Calabria 2019/20, e ora Berlusconi e Salvini “palleggiano” Occhiuto

Siamo alla farsa. La telenovela sulla candidatura a presidente della Regione Calabria di Mario Occhiuto per il centrodestra unito, continua. Ad alimentare il “gossip” e le fake news le “generiche” dichiarazioni – che lasciano piena libertà all’interpretazione – riportate da alcuni giornali sui contenuti di una telefonata intercorsa tra Salvini e Berlusconi, dopo lo stop leghista al candidato indicato dal coordinamento azzurro per la presidenza della Regione: Mario Occhiuto, appunto.

Una telefonata chiarificatrice, stando ai quotidiani Libero e il Corriere della Sera: «Vogliono farci litigare, ma andiamo avanti uniti», dice il leader del Carroccio, «Le Regioni non sono terra di conquista. Noi uniti siamo la sola risposta ai problemi di questo Paese. Uniti, più forti di prima». «Procediamo con la massima condivisione», gli fa eco il Cavaliere da Arcore, «interessa a tutti, al di là dei personalismi. Andiamo avanti, E troveremo soluzioni insieme».

Toni distesi e promesse di soluzioni condivise, per i due quotidiani. Di più: in tanti scommettono che quell’ “al di là dei personalismi. Andiamo avanti. E troveremo soluzioni insieme” pronunciato da Berlusconi, è riferito al 100% ad Occhiuto, che come si sa è l’unico in questa vicenda che antepone il personalismo alla “causa politica”. Un velato messaggio ad Occhiuto a fare un passo indietro, perché lui non potrà mai essere la “soluzione condivisa”, visto l’insuperabile veto di Salvini sul suo nome. Potrebbe essere così.

Meno distesi appaiono i toni della telefonata ad altre testate che nella loro cronaca aggiungono a queste poche righe una determinazione di Berlusconi nel ritenere chiuse le trattative sul candidato a presidente per la Regione Calabria: “O passa Occhiuto, oppure salta l’alleanza, anche in Emilia”. Ma non si ferma qui Berlusconi che continua, sempre stando ai soliti siti che ricevono determine dal Comune di Cosenza, con una stronzata colossale: “Ho incaricato i miei legali di analizzare i procedimenti penali a carico del sindaco Occhiuto e mi dicono che le vicende di giustizia calabrese che lo riguardano sono cose lontane, di poco conto, e di alcuna preoccupazione”.

Una affermazione che, se realmente pronunciata, lascia perplessi. Per Berlusconi non è il giudice a stabilire la gravità e l’esistenza del reato, mai i suoi avvocati. Siccome i reati di bancarotta di Occhiuto sono datati 2013 appartengono al passato, e il passato non conta per Berlusconi e Occhiuto. Lo stesso per i reati di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio, eccetera. Evidentemente Berlusconi con queste parole (se realmente pronunciate) ha voluto rassicurare Salvini dicendogli tra le righe: non ti preoccupare che i processi a carico di Occhiuto si possono aggiustare. Per la procura di Cosenza non ci sono problemi, infatti abbiamo già fatto rinviare il rinvio a giudizio per la bancarotta, e per il peculato non c’è problema, che il giudice è cosa nostra.

Quindi, Salvini, dopo essersi espresso in maniera netta sulla candidatura di Occhiuto dicendo: “La Lega ha già dichiarato che non sosterrà Mario Occhiuto, ci sono tante donne e tanti uomini calabresi (senza problemi con la giustizia) che possono rappresentare meglio il futuro di questa splendida terra dopo i disastri del Pd. La Calabria deve guardare al futuro non al passato”, e dopo aver fatto esprimere anche in maniera pesante il commissario della Lega in Calabria Invernizzi che parla addirittura di minacce dei signori Occhiuto, accetta, dopo una telefonata di qualche minuto, il ricatto di Berlusconi lasciandosi addirittura trascinare dentro storia di corruzione di magistrati di cui Occhiuto è maestro. Potrebbe essere anche questo. Certo, per Salvini sarebbe l’ennesima figura barbina e confermerebbe all’elettorato calabrese, ma anche a quello italiano, che la sua parola non vale niente: oggi dice no, poi basta il ricatto di un pidduista come Berlusconi con un partitino al 4% per fargli dire sì, e il tutto nell’arco di una giornata.

In tutto questo, per quello che ci riguarda, contano i fatti, e i fatti dicono che – al di là della pantomima tra Salvini e Berlusconi, magari d’accordo in tutta questa pagliacciata per farsi fuori gli Occhiuto, come si dice: su stannu palleggiannu – la fretta di Occhiuto e la forzatura dei tempi la dice lunga sul bisogno del cazzaro dell’investitura collegiale come copertura politica per far fronte agli imminenti guai giudiziari in arrivo sul primo binario.

Per Occhiuto non c’è più tempo: è questo il suo vero problema. Tra un mese potrebbe essere tropo tardi. Con uno o più rinvii a giudizio la sua candidabilità verrebbe meno, anche per Forza Italia. Figuriamoci per gli alleati. Per questo motivo spinge e insiste, anche a costo di spaccare la coalizione, anche a costo di creare altri problemi al suo padrone Berlusconi. Ma i fatti parlano e dicono che Berlusconi, non potendo dire apertamente no agli Occhiuto, ha messo in piedi tutta questa tarantella insieme a Salvini per farlo allontanare da solo, senza che nessuno possa attribuirgli alcuna responsabilità. La situazione all’interno di quel che resta di Forza Italia è già incandescente di suo, aggiungere anche il caso Occhiuto sarebbe troppo. Ed è per questo che Tajani e Berlusconi, capito il rischio, hanno messo in atto la tattica del “prendere tempo” lasciando che sia chi di “dovere” ad intervenire nei confronti di Occhiuto, così da potersene poi lavare le mani senza nulla a temere. A conferma che Berlusconi lo ha mollato, anche se fa finta di difenderlo, un altro fatto: oggi i vertici di Forza Italia si sono ritrovati all’evento “Idee Italia” a Milano, c’erano tutti. Almeno quelli che ancora fanno finta di voler andare avanti con Berlusconi. Ma tutti hanno notato un’assenza pesante: il vice capogruppo alla Camera dei Deputati di Forza Italia, Fra’ Gaudenzio, al secolo Roberto Occhiuto, assente all’evento milanese perché impegnato in una passeggiata su Corso Mazzini con aperitivo al Due Palme. Allora la domanda sorge spontanea: come mai Roberto ha scelto il Due Palme piuttosto che Milano dove avrebbe potuto parlare con Berlusconi e magari ascoltare dal vivo la famosa telefonata di cui tutti oggi parlano? Se non c’è andato un motivo ci sarà, ed è quello che oramai per gli Occhiuto le chiacchiere stanno a zero.