Calabria 2021. Forza Mafia insiste per Parente. Il Pd e gli impresentabili occulti: il caso Ernesto Alecci

Tallini – Parente, il duo massomafioso senza rivali a Catanzaro e provincia (Circoscrizione centro per gli addetti ai lavori) continua  la sua vergognosa campagna elettorale, mentre Robertino Occhiuto prende in giro i calabresi con la storiellina della Commissione Antimafia (che tutti conoscono ormai come una locale di ‘ndrangheta più… mafiosa degli impresentabili) sui controlli per gli impresentabili.

Alla fine della fiera, il 4 settembre 2021 le liste che Occhiuto presenterà a suo sostegno saranno zeppe di impresentabili, tutti suoi amici massomafiosi e cazzari che hanno rovinato negli ultimi 20 anni la Calabria, a partire dall’impresentabile Sergio Costanzo, cresciuto a pane e Tallini, che sarà il suo candidato di riferimento nella lista UDC. In pratica Occhiuto su Catanzaro sta ricomponendo lo zoccolo duro della massomafia che ha demolito e messo in ginocchio la città capoluogo, l’esempio più ambiguo e consociativo è proprio il consigliere comunale Sergio Costanzo, già rinviato a giudizio per l’inchiesta  Gettonopoli al Comune di Catanzaro, che era stato  assunto nella ditta “La Rosa Salvatore Zoomarket” nel febbraio 2015 con la qualifica di impiegato a tempo pieno indeterminato.

La ditta in questione è un negozio per la vendita di animali da affezione, inclusi articoli ed alimenti, ubicato a Catanzaro. Nel momento in cui  Costanzo viene assunto, avrebbe percepito un reddito annuo in crescendo: dagli iniziali 23mila euro sarebbe passato a 28mila euro, ricevendo un trattamento migliore rispetto agli altri suoi colleghi con pari qualifica. Anche in questo caso dal raffronto che i Carabinieri hanno operato tra le delibere e le retribuzioni mensili, gli stipendi di fatto sarebbero stati a carico del Comune, atteso che per l’anno 2016 a fronte di una spesa sostenuta dall’azienda per gli stipendi pari a 27.800,00 euro, il Comune avrebbe rimborsato 27.359,19 euro; nel 2017 la spesa per gli stipendi è di 28.005,00 euro mentre quella  relativa ai rimborsi effettuati dal Comune è di 23.425,88 euro; e per l’anno 2018 la situazione appare essere più paradossale se si pensa che la spesa sostenuta dall’azienda ammonta a 10.190,00 euro, mentre i rimborsi dell’Ente comunale sono maggiori ed esattamente ammontano a € 14.758,04.

Dall’esame dei bilanci di esercizio e conti economici della società “Zoomarket di La Rosa Salvatore”, tra l’altro è emerso che il 31 dicembre 2014, quindi l’anno precedente all’assunzione di Sergio Costanzo, l’azienda ha avuto un utile di 20.655,00 euro ed una spesa per salari pari a 49.949,00 euro; l’anno successivo, un utile pari a 22.868,00 euro e spese per stipendi  pari a 89.822,00 euro; nel 2016 risulta una spesa per stipendi di 107.634,00 euro ed un utile annuo di 20.919,00 euro. In sostanza l’assunzione di Costanzo avrebbe inciso sui costi e guadagni dell’azienda.  Ma c’è di più, il consigliere Sergio Costanzo non sarebbe risultato sul posto di lavoro in azienda, praticamente con l’assunzione fittizia, avrebbe ricevuto un rimborso complessivo, da gennaio 2016 a dicembre 2018 di 78.749,00 euro.

Roberto Occhiuto quindi presenterà a suo sostegno liste che saranno  composte da collettori elettorali impresentabili, tutti  massomafiosi e cazzari  D.O.P. Ormai è quasi certo che Mimmo Tallini non potrà candidarsi in prima persona. Arrestato nell’operazione Farmabusiness, scarcerato dal suo amico giudice corrotto Valea del Tribunale del Riesame, è ovviamente ancora indagato per ‘ndrangheta, e quindi “impresentabile” anche per la Commissione Antimafia. Ecco perché oggi ripiega – oltre che su Costanzo – sul suo factotum e finanziatore svizzero delle precedenti campagne elettorali, quel Claudio Parente, il re delle cliniche e Rsa truffaldine, indagato e con richiesta di rinvio a giudizio in corso insieme a due consiglieri comunali suoi scagnozzi nell’ambito dell’operazione “Corvo”. Sono accusati a vario titolo di corruzione e atti contrari ai doveri di ufficio e peculato, in una ipotesi di reato che mai e poi mai può essere accostata al semplice reato di abuso d’ufficio! Hanno già iniziato a mandare lettere per chiedere il voto con tanto di santini e simboli di Forza Italia o Forza mafia in spregio e totale violazione sulla legge che regolamenta la campagna elettorale.

