Calabria 2021/22. Tira una brutta aria per gli Occhiuto: chi è l'”uccellino” che canta su Posteraro, Di Puppo e Potestio?

Tira una brutta aria per gli Occhiuto e non solo per Mario, come tutti pensavamo vista la mole di processi e rinvii a giudizio, ma anche per il fratello “furbo” del cazzaro (che non ha più l’immunità parlamentare, quella che Mario il cazzaro vorrebbe conquistarsi alle prossime Politiche). Robertino dev’essere trasalito quando ha ricevuto la telefonata – poco meno di un anno fa – di Giovanni Tizian, giornalista di “Domani”, il quotidiano dell’ingegnere De Benedetti (https://www.iacchite.blog/robertino-e-la-famiglia-posteraro-bonifici-sospetti-lantiriciclaggio-di-bankitalia-e-il-prestito-del-mediocredito/).

“Perché questi qua si mettono ad indagare adesso su di me, sui Posteraro e persino su Potestio? E che cos’hanno di preciso in mano?”. Fatto sta che per due giorni, il quotidiano di De Benedetti ha messo Robertino nel tritacarne e ne ha offerto all’intero Paese l’immagine dell’ennesimo parassita sociale che vuole prendersi il potere grazie alle connivenze con i colletti bianchi deviati dello stato e con i messaggeri della ‘ndrangheta. Eh già, perché Francesco e Paolo Posteraro altro non sono che colletti bianchi finanziati dallo stato che si sono resi utili agli affari di Robertino, notoriamente “allergico” al lavoro. E Carminuzzu Potestio, come ormai scriviamo da anni, è stato ed è l’uomo degli Occhiuto all’interno della criminalità organizzata ma adesso è stato “trasferito” nel fantastico mondo della sanità privata cosentina, dove speculando sulla sigla ANMI (che vuol dire associazione nazionale mutilati e invalidi) e adesso anche con un’altra associazione costruita ad hoc a Rogliano, fa soldi a palate. In sostanza, questi sono ancora peggio della scienziata del Pd che specula sui malati di Alzheimer. Robertino e la sua cricca di delinquenti alzano soldi addirittura sulla pelle dei mutilati e degli invalidi civili. Roba da non credere se non fosse “regolarmente” certificata da tutti gli atti possibili e immaginabili. (https://www.iacchite.blog/calabria-2021-la-dinastia-degli-occhiuto-tra-politica-e-affari-opachi-il-ruolo-di-carmine-potestio/).

Ma perché un giornale come quello di De Benedetti ha messo nel mirino Robertino il parassita? E’ del tutto evidente che qualche “uccellino” deve aver emesso un dolce cinguettio che è arrivato fino all’ingegnere e ai suoi dipendenti. “Uccellini” che sono partiti addirittura da dentro quel gran carrozzone che è la Banca d’Italia, che ha messo in moto la sua “intelligence” dell’antiriciclaggio per andare a vedere cosa combinano i Posteraro e gli Occhiuto con queste quattro società che sono a tutti gli effetti le solite, trite e ritrite “scarole cinesi”. Basti pensare che le sedi di queste società si trovano a Roma e a Cosenza esattamente nelle abitazioni della famiglia Posteraro. Sembra di essere ritornati a Why Not quando nella leggendaria Via dei Martiri 43 (l’abitazione di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio) avevano sede addirittura nove società “scatole cinesi” che facevano razzia di fondi pubblici per l’informatica.

I Posteraro e gli Occhiuto, invece, “trafficano” vino e l’antiriciclaggio di Bankitalia non ha certo drizzato le antenne per gli ultimi 21mila euro dei quali Robertino ha avuto bisogno per le sue “esigenze” personali (comprarsi qualche altro voto…) ma soprattutto per tutta quella massa di “soldini” (350mila euro!) che è arrivata sotto la voce di “prestito” per la cricca del fratello furbo del cazzaro. E Dio solo sa quanto la parola “prestito” diventi tragicomica se accostata alla parola “Occhiuto”…

Ma non c’è solo questo aspetto dietro all’inchiesta di “Domani” che continua a turbare le notti di Robertino e dei suoi amici, più o meno fidati. Il coinvolgimento di quel pezzo di malacarne di Carminuzzu Potestio è il chiarissimo segnale che non c’è solo Bankitalia a controllare le mosse del soggetto ma addirittura zio Nicola Gratteri in persona, che ormai da tempo ha attivato le sue attenzioni sul braccio destro degli Occhiuto e ha raccolto centinaia e centinaia di testimonianze, soprattutto di pentiti, che rivelano i suoi collegamenti con il clan Lanzino-Patitucci, oggi confederato con tutti gli altri clan e che hanno portato addirittura all’arresto di Marcello Manna.

Ma i debiti si pagano e dev’essere anche per questo che Robertino non è stato in grado di dire di no all’operazione Ferrovie della Calabria. Eppure sapeva e sa perfettamente che l’uomo proposto da Posteraro per il ruolo di amministratore unico altri non è che il nipote di Michele Di Puppo, universalmente riconosciuto come luogotenente di Lanzino prima e Patitucci dopo. E allora, siamo davanti ad una clamorosa prova di forza di Roberto Occhiuto o siamo davanti al punto di non ritorno?

Le protezioni all’interno della magistratura corrotta che ancora regna sovrana nella zona franca di Cosenza hanno retto alla grande, ci mancherebbe. Magistrati corrotti che rispondono soprattutto ai nomi di Giuseppe Cozzolino e Mario Spagnuolo, sugli intrallazzi dei quali la documentazione è ormai infinita. Ma anche le coperture che sembravano più granitiche potrebbero crollare miseramente e se davvero fosse così, Robertino non riuscirà tanto facilmente a “conservare” anche il successo elettorale facile facile ottenuto a ottobre.

Perché da qualche mese ormai l’avversario più pericoloso degli Occhiuto non è De Magistris e nemmeno il Pd di Madame Fifì ma zio Nicola Gratteri in persona. Con tanto di “megafono” persino dell’ingegnere De Benedetti e con la chiusura del cerchio sul nome del nipote di Di Puppo che suona quasi come la “ciliegina” sulla torta. Ché altrimenti “Domani” mai e poi mai si sarebbe preoccupato di fare le pulci a un soggetto come il fratello furbo del cazzaro. Non vi pare?