Calabria 2021. Tutta la paranza massomafiosa contro la candidatura di De Magistris

Finalmente è arrivato l’annuncio ufficiale: Luigi De Magistris sarà il candidato alla presidenza della Regione Calabria alle prossime elezioni regionali di una larga coalizione civica. Rompe gli indugi De Magistris dopo aver sondato in lungo e in largo la Calabria, e dice: “Mi candido perché è dal basso che arriva la richiesta. Ed è per questo motivo che accetto la sfida”.

E sulla sfida non c’è dubbio: De Magistris sfida a viso aperto tutta la vecchia e stantia nomenklatura politica calabrese responsabile di oltre 40 anni di furti e saccheggi a danno dei calabresi. Ed infatti la risposta dei capibastone politici calabrese non si è fatta attendere. E via con le dichiarazioni contro l’ex pm: non è calabrese, la Calabria non ha bisogno di estranei, la sua candidatura è una offesa ai calabresi, non ha le capacità per governare una regione come la Calabria, ma l’accusa principale che i mammasantissima della politica calabrese rivolgono oggi a De Magistris è quella di aver “fallito” nelle sue imprese da pm, su tutte le inchieste Why Not e Poseidone, entrambe finite con un nulla di fatto. E questa per i boss dei partiti locali è una colpa che nessuno può cancellare: De Magistris è un nemico giurato della paranza politica calabrese, ha osato mettere alla sbarra gli amici degli amici. E a queste latitudine, pretendere legalità dalla classe politica, è un torto difficile da dimenticare.

È chiaro che non hanno argomenti politici per contrastare quella che si annuncia come un candidatura forte che potrebbe risvegliare le coscienze addormentate della tanta brava gente che vive in Calabria, e questo fa paura alla casta dei magnaccioni. De Magistris potrebbe riaccendere le speranze di tanti che da tempo non si recano più alle urne. Una corposa fetta di popolazione che in Calabria è pari al 50% degli aventi diritto al voto: l’astensionismo, il più grande partito calabrese.  Ed è principalmente ai delusi, ai disillusi, a chi si sente tradito dalla politica che De Magistris si rivolge. Una mossa che ha creato il panico nei tanti maneggioni massomafiosi che per conto delle ‘ndrine organizzano i “pacchetti di voti” per i politici corrotti.

Le accuse mosse a De Magistris da parassiti sociali, politici corrotti e collusi, e tutta la fetenzia che gli ruota attorno, sono l’ultima linea di difesa a loro disposizione: sperano ancora di poter “intortare” la gente con il finto garantismo che come sappiamo, in Calabria e in Italia, vale solo per gli amici degli amici. Accusano De Magistris di essere un manettaro, senza tener conto (o meglio fanno finta di non saperlo) che il lavoro di De Magistris da pm è stato boicottato da tutti: giudici corrotti, politici collusi, e partiti asserviti alle ‘ndrine. Quando tocchi i veri fili dei poteri forti è questo che succede a chi prova a denunciare il vero malaffare: isolamento, ostacoli di ogni tipo, accuse di infamità, e tutto il repertorio possibile e immaginabile utile a distruggere una persona.

Gli argomenti usati dai massomafiosi per denigrare De Magistris, fanno ridere: come se in Calabria esistesse una magistratura seria e onesta. Lo sanno tutti, anche i bambini, come funziona la Giustizia in Calabria. E lo abbiamo visto con tutto quello che è successo nel distretto giudiziario a Catanzaro con l’allontanamento di pm corrotti dagli uffici della Dda, e con le inchieste di Salerno che parlano di 15 magistrati indagati per corruzione e collusione con la ‘ndrangheta. Su tutti il caso del giudice Petrini (ex presidente della corte d’Appello di Catanzaro arrestato dalla procura di Salerno per corruzione) che ben restituisce, a chi vuole realmente capire come stanno le cose, il funzionamento della Giustizia in Calabria: le sentenze si comprano tanto al chilo. Il che garantisce l’impunità a tutti gli amici degli amici. Ed è chiaro come la luce del sole che le inchieste dell’allora pm De Magistris sono state fatte a pezzi, con motivazioni che lasciano il tempo che trovano, dall’intero apparato della malagiustizia che da sempre opera indisturbato in terra di Calabria.

Più che parlare degli insuccessi dell’allora pm De Magistris, la classe politica che lo accusa di questo, dovrebbe chiedersi a chi è affidata la giustizia in Calabria. Cosa che non fanno perché appartengono tutti alla stessa paranza malavitosa. E la prova di come funziona la Giustizia a cui fanno riferimento gli imbroglioni e gli impuniti, sta tutta nell’inchiesta di Salerno sul sindaco di Rende Manna, beccato dalle telecamere della GdF nell’atto di corrompere il giudice Petrini, con tanto di consegna di una bella bustarella farcita, e nonostante la prova schiacciante, Manna è ancora il sindaco di una delle città più importanti della Calabria: Rende. In questa situazione chiunque ha indagato pezzotti politici e massomafiosi, è finito con l’essere trasferito e le inchieste insabbiate. Che non è certo una novità in Calabria. Perciò di quale magistratura parlano i picciotti dei partiti incaricati di denigrare De Magistris, quando fanno riferimento al flop delle inchieste dell’allora pm? Di sicuro a quella che li protegge e gli garantisce l’immunità.

Del resto se a muovere accuse contro il sindaco di Napoli sono personaggi del calibro di  Nicola Adamo, Madame Fifì, Roberto Occhiuto, Meloni, Salvini, Orsomarso, Bevacqua, Irto, Minniti, Cannizzaro, Tallini, Incarnato, e tutta la munnizza che gli sta attorno, ovvero i distruttori della Calabria, per chi conosce realmente tali personaggi, è un motivo in più per votare De Magistris.

Per quel che riguarda invece l’accusa di non essere calabrese, il significato recondito di questa affermazione è presto detto: in Calabria a rubare devono essere solo politici calabresi, perché ai calabresi piace essere derubati solo da “paesani”. A dire questo anche quelli che fino a qualche tempo fa difendevano Gino Strada dalle accuse di colonialismo di Spirlì, una manica di poveracci che vede nella candidatura di De Magistris un impedimento alla prosecuzione dei loro intrallazzi.

Intorno alla candidatura di De Magistris adesso si può costruire un progetto che parli di democrazia, diritti sociali e lavoro. Per tutti quelli che non credono più nelle parole dei soliti parassiti politici, quella che si presenta è l’occasione giusta per porre fine allo strapotere mafioso dei partiti in Calabria. E il sol fatto che tutto questo ha creato ansia, panico e sgomento in tutti i ladri di stato, i parassiti della sanità privata e i loro lacchè, è già di per se, vittoria o sconfitta elettorale a parte, un motivo di forte goduria.

Ora spetta ai calabresi fare la scelta: confermare il vecchio sistema truffaldino, oppure aprire le porte alla legalità e alla democrazia: De Magistris presidente della Regione Calabria? Perché no! Why Not…