Caf e Patronati, diritti e doveri

A Cosenza, in quasi tutti i punti della città esiste un Caf o Patronato, il cui numero cresce di giorno in giorno. Il cittadino appare alquanto disorientato nel capire quale sia il più adatto cui rivolgersi, che funzioni svolge e perché vi è un numero così alto in città.

Proprio per questo, vogliamo cercare di farvi capire meglio come funzionano tali enti, che servizi svolgono e perché procedono in un determinato modo (per cui la maggior parte delle pratiche è gratuita).

Bisogna innanzitutto operare una distinzione tra Caf e Patronato, anche se il più delle volte i servizi che essi svolgono vengono fatti nel medesimo ente, come nel caso del Caf e Patronato Labor, di via Montegrappa cui ci siamo rivolti per avere informazioni dettagliate.

COS’E’ UN CAF

In Italia, i Caf o Centri di Assistenza Fiscale sono organizzazioni nate attraverso la Legge 413/1991 (e successive modificazioni), costituiti generalmente in s.p.a. che hanno ottenuto l’autorizzazione all’iscrizione all’albo nazionale dei Caf tenuto presso il Ministero delle Finanze. I servizi più significativi svolti attualmente dai Caf sono la compilazione dei modelli 730, delle dichiarazioni fiscali di ogni genere, dei modelli Red, dei modelli Isee, dei modelli Iseu, per concludersi con la trasmissione telematica dei modelli compilati, o precompilati dai contribuenti, attraverso il canale Entratel.

COS’E’ UN PATRONATO

Tutela i cittadini nel rapporto con gli enti previdenziali. Come i Caf, ma sul versante pensionati. Questa volta la legge è la 152 del 2001. Svolge pratiche in materia infortunistica, malattia o altro.

Sostanzialmente tutti i Caf e Patronati possono svolgere le stesse funzioni, a seconda di chi ci lavora dentro sia in grado o meno nel farlo. Da qui abbiamo chiesto al dipendente del Labor perché un cittadino dovrebbe rivolgersi a loro piuttosto che ad un altro Caf e Patronato, tra i mille presenti in città.

Il fatto che ce ne sono così tanti non è certo un vantaggio. Le pratiche e i servizi svolti, in realtà sono tutti uguali, dipende dalle competenze e professionalità di chi vi lavora. Poi dipende sempre dalla clientela, se è soddisfatta ritorna.

Qui i servizi offerti (come nella maggior parte dei Caf o Patronati) sono gratuiti, solitamente c’è da pagare una quota per il modello dichiarativo, ma si può optare per una tessera associativa omnia comprensiva di tutti i servizi.

Ma allora qual è il guadagno?Il guadagno vero – ci ha spiegato il dipendente – non proviene dal cliente, diciamo che lì il guadagno è 0; ma dal numero di pratiche svolte. Maggiore è il numero maggiore il guadagno.

Vi spieghiamo il perchè: nei Caf i lavoratori ricevono assistenza prima di compilare la dichiarazione dei redditi, la consulenza è gratuita perché per ogni pratica compilata lo Stato versa un compenso. È un business che vale (secondo dati del 2007) 330 milioni di euro. Per ciascuna di queste dichiarazioni già compilate dal contribuente e semplicemente trasmesse dai Caf allo Stato, quest’ultimo paga al Caf stesso una tariffa di 14 euro. Somma che diventa di 26 euro se la dichiarazione è congiunta, ossia riguarda marito e moglie. A queste cifre però bisogna poi aggiungere quello che il singolo contribuente paga al Caf nel caso invece fosse necessaria una consulenza per compilare la dichiarazione: si tratta di tariffe che variano a seconda che il cittadino in questione sia iscritto o meno al sindacato e anche in base alla eventuale difficoltà di compilazione. Parliamo di costi che possono variare tra i 10 e anche i 60 euro. Detto ciò ogni anno tutte le dichiarazioni che passano dai Caf, conteggiando il contributo erogato dallo Stato e la spesa sostenuta dai cittadini, fa girare una cifra intorno ai 320 milioni di euro. A tutto ciò infatti si sommano altre attività che i Caf svolgono per conto dell’Inps. La spending review montiana conteneva una norma che ha ridotto del 20% i compensi per i Caf derivanti dalle dichiarazioni fatte per conto dell’Inps.

Mentre per i Patronati, lo Stato assegna lo 0,226 dei contributi obbligatori incassati dall’Inps, dall’Inpdap e dall’Inail. Quasi 430 milioni di euro annui che servono per far cassa (secondo la relazione Amato). Le stime, in assenza di bilanci, sono approssimative ma i sindacati mantengono un apparato di prima grandezza e hanno circa 20 mila dipendenti.

Ecco perché il numero di Caf e Patronati è in continua crescita e come mai il cittadino può avvalersi di pratiche gratuite, per una volta ci pensa lo Stato a pagare o almeno questa è l’illusione, tanto i soldi dello Stato vengono sempre dalle nostre tasche.

Valentina Mollica