Brunori Sas, il nuovo album tra poesia e dubbio: il difficile cammino di un’anima

CATANZARO – (AGI) – Compito degli artisti, secondo Dario Brunori, è quello di “riequilibrare” lo Zeitgeist: “Cerchiamo di bilanciare la realtà che abbiamo davanti: in tempi profondamente moderati, diventiamo estremi; in tempi estremi cerchiamo di rievocare la visione poetica del mondo”. Una missione quasi zen quella che si intesta il cantautore calabrese presentando il suo nuovo disco “Cip!”, in uscita oggi (prodotto da se stesso e da Taketo Gohara). Undici tracce che portano con se’ la ricercata poesia, il faticoso dubbio, e il difficile cammino di un’anima “legata ad esperienze di spiritualità e religiosità”. Esperienze di cui non fa mistero di avere bisogno, come dimostra l’ottava traccia “Benedetto sei tu”, rivolta direttamente a “Gesù Cristo”. “Continuo a vivere nel piccolo paese della Calabria, dove sono nato: un luogo contemplativo e non a caso pieno di monasteri”, spiega in un incontro con fan e giornalisti alla Casa degli Artisti di Milano.

Il quarantaduenne di Guardia Piemontese, nel Cosentino, descrive questo lavoro nel suo modo scanzonato e istrionico (è di qualche anno fa il suo tour nei teatri come one man show comico) partendo però dalle origini, sue e della sua musica: “Tendo a rifugiarmi, perchè credo che quello di oggi non sia il mio ritmo. Facendo musica sono costretto a correre ad un tempo che non è il mio”. Di quel mondo rurale di cui sente nostalgia, talvolta entrano nel disco piccoli sprazzi, come “il panino fresco fresco della nonna” ricordato da Francesco, protagonista del brano “Bello appare il mondo” Cantautore dall’aria naif, presentatore (di recente uno show su Rai3, ‘Brunori sa’) Dario è diventato in dieci anni una delle penne musicali migliori della scena italiana, pur volendo spesso fuggire dai riflettori: “Ci siamo adeguati al tempo della macchina – denuncia – invece che costruire la macchina del tempo, ma questa velocità impone di buttare via le cose. Il problema è che la stessa logica la trasferiamo poi anche sulle persone”.

Proprio per questo, forse, il disco ha come simbolo grafico il pettirosso, animale delicato e in pericolo di estinzione. E presenta titoli come “Fuori dal mondo”, dove invoca la “virtù della calma”; oppure si pone domande quasi filosofiche sul futuro in “Quelli che arriveranno”: “Saranno più alieni o più umani?”, si chiede. Anticipato dai singoli “Per due che come noi”, già entrato nelle classifiche e nei vocabolari delle coppie in crisi, e “Al di là dell’amore”, canzone arrabbiata contro i politici che “parlano come mangiano e infatti mangiano molto male”, il disco prelude ad un tour di 12 date in tutta Italia, con conclusione a Reggio Calabria. (AGI)