Regione Calabria, l’uomo dei concorsi: Maurizio Nicolai tra scandali, orologi, agricoltura spolpata e Formez

Al decimo piano della Cittadella tiene banco il concorsone che a breve scadenza determinerà l’ingresso di 537 peones occhiutiani e del centrodestra + 31 in categoria protetta alla Regione Calabria, destinazione Centri per l’Impiego. Una mostruosa operazione clientelare alla quale è stata infiocchettata la fantastica foglia di fico del Formez, che a dire dei politicanti sarebbe imparziale e trasparente ma nei fatti risponde alle loro logiche. L’uomo di Occhiuto per il concorsone si chiama Maurizio Nicolai, direttore generale del Dipartimento Programmazione, inserito molto bene nei meandri del Formez e al quale è stata demandata la missione.

Non è certo la prima volta che il nome di Maurizio Nicolai appare nelle nostre cronache, anche perché il suocero Cesare Marini, vecchio arnese ed ex parlamentare socialista poi passato al Pd, era stato già molto generoso con lui piazzandolo come direttore generale all’Arcea ovvero Agenzia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura.

Si tratta di un indecoroso e indegno carrozzone politico al servizio dei papponi più vergognosi della nostra classe dirigente. Fa parte, a sua volta, di un altro fetido posto di comando quale il Dipartimento per l’Agricoltura, del quale ormai scriviamo da anni raccogliendo anche testimonianze di dirigenti letteralmente schifati da quanto accade, definito – per farvela breve – l’apoteosi del clientelismo.

Il colmo dei colmi è stato toccato comunque a settembre 2018, quando Arcea ha bandito un concorso per 12 assunzioni palesemente farlocco ed irregolare, al punto tale che sono stati costretti prima a sospenderlo per evitare una pioggia di ricorsi che lo avrebbero comunque invalidato e poi a revocarlo. Non solo: a distanza di qualche settimana dall’ennesimo scandalo, anche il direttore generale di Arcea, Maurizio Nicolai, il genero di Cesare Marini appunto, è stato costretto a rassegnare le dimissioni.

Di seguito, solo alcuni piccoli esempi della gestione di questo raccomandato pappone che adesso vorrebbe anche il voto per diventare consigliere regionale.

Manifestazione d’interesse per il conferimento di un incarico di Dirigente Arcea a tempo determinato.

Appena viene pubblicata la manifestazione, già si conosceva il nominativo del vincitore, ovvero il Dott. Francesco Scarpelli, dipendente regionale dell’Agricoltura, sindaco di San Nicola Dell’Alto (KR), amico intimo di Pepè Corigliano, quest’ultimo politico del Pd Crotonese, vicinissimo al presidente e noto affarista raccomandatore della Regione. Riassumendo, Scarpelli è il lecchino di un lecchino.

Il responsabile del procedimento è direttamente il Direttore Generale di ARCEA, il Dott. Maurizio Nicolai, stipendio mensile di circa 11 mila € esclusa la retribuzione di risultato, presuntuosissimo dirigente, famoso per i suoi orologi Vacheron Constantin e Audemars Piguet e per essere il genero dell’ex senatore socialista Cesare Marini, ma non certo per le sue capacità: chiedere alle aziende calabresi per i ritardi infiniti sui pagamenti PSR e per i tagli della CEE alla Calabria.

Per la manifestazione, viene incaricato il Dipartimento ad individuare gli idonei tramite commissione, per poi scegliere tra questi il vincitore. Il problema è che la commissione incaricata esclude Scarpelli. Apriti cielo! Il Dott. Maurizio Nicolai, in combutta con l’Ing. Salvino, cosa possono fare? In spregio al diritto amministrativo, Nicolai si inventa una sua personalissima procedura. Tutti coloro i quali fanno ricorso vengono ammessi, anche chi non ha il benché minimo requisito, compreso Scarpelli, che Palla Palla in seguito ha potuto nominare Dirigente.

Il rappresentante politico di tutti questi “giochini agricoli”, in quanto consigliere delegato, era Mauro D’Acri, che si vanta di essere un agricoltore ed effettivamente dovrebbe tornare a farlo in maniera assidua evitando invece di fare politica. Da oliveriano di ferro si è riciclato anche lui in Forza Italia dopo aver dato fondo a tutto quello che è stato possibile. Si è impossessato del PSR (Programma di sviluppo rurale) facendolo riscrivere a suo piacimento anzi, al totale asservimento dei grandi gruppi di potere, che hanno avuto enormi finanziamenti grazie alle variazioni fatte ad hoc sul testo del PSR. E non a caso anche il signor D’Acri oggi – come Nicolai – ha fatto il salto della quaglia candidandosi con la Santelli in una lista civica, quella dei papponi…

