Calabria 2020/21, dalla loggia coperta ai rinvii a giudizio: tutti i processi di Pino Gentile

Quando i politici hanno la faccia come il culo. Se c’è un campione di paraculismo in Calabria, quello è di sicuro compà Pinuzzu Gentile ormai degradato anche lui al ruolo di Cinghiale, per giunta più vecchio e più grosso del fratello. Niente e nessuno è al di sopra di lui. Il massimo esperto sulla pelle dei calabresi. Molti dei quali per anni hanno gradito la presa per i fondelli con la speranza di ricavarne qualcosa: una sistemazione, una prebenda, un contributo, un progetto, un finanziamento. Da qui la “costituzione” di migliaia di clienti, di cui compà Pinuzzu si vanta, che sistematicamente e per riconoscenza continuano a votarlo. Sfidiamo, non solo compà Pinuzzu, a dire il contrario, ma tutti i calabresi a dire che non ha fatto “piaceri”.

In una intervista compà Pinuzzu alias il Cinghiale vecchio e grosso ripercorre i suoi 50 anni di politica elencando, con la sua faccia di bronzo, tutto quello che ha fatto per la Calabria: più lavoro, più sviluppo, più solidarietà sociale. Sempre, dice lui, all’insegna della legalità e del rispetto della Legge. E allora viene da chiedergli, come mai la Calabria è ridotta in questo modo? Chi ha devastato l’economia di questa regione? Non certo noi che non siamo mai stati seduti, al contrario di compà Pinuzzu, col culo sulle poltrone del consiglio regionale e di diverse giunte. Ci vuole coraggio ad escludersi dai tanti disastri provocati da politici incompetenti e mangioni che hanno fatto della Calabria l’ultima regione d’Italia: parla come se lui non fosse mai stato nelle stanze dei bottoni. Ha amministrato centinaia e centinaia di milioni di euro, molti dei quali finiti nelle tasche degli amici degli amici, e tutto sempre a danno dei cittadini. Altrimenti come spiegare la disastrosa situazione economica calabrese che come tutti sanno (almeno quelli che hanno qualche neurone in testa che ancora gira) arriva da lontano? Proprio dagli anni d’oro di compà Pinuzzu: assessorati a dire basta e vicepresidenze a tanto al chilo.

Non perde occasione compà Pinuzzu per annunciare denunce nei nostri confronti. Ci accusa di scrivere il falso, facendosi forte delle sue pesanti amicizie al Tribunale di Cosenza. Ci minaccia come un qualsiasi mafioso, solo che i suoi sgherri portano la toga e la divisa.

Ma vediamo quali cose false abbiamo scritto su di lui. Nel video andato in onda qualche settimana prima di essere stato “trombato” per la prima volta nella sua “carriera”, compà Pinuzzu ci accusava, annunciando l’ennesima querela, di averlo definito un massone occulto legato alla cupola masso/mafiosa che da anni governa, sempre in maniera occulta, la Calabria. Ma a dire questo, e lo abbiamo scritto in tutte le salse, non siamo stati noi, ma bensì Gratteri nell’ordinanza dell’operazione “Rinascita”. Siccome compà Pinuzzu non può prendersela con Gratteri che ha “pubblicato” il verbale del pentito Virgiglio che lo chiama in correità, se la prende con noi, sicuro (ma le cose cambiano anche per i Cinghiali: eppur si muove…) di trovare in procura, a Cosenza, un pm disposto a dare seguito alle sue denunce. Diceva bene Mario Occhiuto, quando lamentava una certa “solerzia” della procura di Cosenza nel mandare avanti ogni denuncia presentata dalla famiglia Gentile. E per dirlo Occhiuto che in quanto ad amicizie al Tribunale non scherza, ci fa capire il livello di “paranza” di compà Pinuzzu alias il Cinghiale vecchio e grosso.

Nel video di cui sopra, compà Pinuzzu, andava oltre, convinto com’è di poter prendere tutti per il culo e farla franca, e diceva: i soliti detrattori mi accusano di essere “impelagato” in processi e connivenze, niente di più falso, non ho mai avuto problemi con la giustizia. Anche qui ci vuole una certa faccia per fare una simile affermazione.

E spieghiamo il perché: senza andare troppo lontano nel tempo, citiamo solo alcuni dei procedimenti giudiziari che lo riguardano in prima persona: compà Pinuzzo, è stato rinviato a giudizio dal gup Carè nell’ambito dell’inchiesta sull’edilizia sociale portata avanti dalla procura di Catanzaro. Si tratta del bando della Regione per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale. Un bando sospeso, annullato e poi riproposto. Gentile era assessore ai Lavori pubblici ed era il riferimento politico delle richieste dei palazzinari. Un patto milionario che la procura ha portato alla luce ma che viaggia ormai con la mannaia della prescrizione alle porte. Ma sempre di un processo si tratta, anche se verrà “aggiustato”.

Il pm Corrado Caputo invece nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisto della nuova sede dell’Aterp di Vibo Valentia che nel luglio del 2019 aveva portato anche al sequestro di beni per 800mila euro, ha chiesto al gup Antonio Di Matteo del Tribunale di Vibo il rinvio a giudizio di Pino Gentile, ex vicepresidente del Consiglio regionale, indagato quale ex assessore, insieme a Domenico Pallaria, direttore generale della Regione Calabria, all’ex commissario dell’Aterp di Vibo Valentia, Antonino Daffinà, di Vibo (anche lui candidato in questa tornata elettorale); al proprietario dell’immobile Nazzareno Guastalegname, imprenditore di Stefanaconi; Giuseppe Maria Romano, di Tropea, ex direttore generale dell’Aterp consigliere comunale di Tropea. Truffa aggravata, abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d’asta i reati, a vario titolo, contestati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 10 maggio 2020. Ed è ancora un altro processo, anche se magari verrà “aggiustato” anche questo.

E per restare nella “contemporaneità” ricordiamo a compà Pinuzzu il processo presso il Tribunale di Catanzaro dove è imputato di tutti gli imbrogli avvenuti nell’Aterp di Cosenza. Giusto per dirne alcuni!

È chiaro che lo scopo principale di compà Pinuzzu, aiutato dai suoi tanti amici togati, è quello di far arrivare tutti i procedimenti a suo carico a prescrizione, in modo da dire che non ha mai avuto condanne. Del resto una cosa vera (anche se tra le righe) compà Punuzzu nel video la diceva: a noi la magistratura ci fa un baffo. i procedimenti a mio carico sono solo un inciampo che presto risolverò.

Insomma, lui commette reati come e quando gli pare, fa quello che vuole da 50 anni con la cosa pubblica, e poi alla fine denuncia noi che scriviamo, carte alla mano, i suoi tanti guai con la giustizia, che evidentemente vuole tenere nascosti per meglio “appattarsi” con gli amici togati. E’ questa la sola cosa che gli dà fastidio: lo sputtanamento dei suoi intrallazzi.  Altro che storie inventate! Ci vediamo in Tribunale. Come al solito e per l’ennesima volta. La tua brutta faccia non ci fa paura e men che meno quella di tua figlia, che oggi ti “sostituisce” in Consiglio regionale. Arrassusia.