Le grandi manovre tra Pd e M5s sono in pieno svolgimento: incassata la fiducia di Camera e Senato, adesso si tenterà di accelerare sui sottosegretari e i viceministri. Un Consiglio dei ministri è previsto per domani ma non viene escluso che il nodo del completamento della squadra di governo venga sciolto in una riunione successiva dell’esecutivo.
Al momento le trattative sono in corso e portate avanti soprattutto da Franceschini e Spadafora. Il premier Conte vorrebbe conservare per se la delega dei Servizi e promuovere sottosegretario il segretario generale di palazzo Chigi, Chieppa. I Servizi, del resto, vanno ad inserirsi nella più ampia partita della riforma della Giustizia e Conte sa bene che ci sono molte manovre sottotraccia animate dagli impresentabili del Pd. Di conseguenza, interverrà personalmente per tarpare le ali, per esempio, a sedicenti “spioni” che vorrebbero dettare la linea in alcune procure fondamentali.
Per quanto riguarda il Pd l’assessore allo Sviluppo economico della regione Lazio Manzella potrebbe diventare viceministro al Mise, con i dem che hanno più di qualche perplessità sul possibile spostamento delle deleghe del commercio estero al ministero della Farnesina.
«In ogni caso la partita è ancora in alto mare», spiega un big del Pd. I renziani puntano su 7-8 sottosegretari: per il Senato si fanno i nomi di Malpezzi, D’Alfonso e Margiotta, mentre per la Camera quelli di Fiano (vice ministro all’Interno) e Ascani (all’Istruzione). Possibile promozione anche per Sereni, Quartapelle, Mauri, Braga, Romano. Al ministero dell’Economia dovrebbe approdare Misiani, sempre nel ruolo di viceministro.
Ma Pd e M5s sotto traccia si stanno confrontando anche sul tema delle regionali. Qualora il M5s dovesse sostenere il candidato del Pd in Umbria, i dem potrebbero appoggiare un esponente M5s in Calabria. Un’idea che viene accreditata da fonti parlamentari è che in Calabria si possa presentare l’attuale presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra. Il Pd non sarebbe affatto contrario a questa ipotesi: né l’ala renziana (con la quale Morra ha da tempo ottimi rapporti) né l’ala zingarettiana, con la quale il presidente dell’Antimafia non è mai entrato “seriamente” in conflitto. Quanto ai big (o presunti tali…) locali, è notorio che Morra non ha mai attaccato in profondità soggetti come Nicola Adamo e sua moglie Enza Bruno Bossio, che dal canto loro sono pronti a scaricare seduta stante il malcapitato Palla Palla, al secolo Mario Oliverio.
«Sulle regionali il dialogo è difficile, ma ci stiamo provando», spiegano ‘big’ M5s e del Partito democratico. Il pentastellato Di Stefano ha frenato: «Assolutamente no», ha sottolineato. Così come lo stesso Morra dagli schermi della trasmissione Agorà di Raitre (ma senza fare i nomi dei “delinquenti” calabresi del Pd…). Ma dal Movimento 5 stelle si accredita la tesi che potrebbe essere lo stesso premier Conte a spingere in questa direzione, per rendere più facile anche la navigazione del governo giallorosso.