Calabria 2020, gli impresentabili: Gratteri, te lo ricordi Franco Rubino?

Non è la prima volta che ci occupiamo del professore dell’Unical Franco Rubino, oggi candidato alla Regione con la lista civica che sostiene Pippo Callipo. Tanto per capirci, nella guerra tra bande che si è scatenata nell’ateneo di Arcavacata, Rubino ha fatto parte dello schieramento che faceva capo a Raffaele Perrelli e a Guerino D’Ignazio, che lo vedeva infatti come “terza forza”. Ma ci siamo occupati del professore Franco Rubino anche per il giallo dell’esame della figlia del boss Aquino di Gioiosa Jonica, una storia portata alla luce nientepopodimenoche da Nicola Gratteri.

“Il “giallo” dell’esame. E la figlia del boss. Nel 2012 la DDA di Reggio Calabria ha messo il naso nelle stanze dell’ateneo di Arcavacata. E’ avvenuto casualmente nell’ambito di un’inchiesta condotta dall’allora procuratore aggiunto di Reggio, Nicola Gratteri e dal pm distrettuale Antonio De Bernardo su una cosca di Marina di Gioiosa Ionica. Una cosca che – more solito – esercitava un controllo totalizzante sul territorio di sua competenza.

Influenzava e condizionava l’imprenditoria e tentava approcci con il mondo politico-istituzionale. Durante le indagini preliminari accadde però che gl’investigatori si imbatterono in una strana telefonata in cui si tirava in ballo un apprezzato docente dell’Università della Calabria, Franco Rubino, già preside della facoltà di Economia, ex assessore del Comune di Rende e all’epoca direttore del Dipartimento di Scienza aziendali e giuridiche.

Il nome del professore saltò fuori in una telefonata del 2007 tra l’ex assessore provinciale reggino Rocco Agrippo e tale Gaetano. Il riferimento era ad un esame da garantire alla figlia del boss di Gioiosa Ionica, Rocco Aquino. Agrippo sarebbe stato pronto, secondo gli inquirenti, a favorire la celebrazione dell’esame solo pro forma coinvolgendo, attraverso il misterioso Gaetano, il titolare della cattedra e i suoi assistenti.

Tra il professore Rubino e appartenenti al clan non ci sono però mai stati contatti diretto. E nemmeno tra il cattedratico e Agrippo. Tuttavia, la cosa venne organizzata: la ragazza avrebbe dovuto passare dalla stanza del docente alle tre e mezza. Il professore non ci sarebbe stato. Al posto suo, la giovane Aquino avrebbe trovato gli assistenti pronti a stamparle un bel trenta sul libretto.

Il colloquio tra Agrippo e il mai identificato Gaetano è illuminante. “Alle tre e mezza deve andare nella stanza del professore Rubino – dice Gaetano -. Lei va dal professore, lui non ci sarà ma non ci sarà volutamente”. La ragazza troverà gli assistenti. “Loro sanno che devono fare e chiudono la partita”.

E’ Rocco Aquino a spiegare poi telefonicamente – ignaro di essere intercettato – alla figlia quello che deve fare: “Vai a bussare che c’è l’assistente e gli spieghi chi sei e chi non sei”: La vicenda si svolgerà secondo il progetto previsto. Alle 15,31 del 15 maggio 2007, Valentina Aquino chiama il padre e gli dà la lieta notizia: “Ho preso 30”. E Rocco Aquino, di rimando, le risponde: “Ah… brava”.

Il fascicolo d’inchiesta è stato trasferito per competenza alla procura di Cosenza, diretta da Dario Granieri”. (tratto da Gazzetta del Sud – 14 maggio 2013 –)

… Ed è finito sul tavolo del pm Tridico e a questo punto, come accade sistematicamente per tutti i fascicoli che passano da quel tavolo, si è insabbiato. Per quanto se ne sa, l’accusa ipotizzata è concorso in falso e sono indagati formalmente il professore Franco Rubino, il suo assistente Maurizio Riya e Valentina Aquino. Ma quando un fascicolo passa dal porto delle nebbie è molto difficile che si ritrovi. A meno che Gratteri non abbia voglia di approfondire…

Ma torniamo al Rubino di oggi. Dopo aver puntato tutto sulla candidatura di Raffaele Perrelli a rettore, il professor Rubino cambia obiettivo e decide di metterci la faccia direttamente candidandosi nella coalizione guidata da Callipo. Così, l’Università della Calabria ha addirittura due candidati alle regionali nell’area disciplinare di Economia: Franco Rubino come consigliere regionale con Callipo presidente e Francesco Aiello, come candidato a Governatore con i Cinquestelle. Potevano benissimo unire le forze per poter arrivare ad un unico obiettivo.

Ora la domanda è: Franco Rubino davvero è in grado di rappresentare quel rinnovamento culturale e civile per la Calabria tanto decantato da Callipo? Fermo restando che Callipo è un imprenditore onestissimo, nonché uomo che può fare davvero la differenza, Rubino nella sua coalizione non rappresenta certamente un esempio di massima trasparenza. Andiamo a ricostruire la rete che, da anni, caratterizza la vita di Rubino, ponendoci alcune domande. Come mai, nella sua area scientifica di riferimento, riescono a fare carriera senza particolari sforzi, facendo degli avanzamenti che ricercatori meritevoli si sognerebbero, solo le persone fedeli a quest’ultimo, con la complicità del suo caro amico Alfio? Soprattutto l’Università della Calabria funziona così: i fedelissimi dei baroni proseguono la carriera, anche se ignoranti (ma l’importante è che siano loro fidati portaborse), mentre gli studiosi veramente in gamba sono costretti a recarsi all’estero o in altre università italiane. Tra i suoi fedelissimi ci sono tutte le associazioni e i circoli ricreativi dell’UniCal. Tradotto in soldoni: c’era proprio bisogno di ‘sto Rubino? E Gratteri, che dice?