Calabria, cosa ci insegna l’emergenza virus: massoneria e sanità vanno a braccetto (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Ogni emergenza porta alla luce situazioni non più demandabili, come è successo con le carceri, e così è per la sanità calabrese. Ora (forse) è diventato chiaro (ai calabresi) che non basta avere un amico in politica, o votare per questo o quello per stare al sicuro in caso di problema. Ed è scandaloso con quale candore si sia affermato che “ci vuole l’esercito” e che “i posti letto sono finiti”, come se fossero arrivati ieri. Ma non basta l’indignazione indistinta, qualunquista, occorre capire chi, dove, come e quando. Un passo forse lo sta facendo la magistratura, quella salernitana, quella che indaga sui giudici.

Se è vero che esiste un centro di potere cosentino che gestisce in maniera compatta risorse e potere, se è vero quindi il “teorema” De Magistris, questo non può che passare per la sanità. Perché l’idea è appunto questa: che non ci siano semplici episodi di corruzione o incompetenza slegati tra loro, ma che la regia sia unica.

Quindi da dove partire? Dalla relazione parlamentare su ‘ndrangheta e massoneria del 2017. Il discorso sarebbe lungo e interessante. La relazione individua dei “reati spia” connessi a strutture pubbliche infiltrate. Tra questi le situazioni debitorie alte, il falso in bilancio, la bancarotta fraudolenta. Insomma, se ci troviamo con soldi in meno e bilanci falsi, gatta ci cova. Poi, la relazione focalizza sulle Asp di Locri e Cosenza. Su quest’ultima in particolare si individuano 23 persone iscritte a logge massoniche ufficiali (GOI o GLI). Ancor più interessante è che in questa lista mancano persone che erano presenti invece tra il 93-94. Che fine hanno fatto? E perché sono stati cancellati?

Le nuove indagini ci parlano di logge coperte, all’interno di altre logge e di alcuni nomi “sussurrati” che ci sono solo su alcuni registri e non su altri. È questo il caso? Chi può dirlo. Però è un punto di partenza e non sorprende, quindi, che stando ad alcune indiscrezioni, il giudice di Catanzaro, Petrini, avrebbe ammesso di far parte di una loggia coperta. Subito dopo, tira fuori il nome di Santoro, un funzionario Asp, appunto. Insomma, massoneria e sanità vanno a braccetto. Santoro, per lungo tempo, ha avuto accesso a quella leva del rubinetto che sono i fondi per le cliniche private, molte delle quali in mano a prestanome della criminalità organizzata. Famose le accuse e le allusioni per quanto riguarda l’alto Tirreno cosentino. Ma anche le vicende riguardanti altre cliniche: come quelle di Cariati, iGreco, dove ritroviamo tutti i “reati spia” elencati nella relazione.

Poi, tornano in mente le recenti intercettazioni che riguardano Pino Gentile. Definito un “fratello” e tutti ricordano il suo finto impegno per quanto riguarda l’ospedale di Praia, sempre per rimanere nell’ambito dell’Alto Tirreno. E sempre di recente, il giornalista Francesco Cirillo ha denunciato di come le commissioni di invalidità siano colonizzate da persone che si sono occupate di politica e magari anche inquisite per come emerge anche dall’inchiesta “Re Nudo”; ancora è di scuola il caso di Pietro Filippo, parente del pm indagato Luberto, alias il professionista dei furbetti, che continuava a presiedere le commissioni e non è stato mai licenziato dall’Asp di Cosenza nonostante le condanne definitive per falso e truffa.

Ma a questo punto, se il lettore non ha già le vertigini, è anche troppo facile mettere in fila i pezzi. Siamo certi che lo stia facendo la magistratura, ma non solo quella.

È chiaro che c’è una parte di potere cosentino che è in difficoltà. Messo alle porte dai propri partiti e inquisito. Ma soprattutto scaricato dagli amici. Pino Tursi Prato, finito dentro nella rete insieme a Petrini, ha sempre detto (ai tempi di De Magistris) di essere stato il capro espiatorio. Ora, forse, ha la possibilità di riaversi e dire quelle cose che dice di sapere. I suoi storici “amici di intercettazioni” (Adamo & Co) potranno ancora intimidire qualcuno anche se continuano a comandare nel sempre più tragicomico Pd? Ma ancora: potranno favorire qualcuno? Luberto è stato indagato e trasferito insieme a molti altri per una vicenda che, guarda un po’, riguarda Ferdinando Aiello, ex parlamentare Pd da sempre sponsorizzato dalle cliniche private della Sibaritide (anche queste sotto indagine). Sono stati assolti, d’accordo, ma ormai sono fuori gioco: il magistrato è fuori dalla Dda di Catanzaro e Aiello ormai “lavora” per iGreco, in politica ormai è più che mai “bruciato”. È chiaro quindi come tutto si tiene?

Dire Ferdinando Aiello, significa dire anche Luca Lotti, Matteo Renzi e Magorno. Insomma, il potere renziano. E anche in questo caso la situazione non è bella: i loro amici al CSM (Ferri, Palamara) sono stati scoperti e messi all’angolo. Quindi, il Csm forse potrebbe avere un ruolo diverso da quello che ebbe ai tempi di De Magistris.

Ora però se è vero che tra i renziani si mormora di un avvicinamento ai leghisti (ben più forti di Pd e FI) e più amici di Gratteri e dei salernitani, è anche vero (e questo i renziani lo sanno) che non possono salvare capra e cavoli. Essere diventati quasi l’ago della bilancia ha dato a Renzi, e ai suoi, poteri di contrattazione che possono aiutare a fare qualche pressione, ma Salvini è stato chiaro: qualche sacrificio va fatto. Si è esposto troppo e qualche testa deve cadere. E lo sanno anche i vecchi padroni perché gli arrivano meno notizie, qualcuno a Roma non risponde al cellulare, qualcun altro non riesce mai a fissare un incontro. Ecco perché se si arriverà ad una conclusione farà comodo anche ai nuovi arrivati. Chi si salva e chi cade? Le scommesse sono aperte, ma una mezza idea è possibile farsela. Chi è stato più bravo a fiutare l’aria e allontanarsi dal Pd e da altri ambienti per tempo, magari ce la farà…

L’emergenza non ha fatto che rendere questo bisogno di chiarezza, necessario e urgente. Ma se ancora una volta non si vuole lasciare che tutto o una parte resti nel chiuso di uffici, procure e sim di telefoni, tocca ai calabresi tenere alta l’attenzione e chiedere chiarezza. Ora (forse) sarà chiaro che anche i santi in paradiso in caso di problemi non servono e ultimamente possono fare ancora meno. Come per le carceri, la situazione non è più demandabile e come se fossimo (i) detenuti occorre farsi sentire.