Omicidio Bergamini. Chi è Isabella Internò, la ragazza di Rende

DENIS E ISABELLA

Denis Bergamini conosce Isabella Internò pochi mesi dopo il suo arrivo a Cosenza, tra la fine del 1985 e l’inizio del 1986. Erano molto giovani entrambi. Lei, all’inizio, aveva solo 16 anni (è nata il 9 gennaio 1969) e lui ne aveva appena compiuto 23.

Isabella, classe 1969, oggi 52enne rinviata a giudizio per omicidio volontario pluriaggravato, ovviamente andava ancora a scuola e frequentava (con scarso profitto, a dire il vero) la Ragioneria di Rende, l’Istituto Tecnico Commerciale “Vincenzo Cosentino”.

Si erano subito messi insieme (anche se formalmente Denis stava ancora con una ragazza del Nord, Antonella) dopo le prime uscite in macchina, nella Mercedes grigio scuro di Denis. Si erano conosciuti, oltre che allo stadio, anche nella “mitica” piazzetta di Commenda di Rende, di fronte al Bar Mary, dove i calciatori stazionavano spesso e volentieri attirando stuoli di ragazzine… Isabella “bazzicava” già l’ambiente del Cosenza Calcio, come tante altre “sbarbine”. Qualche mese prima, appena quindicenne, aveva avuto una relazione con Gabriele Baldassarri, calciatore in organico nella stagione 1984-85, quella precedente all’arrivo di Bergamini. Ma si era trattato solo di un’avventura. Che però aveva ingelosito e un po’ infastidito Denis nel momento in cui la apprese, probabilmente da qualche compagno di squadra.

A presentare Denis e Isabella era stato Gigi Simoni, il portiere già in forza al Cosenza dal 1984, sicuramente il suo migliore amico, che aveva già avuto modo di conoscerla e con il quale divideva l’appartamento di Commenda, dove, dopo le prime uscite in macchina, Denis cominciava a ricevere la sua nuova fidanzata. E dove non era raro che nascessero anche i primi litigi e le prime incomprensioni.

La loro storia d’amore, del resto, è stata tormentata e tumultuosa fin dall’inizio, per come ammette la stessa Isabella. Che si autodefinisce “fidanzata quasi ufficialmente” con Bergamini dalla fine del 1985 fino al mese di novembre del 1988.

“Vi era tra noi – racconterà al sostituto procuratore Abbate – un sincero rapporto affettuoso, che però era spesso turbato da litigi dovuti alla differenza di carattere esistente tra noi. Ci lasciavamo e ci riprendevamo, anche perché io non potevo, malgrado le difficoltà, fare a meno di lui…”.

Denis esce spesso con Isabella, sia a Cosenza che a Commenda, dove i calciatori e le loro fidanzatine si danno inevitabilmente appuntamento. Ma non è raro che si vada a finire anche al mare o in Sila. E’ una coppia “frizzante”, che ha un’attrazione fisica notevole, per come si ricava dai racconti “privati” di Denis agli amici, ma che deve fare i conti con frequenti “esplosioni” di instabilità. Cose normali tra ragazzi giovani e ancora vogliosi di fare esperienze. Isabella frequenta lo stadio San Vito sia alla fine degli allenamenti che quando ci sono le partite e conosce quasi tutti i compagni di squadra di Bergamini. Denis, dal canto suo, spesso va a prenderla a casa, tra Roges e Commenda, ma molti suoi parenti abitano a Surdo, una piccola frazione di Rende (la contrada si chiama, per la precisione, Pirelli-Petrone), e conosce, anche se solo superficialmente, i suoi genitori e qualcuno dei parenti.

La famiglia di Denis sapeva di questa relazione. Domizio Bergamini, il papà di Denis, parla così di Isabella, intervistato da Carlo Petrini, autore del libro “Il calciatore suicidato” nel 2001. “Sapevamo che Denis aveva una relazione con quella tizia ma di lei non ce ne ha mai parlato. Una volta, allo stadio San Vito, qualcuno me l’aveva indicata come la ragazza di Denis. Lei era lì, in tribuna, che faceva il tifo e gridava come una matta. Non so, mi era sembrata una come tante… Questa storia però non mi piaceva…”.

L’ABORTO A LONDRA E LA ZIA DI TORINO

Nella primavera del 1987 Isabella rimane in stato interessante.

