Calabria, l’appello del procuratore aggiunto Lombardo: “Chi non sta dalla nostra parte, sta dalla parte sbagliata”

Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto presso la Dda di Reggio Calabria, è uno di quei pochi magistrati che ben lavora e poco parla. Una persona perbene di cui noi abbiamo molta stima e che ci piacerebbe vedere alla guida della Dda di Catanzaro quando il mandato di Gratteri sarà terminato. Un investigatore come pochi. Sempre “sul pezzo” e mai fuori dalle righe. Tante sono le inchieste contro le temutissime cosche reggine e i loro compari massopolitici portate avanti da questo genuino magistrato della porta accanto. Sempre attivo sul fronte della repressione del malaffare masso/‘ndranghetista che tanti danni ha prodotto a questa nostra amara terra. Onesto, competente, capace, incorruttibile. L’esempio perfetto di come lavora e si comporta un serio magistrato: riservato nel lavoro, misurato nelle parole, rispettoso della Costituzione e della Legge, e con la giusta carica umana che ogni buon giudice deve avere. Di uno come lui ci si può fidare. Così come di tanti altri suoi colleghi.

Oggi il dottor Lombardo, partecipando all’inaugurazione del centro di aggregazione giovanile, a Monasterace suo paese d’origine, intitolato alla memoria del padre, il magistrato Rocco Lombardo, ha lanciato un appello ai cittadini: «Non guardate alla magistratura come un nemico. Noi demoliamo per consentire la ricostruzione, e quella ricostruzione deve essere garantita da altri. È questo il concetto di Stato in cui tutti noi ci dobbiamo riconoscere. Chi non sta dalla nostra parte, sta dalla parte sbagliata. La città metropolitana di Reggio è un territorio meraviglioso, dove sono i calabresi onesti capaci di realizzare il proprio futuro? Quando avrò la possibilità di vederli otterrò anche la certezza che mi manca, e cioè che la ‘ndrangheta e le altre mafie saranno un ricordo ormai lontano».

Una “opinione” che condividiamo. E che vorremmo sapere dal dottor Lombardo come metter in pratica. Perché noi, al netto della nostra “prosa” e di qualche aggettivo dispregiativo, che fanno parte della nostra cifra stilistica che può piacere o no, sono anni che pubblichiamo notizie di reato, ad esempio sulle tante “truffe” alla pubblica amministrazione, con tanto di documentazione che parla chiaro, senza mai aver ricevuto, dalla procura cittadina, una sola notifica di “comparizione come persona informata sui fatti”. Niente di niente.

Eppure sono anni che scriviamo sul “traffico” (per noi massomafioso) delle determine di somma urgenza e cottimi fiduciari che lei, dottor Lombardo, conosce bene. Decine di milioni di euro “donati” senza una giusta documentazione e una legittima “trafila”, alle solite ditte amiche. Incarichi a dire basta e per ogni cosa agli amici degli amici, forniture farlocche pagate all’unghia dalla ragioneria senza la necessaria documentazione. Fatture pagate due, tre volte. Anche il Tribunale di Cosenza ha ricevuto quasi un milione di euro in lavori, sempre di somma urgenza, per imbiancatura uffici, cambi lampadine e tende, traslochi vari, qualche bagno rifatto e la pulizia della piccionaia che di fatto non è mai avvenuta. Lavori che con la somma urgenza hanno poco a che vedere.

Ovviamente è tutto riscontrabile nelle “carte” stesse prodotte (in maniera farlocca) dall’amministrazione. I reati, insomma, sono scritti nero su bianco, che è quello che ha iniziato a dire il nuovo sindaco di Cosenza Franz Caruso, parlando della grave situazione economica in cui versa la finanza cittadina. Il nuovo sindaco ha parlato di gravi irregolarità nella gestione del denaro pubblico, che hanno prodotto un debito di oltre 400 milioni di euro. Tutto questo noi, se legge il nostro giornale, lo avevamo scritto, indicando nomi, cognomi e circostanze. Ma la procura non ha inteso agire, nonostante l’evidenza dei fatti e nonostante le segnalazioni analoghe ricevute dalla procura della Corte dei Conti. Anzi ha pensato bene di aprire diverse inchieste su di noi.

Ecco, dottor Lombardo, la nostra domanda è questa: quando la procura cittadina, a fronte di pubbliche e circostanziate denunce sul malaffare amministrativo, tace e non agisce, in questo caso, il cittadino che deve fare?