Calabria. Silvio Greco (e le sue alghe) consulente del centromafia: da Lady truffa a Robertino il passo è brevissimo

Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi sul fatto che centrodestra e centrosinistra, soprattutto in Calabria, siano la stessa cosa e giochino con la stessa squadra (quella della corruzione e del magna magna), la conferma è arrivata qualche tempo fa direttamente dal Tirreno cosentino. Robertino Occhiuto, infatti, presentando la tragicomica candidatura di Diamante a capitale della Cultura (ovviamente massomafiosa, visto che il sindaco è ancora Don Magorno) abortita in maniera fragorosa e scontata, ha annunciato urbi et orbi che avrebbe nominato subito un consulente.

Per la depurazione e quindi per “migliorare” le condizioni vergognose del nostro mare ha scelto nientepopodimenoche Silvio Greco, di professione biologo marino, già (fallimentare) assessore della Giunta Loiero, e notoriamente sostenitore della candidatura della scienziata delle truffe, al secolo Amalia Bruni. Il bello è che Greco gliel’ha detto che non ha votato per lui, ma Robertino ha annunciato ugualmente che lo nominerà consulente… Tanto – gli ha detto – o io o Amalia è la stessa cosa e Silvio, consultate le sue alghe, è stato felice di dire sì al suo nuovo “padroncino” che gli farà guadagnare tanti soldini (1 milione e 300 mila euro!!!) per non fare un bel nulla, come sempre del resto. Ma cerchiamo di far capire meglio ai nostri lettori chi è Silvio Greco.

Tutti sanno che sono stati Franco Pacenza ed il professore Silvio Greco a scrivere il “nuovo” programma di governo della candidata della truffa Amalia Bruni, Una “genialata” che è venuta fuori dal suggeritore fuori onda che manovra per necessità di squadra criminale Lady truffa, l’ormai conosciuto Rubens Curia, diventato competente e sodale del sottobosco ecclesiastico regionale, che traffica con gli anziani e con la mafia, avendo vestito oggi il saio sotto il colletto bianco. Già, proprio lui che sotto il governo Loiero ha fatto i migliori traffici e le migliori porcherie con la sanità calabrese, favorendo ovviamente la sua complice Amalia Bruni, basta chiedere contezza all’assessore alla sanità dell’epoca Doris Lo Moro…

Il duo artistico Pacenza e Greco è abbastanza noto alla cronaca anche a quella giudiziaria. Il primo, Franco Pacenza è stato delegato alla sanità del governatore Mario Oliverio, famosa è la sua frase “Se salta Cosenza, salta tutto” del febbraio 2019 in una intercettazione della magistratura cosentina, riferendosi all’Asp di Cosenza, i cui bilanci dal 2015 al 2017 erano palesemente falsi, tanto che quello del 2018 non venne approvato. Situazione non certo cambiata nel tempo, oggi siamo sempre allo stesso punto, mentre l’indagine della magistratura cosentina si è persa, come a sottoscrivere il clima di collusione di palazzo di Giustizia, il leggendario porto delle nebbie guidato dall’enigmatico Gattopardo de noantri.

Il secondo, Silvio Greco il professore, invece fu assessore regionale all’Ambiente della giunta Loiero, detto “il re del mare” per la sua capacità di affermare che la merda che galleggia nei mari calabresi fossero alghe, lo stesso di quanto avviene oggi in Calabria dove il turismo è inquinato dalla stessa merda che anche Fausto Orsomarso, il suo successore all’Ambiente, confonde con le alghe. Anche lui, Silvio Greco come tutti quelli che sono la regale corte di Amalia Bruni, ha avuto l’onore delle cronache giudiziarie, quando una inchiesta partita da Udine sulla gestione delle emergenze ambientali, bussò alla sua porta ed a quella del fratello Raffaele, con le accuse di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, tentata corruzione, concussione e abuso d’ufficio. Silvio Greco, nel 2014, figura tra gli indagati per il suo passato di funzionario all’Icram (Istituto centrale per la ricerca applicata al mare), mentre Raffaele Greco, il fratello, per la qualifica che all’epoca rivestiva di presidente della Nautilus di Vibo Valentia, società a cui erano state affidate le attività di caratterizzazione della laguna, costata circa 4 milioni di euro, ma rimasta priva di validazione.

Il nome di Silvio Greco ritorna in evidenza nel dicembre 2020, quando il “nuovo” centrosinistra insieme a Tansi “Paperino” (con il cappuccio) si interroga sulla figura del candidato alla presidenza della Regione Calabria, ancora prima di scegliere la truffatrice Amalia Bruni come opzione esterna ma contigua alla logica della massomafia, e così i fatti riportati da Calabria7: «Tansi ha partecipato alla riunione di ieri notte e preliminarmente ha posto due condizioni. “Il candidato presidente sono io” (o al massimo qualcun altro dal profilo indiscutibile) insieme alla richiesta rivolta in particolare ai partiti di governo di presentare liste che perseguano realmente la necessità di rinnovamento. Poste queste due condizioni, il geologo cosentino ha lasciato i lavori per ragioni di opportunità (l’assemblea è stata chiamata a discutere la sua di candidatura) e in rappresentanza del suo movimento “Tesoro Calabria” è rimasto il sindaco di Santa Maria del Cedro Ugo Vetere. A quel punto le varie anime presenti in assemblea hanno concordato che Carlo Tansi avrebbe dovuto svolgere un ruolo autorevole all’interno della coalizione ma non certo quello di candidato a governatore. I nomi sul tavolo non sono mancati e, lato 5 Stelle, è ricomparso anche quello del presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra mentre i nomi graditi a Sinistra Italiana e a Calabria Aperta di Nicola Fiorita sono quelli di Anna Falcone, del docente universitario e attuale vicesindaco di Reggio Calabria, Tonino Perna, e dell’ex assessore all’ambiente della Giunta Loiero, Silvio Greco».

La storia poi per alcuni versi ha preso direttrici diverse, ma un fatto resta solido, che la questione morale è un ostacolo da superare, che le mascheriate di Carlo Tansi sono solo recite a contratto e che, quello che si posiziona a sinistra non è sempre limpido semmai è la continuità di quel metodo criminale e massomafioso che si vuole spacciare per politico, la consecuzione logica di un cancro della politica nella regione Calabria nella complicità fra centrosinistra e centrodestra.

Si arriva così alla scelta “esterna” di Amalia Bruni, benedetta sottotraccia anche dagli Occhiuto boys, ma non perché è la scienziata di fama internazionale, non perché è l’espressione di un civismo pensante, non perché vicino al compendio politico del Pd, ma solo perché è assetata di denaro per mantenere in piedi il suo giocattolo della truffa sanitaria, la vera caratteristica autentica del soggetto e il suo anello debole.