L’operazione “Corvo” ovvero l’inchiesta della Procura di Catanzaro, coordinata dalla Guardia di Finanza, che nei mesi scorsi ha acceso i riflettori su episodi di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio, ha al centro tre politici: un ex consigliere regionale boss delle cliniche private dall’alto del suo impero di 12 strutture – Claudio Parente per l’appunto –  e due consiglieri comunali. Ora il sostituto procuratore Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore aggiunto  Giancarlo Novelli e del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, ha chiesto il processo per Francesco Gironda (53 anni), Giuseppe Pisano (44 anni) e Claudio Parente (65 anni), che risultano indagati per corruzione (Parente anche per peculato). E’ lui il noto “boss della sanità privata” Claudio Parente e sono suoi tirapiedi i due consiglieri comunali eletti nella lista di Officine del Sud (il movimento della ex schiappa dell’Us Catanzaro che aveva i piedi come ferri da stiro), Giuseppe Pisano e Francesco Gironda. Con tanto di  sequestro per  38mila euro (ovvero i soldi finiti nelle tasche del fratello e della convivente dei due consiglieri assunti come portaborse da Parente) da parte della Dda nei confronti di Parente, che ha ufficialmente sancito il “collegamento” tra la pratica del consiglio comunale della “Vivere Insieme” e le prebende ai congiunti dei consiglieri “parentiani” Pisano e Gironda.

Una sorta di “bingo”, che ha letteralmente messo al tappeto tutti gli aficionados della massomafia catanzarese. Due gli episodi contestati: il primo è l’approvazione di una delibera del consiglio comunale di Catanzaro (la n. 95/2018), con la quale il 13 settembre 2018 l’assise municipale deliberava favorevolmente (con il voto conforme anche di Gironda e Pisano) in ordine alla possibilità di cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale “Vivere insieme”, operante principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione e guidata direttamente e con prestanome da Claudio Parente. L’altro è l’assunzione, a opera di Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Giuseppe Pisano quali suoi collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il consiglio regionale.

La grande truffa di “Vivere insieme” e gli affari di Parente hanno sempre visto accondiscendente l’Amministrazione comunale e il silenzio sospetto di Sergio Abramo ne è la prova evidente. Tanto che nell’anno 2018 e il tentativo di rubare ai cittadini un bene pubblico, i suoli dati in concessione su un diritto di superficie alla Vivere Insieme, diventa più pressante e sfacciato perché nelle ultime elezioni comunali che avevano rieletto a sindaco Sergio Abramo, avevano fatto posto in Consiglio comunale proprio a quei due consiglieri Pisano Giuseppe e Gironda Francesco nella lista di Officine del Sud, il cartello affaristico-elettorale del boss Claudio Parente, socio occulto e compagno di merende di Massimo Poggi, presidente della Vivere Insieme.  Roberto Occhiuto ha dichiarato: «Ho proposto di introdurre per legge il controllo preventivo, e dunque prima del deposito ufficiale, delle liste da parte della Commissione parlamentare Antimafia, in modo che, qualora fossero riscontrati problemi, ci possa essere il tempo materiale per intervenire concretamente. Nei giorni scorsi ho chiesto alla relatrice Annagrazia Calabria e all’esecutivo di inserire questa misura già nel decreto Semplificazioni, in discussione la prossima settimana alla Camera dei deputati».

Tutte cazzate, è soltanto l’ennesima operazione di finto maquillage  al quale il centro destra si sottopone, infatti i peggiori impresentabili saranno tutti candidati. Massoni, massomafiosi, ndranghetisti, politici collusi e mazzettari, sono già candidati e sguinsagliati sul territorio a raccattare consenso per Roberto Occhiuto, perché solo così può vincere le elezioni, ed il tutto con la regia del senatore Giuseppe Mangialavori, alias Peppe ‘ndrina. Riuscirà il nostro “eroe” a sdoganare delinquenti del calibro di Vito Pitaro (uscente) e Francesco De Nisi (indicato in lista da tutte le indiscrezioni), largamente presenti in tutte le ordinanze delle operazioni della Dda di Gratteri su Vibo e provincia? E ce la farà a riciclare un vecchio “picciotto” come Michele Ranieli, che sta lavorando sotto traccia? Un capitolo a parte servirà poi per Cosenza e Reggio, delle cui realtà scriveremo nei prossimi giorni.

