Calabria 2020/21, gli impresentabili: quando Tallini “favoriva” la moglie del giudice corrotto

Mimmo Tallini

C’è un politico catanzarese, che risponde al nome di Domenico Tallini, per gli amici Mimmo, che per non perdere la sua poltrona di consigliere regionale di Forza Italia, prima ha incensato Mario Occhiuto, pensando che fosse il cavallo vincente e subito dopo – come tanti altri, beninteso – si è “buttato” con Jole Santelli, ed è stato addirittura nominato  presidente del Consiglio regionale! 

Il soggetto – Domenico Tallini appunto -, arrestato da Gratteri per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio e successivamente scarcerato, non è per niente nuovo in Calabria, anche al di là delle ormai note vicende legate alle truffe che nascondevano – com’è stato dimostrato dalla Dda – accordi inconfessabili con il clan Grande Aracri.

Ora il suo nome è su tutti i media ma non c’è dubbio che il culmine della sua “popolarità” lo avesse già raggiunto nella primavera del 2012, quando, da assessore al Personale della famigerata giunta Scopelliti, è rimasto coinvolto in una vicenda che, al di là dei suoi sviluppi giudiziari, è comunque indicativa della “caratura” del soggetto. Ecco quanto scriveva Lucio Musolino su Il Fatto Quotidiano nel giugno del 2012. 

Un assessore della Regione Calabria indagato per una promozione sospetta, in una vicenda che però si salda a una delle più importanti inchieste di ‘ndrangheta al nord degli ultimi anni, quella contro il clan Valle-Lampada, che ha portato, tra gli altri, all’arresto del giudice Vincenzo Giglio. L’assessore al Personale Domenico Tallini si è visto notificare un provvedimento di acquisizione dal pm di Catanzaro Gerardo Dominijanni. Con lui era indagata, a quanto si sa per abuso d’ufficio, la dirigente regionale Rosalia Marasco. L’inchiesta riguarda la nomina a dirigente generale del dipartimento Controlli di Alessandra Sarlo, moglie del giudice arrestato.

Il dipartimento Controlli fu istituito da zero nel 2011, secondo gli inquirenti con l’esclusivo scopo di creare un posto di vertice per Alessandra Sarlo. A supporto di questa ipotesi, la rapidità nel conferimento dell’incarico, affidato pochi giorni dopo la pubblicazione del bando, per di più il 16 agosto. E l’idea di istituire il nuovo dipartimento era stata proprio dell’assessore Tallini. Alessandra Sarlo diventa direttore generale esterno, dopo essere stata commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Un incarico che sta alla base dell’ accusa di corruzione contestata al consigliere regionale Franco Morelli nell’ambito dell’indagine della Dda di Milano sul clan Valle.

Secondo i magistrati milanesi, proprio la carriera della moglie era la “ricompensa” per il giudice Giglio, a sua volta arrestato per aver passato informazioni riservate su indagini e affari a Giulio e Giuseppe Lampada, eminenza grigia degli affari milionari del clan calabrese trapiantato in Lombardia. Ai Lampada era strettamente legato anche il consigliere regionale Morelli. L’Asp di Vibo verrà poi sciolta per mafia… 
Per quella vicenda, alla fine, a pagare per tutti fu Franco Morelli, il compare del mio compare… Tallini ne è uscito alla grande e finanche dopo il tracollo del suo ex presidente Scopelliti, si è rimesso in carreggiata e nel 2014, nonostante la disfatta del centrodestra, è stato eletto. Così come in questa tornata elettorale.
Le cronache giudiziarie si sono interessate di lui, sempre in quel periodo, per una vicenda legata a liste elettorali taroccate, violazioni delle leggi speciali in materia elettorale, elenchi di sottoscrittori fasulli, falso ideologico e materiale in atto pubblico all’epoca delle elezioni comunali di Catanzaro vinte da Sergio Abramo. Di questo era accusato Tallini, insieme a Maurizio Vento, Massimo Lomonaco, Onofrio Dominici e Barbara Veraldi nel corso dell’anno horribilis 2014. Ancora una volta le indagini erano condotte dal sostituto procuratore, Gerardo Dominjianni. Poi tutto venne trasferito a Salerno ed è finito in un nulla di fatto.
E oggi finalmente tutti sono costretti a parlare del suo pesantissimo coinvolgimento per associazione mafiosa nell’indagine della Dda di Catanzaro che è soltanto all’inizio, come potete desumere da questo articolo (http://www.iacchite.blog/catanzaro-e-la-massomafia-tutti-gli-uomini-del-presidente-indagato-per-416-bis/), e dall’inchiesta dalla quale sono usciti fuori molti particolari pesanti sulle “scatole cinesi” di Mimmo Tallini, accusato apertamente anche di riciclaggio (http://www.iacchite.blog/catanzaro-e-la-massomafia-le-scatole-cinesi-di-mimmo-tallini-e-soci-il-caso-farmaeko/). Non c’è dubbio che fosse un profilo perfetto per il centrodestra calabrese ma a tutto dovrebbe esserci un limite…