Calabria, Laghi ricorda il fallimento di Adamo e annuncia una proposta di legge per il riordino della sanità pubblica

Comunicato stampa

Riorganizzare il Sistema Sanitario Regionale

«È necessario aumentare il numero delle aziende sanitarie della Calabria, dato il fallimento della loro riduzione, che nel 2007 Nicola Adamo impose di notte quale vicepresidente regionale. Sto lavorando a una proposta di legge che integri l’assistenza territoriale e ospedaliera partendo dalle caratteristiche, dai fabbisogni e dalla viabilità delle diverse aree della regione, con l’obiettivo di riorganizzare il sistema a misura di cittadini». Lo afferma, in una nota, Ferdinando Laghi, capogruppo in Consiglio regionale del Polo civico De Magistris Presidente.

«La tendenza dominante, sospinta dall’ideologia liberista, è di accorpare i servizi e i centri di comando, specie nella sanità, nella giustizia e nella scuola, con il pretesto che ciò garantisca risparmi e benefici. La realtà – sottolinea Laghi – è tutt’altra: alla prova dei fatti, queste improvvide razionalizzazioni hanno determinato un chiaro aumento di abusi, sprechi, opacità e appetiti criminali, privando i calabresi di presìdi e diritti primari, soprattutto nell’ambito della tutela della salute».

«È allora arrivato il momento – avverte il capogruppo di De Magistris Presidente – della verità e del coraggio. Non è pensabile, per esempio, mantenere nel nord della Calabria, che conta 700 mila abitanti, una sola azienda sanitaria. L’Asp di Cosenza, che ha dimensioni giganti, una burocrazia elefantiaca, una montagna di debiti, guai e problemi irrisolti, non può dare risposte ai propri utenti, che dal Pollino alla Sila e dal Tirreno allo Ionio vivono in territori molto distanti e diversi tra di loro». «Intendo discuterne in profondità con i sindaci, che conoscono e affrontano ogni giorno i gravi problemi derivanti dal taglio delle aziende del Servizio sanitario regionale, che da quasi quindici anni – conclude Laghi – rappresenta un muro per la prevenzione, l’assistenza territoriale e la qualità delle cure ospedaliere».