Calabria 2020/21. Boccia continua a mandare i suoi nel M5s per conto del Pd, e gli sceglie anche la candidata presidente

Circa due anni fa, quando mancava un mese alle Regionali della Calabria e l’alleanza Pd-M5s non era ancora diventata il governo giallorosa o giallorosso che dir si voglia, accadevano cose stranissime nella compilazione delle liste.

Mentre gli attivisti del M5s erano convinti di combattere contro un avversario comune chiamato Pd, qualcun altro di nascosto ci scendeva ad accordi. E così, a rappresentare il M5s alle elezioni regionali della Calabria – quelle vinte dalla Santelli – si sono ritrovate persone che fino a pochi mesi prima erano chiaramente schierate su posizioni opposte. Addirittura si ritrovava in lista Alessia Bausone, la ex coordinatrice regionale della mozione #aporteaperte del Pd, promossa dall’allora ministro Francesco Boccia, che all’epoca dei fatti contendeva la segreteria politica del Pd a Nicola Zingaretti, poi risultato eletto a marzo 2019 e che oggi è il primo sponsor della candidatura a presidente per Pd e M5s di Amalia Bruni, detta anche Lady truffa, scienziata al servizio della “loggia” del Pd, che ormai comanda a bacchetta quel che rimane del M5s. 

Ma torniamo alle manovre del Boccia. Il programma della mozione #aporteaperte è ancora reperibile sul web, e – al di là di improvvisi e poco credibili miracoli sulla via di Damasco – ci si chiedeva cosa potesse avere a che spartire col programma del M5s chi fino a 6 mesi prima sosteneva di essere a favore di Tav, adozione per coppie gay, parità di genere, decentramento contrattuale nel mondo del lavoro, ma anche di “produzione di biometano da biodigestione anaerobica della frazione organica, con potenziamento dell’impiantistica di settore specie al Sud Italia”. Tutte cose su cui il M5s (calabrese) ha sempre sostenuto posizioni opposte.

Erano in tanti a chiedersi che credibilità politica potesse avere chi fino a pochi mesi prima viaggiava in lungo e in largo la Calabria per pubblicizzare il documento programmatico di #aporteaperte in cui veniva sostenuto che “il M5s sta dando pessima prova di governo” o in cui si parlava di “pessimo decreto Di Maio sul lavoro”, o ancora si diceva che “il reddito di cittadinanza, così come lo stanno ipotizzando farà solo aumentare il lavoro nero”, e contenente tra l’altro farneticazioni come “molti di coloro che oggi votano M5S erano elettori di centrosinistra che non si sono più sentiti rappresentati dal PD degli ultimi anni”, mentre ora, come se nulla fosse, sarà chiamato a rappresentare il cambiamento della Calabria al grido di #liberidicambiare (regole, carte in tavola, casacche, eccetera).

Cosa ancora più vergognosa, a sponsorizzare questo tipo di candidature erano scesi in campo madrine o padrini politici, che invece non hanno mosso un dito per supportare le numerose battaglie di legalità degli attivisti calabresi purosangue. Nel confronto, risaltava ancora più fulgidamente l’impegno instancabile di tanti attivisti, che – da soli e contro tutti – avevano portato a galla la corruzione esistente nel Comune di Cosenza o alla Regione Calabria o in tante altre realtà calabresi, e che sicuramente avrebbero fatto una campagna elettorale appassionante e all’attacco.

L’esito di quelle elezioni lo conoscono tutti: per il M5s fu una disfatta clamorosa: ultimo con il 6% e senza nessun seggio nonostante appena un anno prima avesse conquistato 18 (diciotto!) parlamentari in Calabria. Una Waterloo impressionante.

Poi è arrivata l’alleanza con il Pd e Boccia, che evidentemente deve ritenere di fare quello che meglio gli piace con il M5s calabrese, ha “imposto” anche a Conte prima la sua impresentabile candidata massomafiosa alla Regione Maria Antonietta Ventura, costretta a ritirarsi, e poi, non ancora sazio, ne ha tirato fuori un’altra, Amalia Bruni, la scienziata truffatrice che rastrella fondi dappertutto centrando in pieno la missione finale ovvero quella di perdere per favorire il centrodestra.

Non solo: per parare il colpo della rottura tra Conte e Grillo, si fa nominare anche commissario del Pd a Cosenza! E tra i nomi della lista del M5s ritorna senza un minimo di pudore anche la sua “segretaria” ex coordinatrice regionale della mozione #aporteaperte del Pd di cui sopra. La Bausone è stata “trombata”, ma è ancora in corsa perché ha presentato ricorso contro un tale che si chiama Afflitto ed è stato eletto al suo posto e scrive sul giornale del clan Mancuso “sputtanando” i portaborse degli altri quando la sua aspirazione massima è quella di fare lo stesso. Della serie: vi pisciamo in testa e vi diciamo che piove, tanto voi vi “bevete” tutto…