Calabria 2021. Il sondaggio di Irto e il delirio di Oddati

A leggere quello che scrive Irto la domanda che sorge spontanea è questa: ma chi te le ha dette queste cose?

Dice Irto sulla sua candidatura: “Mi metterò al servizio dei calabresi, della mia parte politica e del centrosinistra e ci faremo una ragione di qualche defezione. Il centrosinistra nella sua configurazione “classica” ha dato dimostrazione nell’ultimo anno di saper vincere le Regionali. Sono convinto che anche in Calabria sarà così perché i calabresi sono stanchi sia del malgoverno della destra, sia della demagogia e del populismo”.

Ora, Irto dovrebbe spiegare come fa a sapere che i calabresi sono stanchi della destra e del populismo, chi glielo ha detto? Ha commissionato qualche sondaggio porta a porta per chiedere ai calabresi come la pensano, oppure si è affidato alla sfera di cristallo? E poi come fa a dire che i calabresi sono stanchi solo della destra e del populismo ma non del Pd?

Irto parla come se sapesse già il responso delle urne, e questo perché si dice sicuro dell’amore dei calabresi nei confronti del Pd che ha governato, con Palla Palla, la regione con scrupolosa serietà politica e trasparenza amministrativa, tanto da ingenerare nei cittadini una profonda voglia di votare, appena ne hanno avuto l’occasione, la Santelli. Irto accusa gli altri di demagogia, senza tener conto dell’assurdità delle sue parole che trasudano demagogia da ogni poro.

A rincarare la dose di demagogia espressa da Irto, il plenipotenziario (de che?) Oddati, componente della segreteria nazionale del Pd che ancora non ha spiegato se la candidatura di Irto da lui sostenuta è un fatto personale oppure una determinazione dell’intera segreteria nazionale del Pd. Dice Oddati su Irto: “Nicola ha dimostrato attaccamento alla sua terra. È il candidato giusto, una scelta di discontinuità”. Ora, le cose sono due: o Oddati vede i calabresi come trogloditi che girano ancora l’anello al naso incapaci di distinguere il vero dal falso perché facilmente suggestionabili, oppure ha ingerito qualche droga allucinogena che lo fa delirare.

Irto rappresenta non solo la vecchia e stantia nomenklatura politica legata ai capibastone storici del Pd in Calabria, ma incarna la perfetta figura capace di garantire la continuazione del sistema masso/politico/clientelare principale responsabile del disastro economico e sociale in cui versa la Calabria. Nicola è cresciuto nel vivaio dei Minniti dove la prima cosa che si impara è come trarre profitto economico e politico dalla cosa pubblica. Altro che discontinuità e il bene della Calabria! Irto l’unica cosa a cui pensa è quella di sistemarsi per la prossima legislatura. Sono tanti gli interessi personali che deve tutelare. Rientrare in consiglio è il suo principale obiettivo, altro che presidente della regione Calabria!

Sa bene Irto che non ha nessuna possibilità di competere contro la coalizione De Magistris/Tansi, e contro la coalizione di centrodestra. Il terzo posto è assicurato, sempre che non spunti una candidatura di Palla Palla o chi per lui, il che sarebbe una vera e propria disgrazia per Nicola. E se così sarà il rischio di non “classificarsi”, diventa alto. Il No di De Magistris lo ha di fatto costretto a rischiare il tutto per tutto, perché ha capito che posti nelle liste per lui e i suoi compagni di merende, nella grande alleanza civica che si va formando, non ce ne sono. Devono fare da soli se vogliono far parte della partita. Ma soprattutto devono sperare in una sua investitura ufficiale da parte di Zingaretti che, all’oggi, sul nome di Irto non si è mai espresso.

Insomma le parole di Irto più che delineare scenari positivi per il Pd, sembrano le parole di un disperato che non sa più a quale Santo votarsi. Si sa: senza il voto ai Santi le porte del paradiso difficilmente si apriranno. E per Irto la strada per l’inferno si fa sempre più vicina.