Calabria 2021. Ecco la foto che smaschera Letta e Amalia Bruni: prendono ordini da Madame Fifì

di Saverio Di Giorno

Se non fosse stato chiaro che la dottoressa Amalia Bruni è solo una foglia di fico (morto) ora lo è. Il cambiamento promesso, il codice etico, le garanzie sono tutte balle. Come si possono garantire queste cose se ci si siede al tavolo con Enza Bruno Bossio (meglio conosciuta dai lettori di Iacchite’ come Madame Fifi)?

Andiamo con ordine e vediamo cosa ci racconta o meglio cosa ci conferma la foto di questa bella combriccola che ha iniziato a circolare ormai da più di un mese su varie chat e rappresenta la “barzelletta” di questa campagna elettorale.

Al centro c’è Enrico Letta, segretario nazionale del Pd. Molti si aspettavano aria di cambiamento da Letta. Un’attenzione al territorio e all’ascolto, ma è evidente che anche lui non può fare nulla contro i potentati e le famiglie calabresi. Tutti, Letta compreso, non possono che discutere e scendere a patti con loro.

Alla destra c’è appunto Enza Bruno Bossio. Raccontare, ma anche solo riassumere i trascorsi politici e giudiziari della Bruno Bossio è impossibile in poche righe e anche inutile per quanto sono conosciuti. Moglie e collega di Nicola Adamo è uno dei pezzi da novanta del Pd calabrese. Indagata o implicata in quasi tutte le vicende su cui poi ha voluto far luce la magistratura e riguardanti appalti o fondi pubblici. Il primo a indagarla fu proprio De Magistris. Un comitato d’affari politico-affaristico rigorosamente bipartisan (centosinistra o centrodestra è la stessa cosa) gestiva allora, ai tempi di Why Not e Poseidone (2007-2008), e gestisce ancora oggi gli appalti in Calabria e pilota i finanziamenti dello Stato e dell’Unione europea. Nella depurazione delle acque, negli aiuti alle aziende, nell’informatica (dove Madame Fifì ha razziato l’impossibile), nella sanità… Un magistrato, Luigi De Magistris appunto, lo aveva messo sotto accusa. Al di là degli esiti processuali restano come sempre i comportamenti. Quelli danno il peso del personaggio. Quando Gratteri indagò (maldestramente) per la prima volta su Piazza Fera a Cosenza ci si rivolgeva a lei per mettere a tacere voci scomode: “Giulia Fresca deve restare fuori dal cantiere, gli ho detto ad Enza Bruno Bossio” oppure “Questi politici sono come i delinquenti, ti ricattano…” si sentiva nelle intercettazioni. Ma ancor di più, persino Rainews raccontò un anno fa che, quando Saladino (il presidente della Compagnia delle Opere) fu indagato da De Magistris si rivolse a due politici di Cosenza, Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo, i quali a loro volta si rivolsero a un magistrato di Catanzaro (Alfredo Garbati) che poi si occupò delle indagini una volta avocate. È quindi il simbolo di quella mistura maleodorante di poteri che ingabbia la Calabria.

Se accanto ad Amalia Bruni (o dietro) c’è lei si spiega perché il Pd, questo Pd, non potrà mai avvicinarsi a De Magistris e quanto falso sia il suo cambiamento. Anzi… Si vede anche Antonio Viscomi all’estrema sinistra, altro parlamentare Pd e vicepresidente con la giunta Oliverio.

Tutti intorno festeggiano e mangiano allegramente intorno ad una torta con sopra la faccia di Tansi. Si dividono Tansi? La cosa fa anche un po’ impressione, quasi ricorda gli antichi riti vudù (visto che si parla di… cartomanti!!!) con cui si può controllare a distanza l’anima di una persona. Ad essere Tansi, ci sarebbe da preoccuparsi. Che sia andata proprio in questo modo? Ad ogni modo una parabola che ha del fatale per chi era partito con il combattere il PUT, Partito Unico della Torta ed è diventato la torta stessa… Ma non possiamo nascondere anche un certo sollievo: magari sarà la cricca stessa con la quale è sceso a patti a renderlo… innocuo (politicamente, per carità!) più di quanto già non lo sia.

Perché, infine, Amalia Bruni si sia prestata ad essere il portabandiera di questo carrozzone? Iacchite’ sta ricostruendo a ritroso tutti i fondi e le donazioni che negli anni sono arrivati al suo centro di ricerca. http://www.iacchite.blog/amalia-bruni-la-grande-pupara-della-sanita-catanzarese-centro-di-neurogenetica-una-truffa-che-va-avanti-da-25-anni/ Fondi enormemente più grandi dei risultati e quindi è anche normale che la dottoressa abbia sentito il bisogno di fare qualcosa per aiutare chi negli anni in un modo o nell’altro ha aiutato lei accordandole fiducia e soldi. Una truffa che va avanti da 25 anni e che questa banda di corrotti vorrebbe continuare ancora.