Calabria 2020/21, la Lega impresentabile (e intoccabile): ecco i fedelissimi di Peppe Scopelliti

I malpensanti, come Saviano ed altri, dicono che per vincere al Sud ci vogliono i soldi e i voti della mafia e a volte, non sempre, a pensar male ci si azzecca soprattutto se come scriveva Tomasi di Lampedusa tutto cambia per far sì che tutto resti uguale.

Il 4 marzo 2018 Salvini ha vinto a Rosarno e in molti comuni della provincia di Reggio e pare che questo vecchio meccanismo non abbia fatto schifo nemmeno al primo governo del cambiamento, poi spazzato via dallo stesso leader della Lega nella pazza estate 2019; d’altra parte c’era da aspettarselo: non sono poche le inchieste in Lombardia che mostrano i collegamenti tra la ‘ndrangheta e la Lega. Il carroccio, inoltre, ha anche i fondi bloccati quindi ha bisogno di liquidità come il pane.

Vediamo allora chi erano i nomi che ha candidato la Lega alle elezioni del 4 Marzo 2018.

Tilde Minasi, ex assessore del Comune di Reggio sciolto per infiltrazioni nel 2012;

Domenico Furgiuele, genero di Mazzei (“imprenditore di riferimento delle cosche che dominano il territorio”) eletto con 52000 preferenze. Con lui, secondo quanto rivela Repubblica, Scopelliti ha definito le liste a Reggio Calabria.

Già, Scopelliti. Cosa c’entra? La fonte di Repubblica ricostruisce come, nei mesi precedenti il voto del 4 marzo, Scopelliti e i suoi abbiano giocato un ruolo decisivo non solo nella raccolta del consenso, ma anche nell’assicurare improvvisa liquidità alla campagna elettorale della Lega in città, sin lì invisibile. Ma da dove deriva questa liquidità?

Andiamo con ordine: parliamo di Franco e Nuccio Recupero, proprietari di un’emittente locale che fanno le cose in grande per la campagna elettorale. Non solo, quasi impongono alcune candidature come quella di Anastasia Porpiglia. Ex Forza Italia, figlia di Vincenzo Porpiglia. Un nome che a Reggio dice qualcosa, perché segnalato dal magistrato designato come Presidente del collegio del Tribunale nel processo “Gotha” (Ornella Pastore) per un tentativo di “avvicinamento” destinato, nelle intenzioni, a perorare la causa di Paolo Romeo.

Paolo Romeo

Chi è Romeo? Ex missino, con frequentazioni nella destra eversiva (avrebbe coperto la fuga di Franco Freda), poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e ora nuovamente indagato nel processo “Mammasantissima” che prova a fare luce sui rapporti tra la massoneria e la ‘ndrangheta. I rapporti tra Romeo e Scopelliti sono saldissimi: in una intercettazione dice che lui creerà il “fenomeno” Scopelliti. Annotano i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio: «La strategia di Romeo è di ordine pratico. A partire dal giugno 2001 premier sarà Silvio Berlusconi, talché la ‘ndrangheta ritenne conveniente sostenere un candidato dalle medesime posizioni politiche, convinta che questo avrebbe garantito risorse finanziarie provenienti dalla spesa pubblica».

Nel 2012 c’è la seconda tappa. Scopelliti e Francesco Belsito, tesoriere della Lega quando c’era Bossi indagato in tre procure. E tra gli atti giudiziari emerge il collegamento: Brunello Mafrici, amico storico di Scopelliti. Consulente per l’allora ministro leghista per la Semplificazione Roberto Calderoli su indicazione proprio di Belsito. Il pentito Francesco Oliverio parla di Mafrici definendolo il “compare” di Reggio: “… Venni a sapere che i De Stefano (una delle cosche più potenti, ndr) operavano tranquillamente in Liguria facendo investimenti. Il “compare” mi accennò all’ex tesoriere della Lega Belsito e anche a chi lo aveva preceduto in quell’incarico. Un uomo che nel frattempo era morto, e che oltre a favorirli nel riciclaggio gli custodiva anche le armi”.

Ma che in Calabria la Lega abbia molti quattrini e molte risorse a cui attingere lo si poteva capire facendo un giro sulle nostre coste: ogni domenica spuntavano e spuntano gazebi “Noi con Salvini” intorno ai quali si aggirano figure che avevamo già visto altrove.

La situazione – se possibile – si è fatta ancora più tesa e calda in vista delle elezioni regionali. Forza Italia “tiene” ma perde pezzi che si devono pur riciclare da qualche parte e la Lega si difende meglio che può. Chiunque conosca un po’ le nostre zone sapeva bene che si sarebbero avvicinati e infiltrati. E infatti, mentre la Procura di Gratteri continua a indagare sui rapporti tra mafia e politica, alla corte dell’ormai defunta Jole Santelli scelta dalla Lega al posto degli Occhiuto – impresentabili anche per la… ‘ndrangheta!!! – comparivano anche i fedelissimi di Giuseppe Scopelliti, l’ex governatore della Calabria condannato a 4 anni e 7 mesi nel processo sui conti del Comune di Reggio, per chi non lo sapesse.

Dopo oltre due anni in carcere, Scopelliti sta ancora scontando la sua pena in semilibertà. E intanto i “suoi” hanno trovato casa nel partito di Salvini. Con la Lega, infatti, si sono candidati due personaggi che avete trovato appena qualche rigo più sopra: ancora una volta la “delfina” Tilde Minasi – risultata eletta – e l’editore reggino Franco Recupero, quello della liquidità e della famiglia Porpiglia (niente lascia e tutto piglia…). Ora, dopo tutto il casino giudiziario dei mesi scorsi, i due più importanti candidati alla presidenza del Consiglio regionale ovvero Domenico Creazzo e Giuseppe Neri, eletti con Fratelli d’Italia, uno arrestato e l’altro lambito dall’inchiesta, sono stati “cancellati”. Poi è saltata anche la candidatura di Pietropaolo, altro elemento di Fratelli d’Italia ma “pulito” e sponsorizzato da Wanda Ferro, e poi proprio per un soffio abbiamo evitato che Tilde Minasi si prendesse la poltrona di presidente del Consiglio Regionale, che invece è andata a Tallini, arrestato anche lui… Quasi come dire: quelli della Lega più sono impresentabili e più sono intoccabili. Specie fino a quando – dice qualcuno – ci sarà Gratteri al comando delle operazioni. E tutto torna alla grande, quasi come un 2+2 che fa… quattro. E Salvini inizia a stare sulle palle a sempre più calabresi, sia onesti che “disonesti” ed è quanto dire!