Calabria 2020, centrodestra: Giuseppina D’Angelis non è candidabile. Salta la lista di Pino Gentile?

Come si sa in Calabria vige da sempre, oltre che la legge del più forte, anche la legge del più furbo e del più intrallazzato. Più sei potente più puoi fregartene della legge e delle regole. Ed è il caso di compà Pinuzzu Gentile, della famiglia dei Cinghiali di Cosenza, da 50 sulla cresta dell’onda politica, e della sua lista denominata “Casa delle libertà – Collegio Calabria Nord”. Una lista che stando a quanto stiamo per dirvi non potrebbe partecipare a questa tornata elettorale, e spieghiamo il perché: spulciando i nomi che compongono la lista di compà Pinuzzu, nove in totale, ci siamo soffermati su un nome, Antonietta Giuseppina D’Angelis, scoprendo che la signora risulta assunta di recente (settembre) presso il Consiglio Regionale.

Per poter essere candidati la legge prevede una serie di “norme” da rispettare e di documenti da presentare, tra questi la sottoscrizione, “dell’accettazione della candidatura” davanti un pubblico ufficiale. Tale dichiarazione prevede che il candidato dichiari di “non trovarsi in alcuna situazione di incandidabilità”, così come prevede la Legge 23 aprile 1981, n. 154 che al “comma 7” recita così: i dipendenti della Regione, della Provincia e del Comune sono candidabili solo se l’interessato si dimette dalle sue funzioni, per dimissioni, trasferimento, revoca dell’incarico o del comando, collocamento in aspettativa, non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature. Legge, ovviamente, disattesa da compà Pinuzzu. Infatti la signora Antonietta Giuseppina D’Angelis risulta assunta presso il Consiglio regionali da settembre del 2019, mentre la richiesta di aspettativa non retribuita è stata presentata il 30 dicembre, due giorni dopo la chiusura ufficiala della presentazione delle liste, così come recita la determina dirigenziale che concede l’aspettativa alla signora.

Se stiamo alla legge la signora non è candidabile, oltre ad aver commesso un reato dichiarando il falso “nell’accettazione della candidatura” avvenuta davanti un pubblico ufficiale. Ma c’è di più: la sua incandidabilità annullerebbe di fatto la lista di compà Pinuzzu, essendo la signora l’unica donna presente perché in palese violazione della Legge regionale 1/2005 art.1, comma 6 (legge elettorale regionale) che recita così: “Al fine di assicurare la parità di accesso alle cariche elettive degli uomini e delle donne, ai sensi degli articoli 51 e 117, comma 7, della Costituzione, le liste elettorali devono comprendere, a pena di inammissibilità, candidati di entrambi i sessi”.

Esclusa la signora perché non candidabile, la lista di compà Pinuzzu non può essere accettata perché composta da soli uomini. Questa è la Legge, che ovviamente vale per tutti, tranne per i Gentile che possono fare quello che vogliono, sicuri che nessun magistrato metterà mai becco nelle loro malefatte. O no?