“La ragazza non intendeva portare avanti la gravidanza – ricorda Donata Bergamini – e Donato mi chiese di aiutarlo. Venne a casa mia insieme ad Isabella e io li accompagnai dal mio ginecologo, il quale stabilì che ormai la gravidanza era giunta al quinto mese e non si poteva più praticare l’aborto nei termini di legge…”.

“…Il mio ginecologo (Ernesto Esposito di Russi, provincia di Ravenna, ndr) – continua Donata – stabilì dopo gli esami di rito che ormai la gravidanza era giunta al quinto mese e non si poteva più praticare l’aborto nei termini di legge… La ragazza a tale notizia reagì in modo piuttosto vivace affermando che comunque voleva abortire e che sapeva che esisteva la possibilità di interrompere la gravidanza all’estero. Il ginecologo, dopo averla invitata alla calma, le fece presente i rischi connessi a un aborto in tali condizioni…. Denis, presente al colloquio, disse alla ragazza che la decisione apparteneva solo a lei e che, nel caso in cui avesse deciso di tenere il figlio, non avrebbe avuto problemi a riconoscere il bambino se fosse stato suo…”. Ma Isabella si oppone e qualche settimana dopo, ancora nel corso del mese di luglio del 1987, accompagnata da Denis, abortisce in una clinica di Londra. Né si capisce bene perché avesse preso la decisione quando ormai era al quinto mese di gravidanza…

Donata Bergamini inserisce a questo punto anche un altro elemento importante legato alla famiglia di Isabella. Dapprima chiede alla ragazza cosa ne pensassero i suoi genitori e Isabella risponde che non ne sapevano niente e che al corrente della situazione c’è solo una zia che sta a Torino. E’ la sorella della madre di Isabella, Concetta Tenuta. Ma sarebbe più preciso considerarla la “sorellastra”, visto che sono sorelle solo di madre. Si chiama Francesca Siciliano.

“Ho saputo che la zia di Isabella, sorella della madre, abitante a Torino, aveva reperito l’indirizzo di una clinica inglese anche con l’aiuto di esponenti del Partito Radicale. Si decise di andare a Londra e così avvenne. Invero, io di mia iniziativa mi ero messa in contatto telefonico con la zia di Isabella, alla quale avevo espresso le mie preoccupazioni per la decisione assunta e avevo ricevuto in risposta dalla signora l’affermazione che Isabella era troppo giovane e avrebbe dovuto finire gli studi. Ma non solo. La zia di Isabella disse anche che conosceva la mentalità del posto e far nascere il bambino sarebbe stato un disonore. Io cercai di insistere dicendo che Denis lo avrebbe riconosciuto ma lei mi rispose che non era disposto a sposarla e si fece ripassare la nipote. Dalla telefonata capii anche che era già stato organizzato il viaggio e trovata una clinica di Londra per poter eseguire l’aborto”.

Denis gira un filmino di quel viaggio a Londra, spostandosi con la sua telecamera amatoriale anche all’esterno della clinica, di cui si legge distintamente il nome: “Leighan Private Clinic”.

Successivamente il rapporto procede tra alti e bassi, Isabella non compare mai al fianco di Denis nei festeggiamenti per la promozione in Serie B del 1988 e la ragazza afferma che a novembre di quello stesso anno si lasciano. Ma è sempre la Internò a dichiarare che il loro rapporto era troppo forte e che solo ad agosto 1989 le loro strade si sono divise in maniera netta. Esistono, del resto, diverse testimonianze su quanto fosse insistente la ricerca di un contatto da parte di Isabella con Denis. Qualcuno parla di una possibile seconda gravidanza, ma non c’è dubbio che sia proprio l’aborto di Londra il movente che ha portato all’omicidio di Bergamini. E Isabella Internò ha armato la mano di almeno due assassini che hanno concepito e portato a termine il piano con il suo decisivo concorso. Oggi è formalmente indagata per omicidio volontario in concorso. A Isabella Internò vengono contestate, in concorso appunto con persone rimaste ignote, le aggravanti di aver agito con premeditazione, attirando il calciatore ad un appuntamento, della crudeltà per via delle azioni compiute e dei motivi abietti e futili, rappresentati dalla decisione della vittima, non accettata dalla donna, di aver posto fine al rapporto sentimentale.