 CENTROSINISTRA – IL PD MAFIOSO –

La storia dei non candidabili non tocca come un peccato solo il centrodestra, ma anche il centrosinistra di Amalia Bruni che ha tra le sue file degli impresentabili occulti, come il sindaco di Soverato Ernesto Alecci. Infatti risulta da un’indagine già chiusa e depositata che la compagna con il cellulare dello stesso sindaco Alecci, prenotava ed acquistava droga e per tale motivo per il sindaco Ernesto Alecci c’è già una richiesta di rinvio a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta “The Keys”, per la quale è stata notificate a 29 persone indagate la chiusura indagini. Inoltre qualche aderenza del sindaco emergerebbe pure nell’inchiesta  “Last generation” dalla quale emerge come anche la cocaina per la Soverato bene arrivasse dal clan di Guardavalle. In particolare accertamenti ambientali degli investigatori hanno tratto la cessione di droga alla compagna del sindaco di Soverato Ernesto Alecci, presso palazzo Bencivenni.

L’inchiesta, diretta dalla DDA di Catanzaro e condotta dai Carabinieri della Compagnia d Soverato a partire dal 2019, ha consentito di individuare una specifica organizzazione malavitosa dedita alla gestione dell’attività di spaccio di cocaina nell’area del Basso Jonio catanzarese. Secondo l’accusa alcuni degli indagati avevano collegamenti con i vertici della cosca Gallace di Soverato. Il ruolo di “corriere” veniva spesso affidato a insospettabili minorenni che avevano il compito di trasportare lo stupefacente nel Soveratese per distribuirlo ai pusher attivi nelle locali piazze di spaccio.

Si tratta di un’inchiesta nella quale ci sono l’imprenditore, l’ingegnere, l’avvocato, il politico-sindaco, e quelli che la sera occupavano i tavoli del ristorante di Moreno Tortorelli, dove si ritrovava la gente che conta. La Catanzaro bene e da bere la potevi incontrare li a due passi dal lungomare di Soverato. Eppure dietro quella patina dorata, tra ostriche e pesce crudo, si celava qualcos’altro. Così tutti i grandi elettori del sindaco Ernesto Alecci, sono finiti in manette con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti: lo chef Moreno Tortorelli, la sorella Annalisa e suo cognato Antonio Bressi. Proprio questi ultimi sarebbero al centro di una fiorente attività di spaccio di coca che aveva come centro nevralgico il loro esercizio commerciale, una macelleria.

Ci auguriamo che il procuratore Gratteri non si faccia distrarre da qualcuno in merito alla posizione del sindaco Alecci, che potrebbe “perdersi o insabbiarsi” in qualche meandro o armadio della Procura di Catanzaro. Però il sindaco soveratese non si perde d’animo e continua la sua campagna elettorale grazie anche al sostegno economico di alcuni grossi imprenditori del catanzarese.

Gli imprenditori, già noti alla procura di Catanzaro, sono Massimo Procopio e Roberto Guzzo, i quali sostengono economicamente la campagna elettorale del candidato del Pd Ernesto Alecci, fiumi di danaro che servono non solo a comprare consenso, ma anche a ripagare il favore e lo scambio elettorale, ricevuto dal sindaco di Soverato per la concessione del megaprogetto di un’azienda fuori regione legata ai due palazzinari: Roberto Guzzo, deus ex machina della R.O.G.U. Costruzioni S.R.L. e Massimo Procopio, numero uno della COSTRUZIONI PROCOPIO SRL. Infatti il mega grattacielo o torre panoramica sorgerà nel cuore di Soverato, grazie alla speculazione edilizia garantita dall’Amministrazione comunale guidata da Ernesto Alecci.

L’imprenditore Roberto Guzzo sa di essere in grado di garantire protezioni di “intoccabilità” ai suoi sodali affaristi Alecci e Procopio, grazie alla miriade di rapporti massomafiosi e di traditori dello stato che egli nel tempo ha foraggiato ed unto bene. Di ciò ne è testimonianza plastica  la rivelazione d’ufficio, riscontrata nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita Scott”.  L’avvenuta rivelazione d’ufficio i militari del ROS dei Carabinieri l’hanno scoperta nel corso di una intercettazione ambientale del 3 agosto 2019, mentre ascoltavano il colonnello Naselli (arrestato nel blitz di Rinascita Scott), che prima di salutare l’avvocato Giancalo Pittelli rivelava: “Ah, ti devo dire una cosa io! Attenzione a Roberto! Pare che ha la Finanza addosso”. Il “Roberto” in questione, all’anagrafe è l’imprenditore Roberto Guzzo, anch’egli al momento non indagato in questo procedimento, che era monitorato o comunque oggetto di investigazione della Guardia di Finanza. L’avvocato Giancarlo Pittelli gli rispondeva: “Non lo voglio vedere neanche”. Capito come siamo messi?