagna 100 euro per un’ora di lavoro oggi giorno? Oppure i 250 euro alla fedelissima del cuore. Sono stati dati soldi a comuni cittadini che non hanno speso nemmeno un euro di benzina. Siamo alla follia…e intanto chi non ha votato Don Vincenzo, o non si è ancora prostrato al suo volere per 500 euro ci lavora un mese. Impegno di spesa da Procura della Repubblica di Paola.

Andate poi a vedere gli affidamenti a Salvatore Liporace, elettore e braccio di ferro di Cascini&Impieri. Sfalcio erba 36mila euro. Escluse altre cooperative che avevano partecipato ma non erano state invitate. Ma non fa nulla, a Belvedere Marittimo non esistono regole, è il regno di Don Vincenzo e di Francesca sua, con Vito Caldiero che muove le fila. Resta la speranza della procura di Paola che legga tutto ciò, elencato con un tocco forse eccessivo di pathos, ma documentabile attraverso l’albo pretorio del Comune. Arrassusia.