Bombardieri, le chat con Palamara dietro l’annullamento della nomina

La nomina del dottor Bombardieri alla guida della Dda di Reggio Calabria, per il Consiglio di Stato, non si doveva fare. Dopo 4 anni e tante operazioni, i giudici che compongono il “supremo organo della Giustizia amministrativa” hanno disposto l’annullamento della precedente sentenza del Tar che stabiliva legittima tale nomina, disponendo il rinvio della “pratica” al Csm per una nuova valutazione. Tra le motivazioni addotte dai giudici, quella di ritenere l’attribuzione di una maggiore conoscenza del fenomeno criminale ‘ndranghetista al dottor Bombardieri, a discapito del dottor Seccia, ai fini del conferimento dell’incarico, “ingiustificata ed illogica”. E aggiungono: “La collocazione geografica nel distretto di Reggio Calabria non vale infatti a giustificare sul piano normativo e del testo unico sulla dirigenza giudiziaria una preferenza sul piano attitudinale di un aspirante magistrato rispetto agli altri”. Come a dire: l’aver lavorato nella Dda di Catanzaro e in quella di Reggio non è sufficiente per affermare la “superiorità professionale” del dottor Bombardieri, rispetto alla professionalità del dottor Seccia che di esperienza nella lotta alle “mafie” ne ha più di Bombardieri (se proprio la vogliamo dire tutta, dicono sempre i giudici).

Insomma Bombardieri, per il Consiglio di Stato, è un abusivo e il Csm dovrà risarcire il dottor Seccia del danno subito. Il che vuol dire una cosa sola: la nomina spetta al dottor Seccia, e il Csm non può fare altro che prendere visione di quanto detto dal Consiglio di Stato e ratificarlo. Ora, al netto della valutazione dei giudici amministrativi che fanno riferimento ad un principio di valutazione dei candidati  “violato” e quindi da ristabilire, qualcosa che non torna in questa storia secondo noi, abituati a guardare oltre le apparenze, c’è. E quello che non torna sono le coincidenze, alle quali, come scriviamo da sempre, non crediamo più dall’età di 12 anni. La prima: la bocciatura di Bombardieri arriva subito dopo la bocciatura di Gratteri alla Dna. Due pezzi importanti dell’investigazione antimafia calabrese, tagliati fuori dai posti che “contano”. La seconda: Bombardieri, come tanti altri magistrati, è finito nelle intercettazioni di Faccia di Tonno, al secolo Palamara. I due nelle conversazioni, mentre commentano la nomina appena ricevuta di Bomabardieri alla guida della Dda di Reggio, ridono di Gratteri definendolo “patetico e cazzaro”. Dice Palamara a Bombardieri, e sempre ridendo: «Gratteri è svenuto? Chiamalo cazzo, così lo facciamo morire dall’invidia». E Bombardieri che ascolta ridendo di gusto alle cattiverie di Palamara su Gratteri, alla fine della conversazione dice: “grande Palamara” (http://www.iacchite.blog/giustizia-nel-caos-bombardieri-come-palamara-su-gratteri-commenti-caustici/) .

A noi queste due coincidenze non suonano proprio per niente come tali. Qualcosa lega tutto quello che in queste ultime settimane sta avvenendo nella magistratura calabrese. Come se ci fosse in atto una sorta di “repulisti (alla chetichella)”, di tutti quelli che a torto o a ragione hanno creato problemi all’immagine della magistratura. Per capirci: se da un lato il Csm ha deciso di “movimentare” un po’ le procure con il trasferimento (vedi la procura di Cosenza oggetto di una istruttoria da parte del Csm, e dove quasi tutti i pm sono stati “aggregati” a Catanzaro) dei magistrati chiacchierati, dall’altro sta facendo pulizia anche dei magistrati che il malaffare dei colleghi hanno denunciato.

Che per “qualcuno”, evidentemente, è un delitto al pari di chi si fa corrompere, e questo perché non bisogna infrangere la prima regola della casta più potente d’Italia: “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Il tutto portato avanti senza fare troppo struscio. E la cacciata di Bombardieri dalla procura di Reggio, reo di aver intrallazzato per la sua nomina con Palamara e di aver deriso Gratteri, potrebbe inquadrasi nel “repulisti” di cui sopra. E non è per niente peregrino anche pensare che la prossima destinazione di Bombardieri possa essere Napoli, una nomina che potrebbe chiudere  ogni possibilità a Gratteri di “uscire” dalla Calabria, dove, oramai, è completamento isolato e non può più nuocere a nessuno, perché quello che poteva fare, o meglio quello che gli hanno permesso di fare, lo ha già fatto. Tutto cambia per non cambiare niente.