Calabria e massomafia, ecco chi è la protettrice “giudiziaria” di Ciccio Cannizzaro. Dal caso Claps al parente reggino

Felicia Genovese e Ciccio Cannizzaro

Sulle rive dello Stretto spadroneggia un gallo ruspante, che si atteggia a statista e invece risulta essere lo scarto del fu cavalier Silvio Berlusconi, pace all’anima (dannata) sua…

Nel caso reggino stiamo parlando di “Ciccio bummino”, al secolo Francesco Cannizzaro, quello che nella Giunta regionale del duo Santelli-Spirlì piazzò la cugina di 2° grado, cioè la Catalfamo, sempre fra un giro di tarantella ed una cacarella, come quella che si presero (cuginetta e soci) quando la Dda indagò su di loro per le vicende dei rifiuti. Oggi, proprio per avvicinarsi meglio al potere e alla gestione – tanto Robertino il parassita è pur sempre il fratello “furbo” del cazzaro – ha fatto di più e di meglio, cioè ha piazzato addirittura come vicepresidente la preside Giusy Princi, la quale è sempre cugina di “Ciccio bummino”, però di 1° grado. E visto che c’era, s’è messo anche a capo della segreteria regionale di Forza Italia prendendo il posto del “povero” Giuseppe Mangialavori detto Peppe ‘ndrina, ormai più sputtanato della porta della chiesa madre… sconsacrata tra le inchieste della Dda e l’invio delle commissioni d’accesso antimafia all’Asp di Vibo e nei comuni di Tropea, Mileto, Nicotera e Stefanaconi, tutti sotto il suo controllo. 

Del resto, in Calabria non c’è mai limite al peggio, soprattutto perché questo losco soggetto è uno che non si stanca mai di acquisire potere. E anche perché di santi in paradiso ne ha parecchi, iniziando dalla cerchia familiare, alla quale attinge a piene mani, a seconda dei gradi di parentela, dei posti da occupare, delle raccomandazioni da sponsorizzare e delle protezioni da ottenere.

Le sue ipotizzabili e probabili malefatte, politiche, gestionali e amicali, trovano una sponda protettiva, in particolare, nella moglie di un altro suo cugino – sarà una combinazione fortuita? – cioè Michele Cannizzaro, ovvero in Felicia Genovese, la quale non è la fata turchina, bensì un magistrato noto, soprattutto a Potenza, dove è riuscita a insabbiare persino il caso di Elisa Claps, la ragazza uccisa in condizioni equivoche da un rampollo della società bene nella città lucana strettamente legato alla curia di Potenza e quindi “intoccabile” (di lei si parla diffusamente anche nel docufilm di Sky sul caso Claps “Dove nessuno guarda”). E che per non farsi mancare nulla è stata coinvolta anche nell’inchiesta “Toghe Lucane” abilmente insabbiata dalla massomafia e dai poteri forti. Insomma, un vero “pezzo da novanta”.

Vuoi che una così non abbia mai speso una “parolina” a favore del giullaresco cugino del marito “Ciccio bummino”? Anche perché la sua prima protettrice “giudiziaria”, che era proprio Jole Santelli (già sottosegretario di stato alla Giustizia), ormai non c’è più. 

Il cugino di Cannizzaro nonché marito della signora Felicia Genovese come accennato si chiama Michele Cannizzaro, manager navigato della sanità privata, che negli anni ha anche ricoperto il ruolo di direttore generale dell’ospedale “San Carlo” di Potenza, oltre che consigliere comunale del capoluogo lucano. Dalla foto si può notare l’impressionante somiglianza con il Nostro ma anche la prosopopea di chi ha la denuncia facile e crede di poter intimidire chiunque. Michele Cannizzaro è ovviamente reggino (viene da Laganadi), ha una villa ad Ardore Marina e si sente invincibile. E tra lui e la moglie hanno ormai costruito un vero e proprio “impero” che nessuno potrà mai scalfire, anzi chi ci prova (e ha qualche proprietà intestata) è andato pure a finire a mare…

Passando oltre, ma restando sempre al Nostro, tra i tanti abbagli equivoci del deputato reggino, vi è pure quello di aver contribuito ad imporre alla defunta Jole la nomina del fantasmagorico Giulio De Metrio come manager plenipotenziario della società a maggioranza pubblica Sacal. Sì, proprio la società di gestione aeroportuale della Calabria che adesso con un colpo di genio e di omissione, qualcuno molto vicino a Cannizzaro è riuscito a far diventare a maggioranza privata, con l’impiccio di una denuncia dell’ENAC alla Procura di Catanzaro.

“Ciccio bummino”, all’epoca della nomina di De Metrio, si era speso in prima persona per il manager del Nord, facendolo passare come una sorta di manager con l’imprinting tipo della J.P. Morgan (che, intendiamoci, il gallo ruspante, non sa nemmeno cosa sia, vista la sua consolidata ignoranza) e poi ha tirato i remi in barca quando ha visto che non era più il caso di andare avanti. E avendo preso atto che la situazione dell’aeroporto di Reggio era ed è ancora decisamente imbarazzante.

Eppure, nonostante la mancanza di physique du rôle e una ignoranza imbarazzante, “Ciccio bummiino” lo troviamo ad essere pure deputato, adesso anche segretario regionale di Forza Italia e persino Responsabile Nazionale del Mezzogiorno del suo partito.

Si vede proprio che agli eredi del Berlusca non interessa più né Forza Italia, cioè Forza Mafia, né il Mezzogiorno e forse nemmeno la politica, sempre che l’ormai defunto cavaniere l’avesse mai fatta non considerando come tale la nascita e la complicità organica e territoriale del suo partito con le benedizioni delle diverse cupole, come in Calabria, fonte Rinascita-Scott, quelle dei boss Piromalli e Mancuso. Ormai è storia…