Calabria 2019/20, a Catanzaro (e non solo) sono convinti che Abramo farà le scarpe al cazzaro

A Catanzaro (e non solo) sono in molti a pensare che il sindaco Sergio Abramo stia tramando, più o meno nell’ombra, per fare le scarpe a quel truffatore e cazzaro incallito di Occhiuto nella corsa per la candidatura di Forza Italia alla presidenza della Regione Calabria. La circostanza è apparsa davvero chiara a tutti già nel corso del consiglio comunale del 26 luglio scorso, per come avevamo appreso da quanto scriveva Lello Nisticò sul popolare portale Catanzaro Informa. Ecco i passaggi più significativi ed eloquenti che tornano di grande attualità oggi, quando ormai è chiarissimo a tutti che per Occhiuto ci sono decine e decine di veti. Insomma, una sorta di “daje all’impresentabile” quale in effetti egli è. Il principe degli impresentabili, peggio addirittura (ed è quanto dire) di Palla Palla.  

Se la salute di una maggioranza si misura con l’approvazione delle pratiche all’ordine del giorno, la Giunta Abramo è più solida che mai. Se i parametri sono altri, la coesione o la condivisione di obiettivi anche a breve termine, la Giunta Abramo è sull’orlo dello sfacelo. Punti di vista. Può prevalere quello del sindaco, che appena sente odore di zolfo si eclissa e non rientra se non a polemica terminata. Oppure può vincere l’angolo di visuale dell’opposizione, che, per rendere pan per focaccia, appena riprende la parola Abramo si alza e si apparta in corridoio.

Tra queste due opposte prospettive c’è il mare magnum dell’incertezza dovuta al fantasma delle elezioni regionali, alla lotta sempre più evidente per la supremazia cittadina nel centrodestra, alla difficoltà di capire apertamente se Sergio Abramo vuole essere candidato o meno alla presidenza della Regione. Glielo chiede apertamente Giovanni Merante, che mesi or sono, insieme al collega Triffiletti, ha lasciato Forza Italia per insediarsi nel gruppo misto.

Non sono così diretti molti altri intervenuti, i quali però non mancano di accennare alle difficoltà sopravvenienti sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per via del bilancio in disordine massimo, bacchettato e bocciato dalla Corte dei conti. È un esponente del Misto, Eugenio Riccio, formalmente all’opposizione, a dare un assist ad Abramo quando ricorda che l’eventuale riconoscimento del dissesto al Comune di Cosenza non sarebbe indolore per il primo firmatario del bilancio, ossia Occhiuto.

Insomma, un teatro dell’assurdo. Che fa pensare che la maggioranza non c’è più, si è dissolta, come più volte ripetuto, come neve al sole. E allora ecco gli appelli di Roberto Guerriero (Socialisti e Democratici), l’annuncio di Nicola Fiorita (Cambiavento), la disponibilità di Bosco (Cambiavento), la condivisione di Costa (Partito Democratico): dimettiamoci tutti, decretiamo la fine di questa Giunta che non ha più ragione di esistere.

Di serio si potrebbe dire che le probabilità che questa maggioranza tiri a campare fino al 2020, scadenza naturale, sono al 50 per cento con la possibilità opposta. Nel frattempo, lui, il sindaco, placidamente e senza scomporsi, continua la sua corsa alla Regione…