Per tale motivo un bravissimo dirigente, Giovanni Aramini, che si è rifiutato di fare tali cambiamenti è stato spedito al Dipartimento Ambiente. A gennaio 2017 la Regione Calabria aveva perso circa 20 milioni di euro in quanto nel mese precedente c’erano stati problemi tra il settore guidato da Aramini ed ARCEA, diretta appunto da Maurizio Nicolai; il presidente ha istituito una commissione costituita da dirigenti esterni al Dipartimento, per individuare le colpe; la commissione ha stabilito che le colpe erano esclusivamente del dottore Nicolai. Quindi, come logica voleva, Aramini è stato spedito all’Ambiente e Nicolai è rimasto Direttore Generale di ARCEA… Fino a settembre 2018, però, perché finalmente qualcuno ha deciso di mettere fine a questa triste e disastrosa esperienza. “Costringendo” suocero e genero a riciclarsi in Forza Italia. Che tristezza…

E qui entra in scena Jole Santelli. In primis aveva denunciato la presenza di centinaia di abusivi nella Regione Calabria ma era solo un fuoco di paglia.
Poi è calato il silenzio. Evidentemente si era sbagliata o non le conveniva cacciare nessuno ma tra gli “abusivi” in Regione c’era proprio Maurizio Nicolai insieme al fedelissimo di Jole, Luca Mannarino, nonostante un processo penale in corso ed una condanna della Corte dei Conti per aver dissipato oltre un milione e mezzo di fondi comunitari quando era a capo di Fincalabra. Con interessantissime “promozioni” cinesi in quota Limbadi fronte LaC e Maduli. 

Nicolai, eliminato da Arcea, cercava un nuovo incarico disperatamente e aveva puntato il colpaccio ovvero la direzione del Dipartimento Programmazione, che significa mettere le mani sui fondi e sulle assunzioni.

Nella Cittadella c’era il divieto di accesso a tutti gli estranei. Per entrare occorreva essere convocati per iscritto. Ma i due riuscivano a girare indisturbati per i corridoi e gli uffici della Regione. Ma non si limitavano a girare. Tenevano riunioni, stavano nelle stanze degli assessori, discutevano con i dirigenti, comandavano, e dicevano loro cosa fare e come farlo. Non avevano nessun incarico ma tutti sapevano che erano loro a comandare ed a decidere. Erano abusivi, ma abusivi con l’investitura dall’alto. E così nessuno s’è meravigliato più di tanto quando Nicolai è stato incoronato nuovo direttore generale della Programmazione Unitaria della Regione Calabria.

E per dirla tutta, nessuno s’è meravigliato neanche quando Nicolai, su comando della bonanima della Santelli, aveva nominato capostruttura (responsabile amministrativa) Maria Cristina (detta Ida) Sonni sfidando addirittura il procuratore Gratteri.

Eh sì, perché la signora in questione è molto chiacchierata e secondo molti “respira” aria di massomafia nella zona di Lamezia perché è notoriamente la compagna convivente dell’ingegnere Francesco Basile, indagato insieme al fratello commercialista Paolo nell’ultimo blitz di Gratteri, Rinascita Scott. Un soggetto chiaramente contiguo all’ormai ex assessore lametino Francesco Talarico, ex presidente del Consiglio ai tempi di Peppe Scopelliti e successivamente arrestato proprio da Gratteri nell’operazione Basso Profilo e condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di carcere. 
Insomma, il Capitano Ultimo era solo… l’ultimo degli onesti nell’entourage della Giunta Scope… ops Santelli… Ma cerchiamo di delineare meglio la figura del Nostro eroe…

L’ingegnere Francesco Basile, di 63 anni, ex assessore comunale a Vibo, entra nell’inchiesta Rinascita Scott a causa del suo rapporto con l’assistente giudiziario del Tribunale di Vibo Valentia Danilo Tripodi. L’accusa di abuso d’ufficio nei confronti di Danilo Tripodi si riferisce ad un episodio che sarebbe avvenuto il 17 settembre 2018 e lo vede rispondere insieme all’ingegnere Francesco Basile, 63 anni, di Vibo Valentia, indagato a piede libero. Danilo Tripodi – secondo l’accusa – avrebbe consegnato ad una persona non identificata, designata dall’ingegnere Francesco Basile (ritenuto dai magistrati l’istigatore e il beneficiario della condotta delittuosa), un fascicolo processuale richiestogli informalmente al telefono da quest’ultimo. Il fascicolo sarebbe stato portato fuori dal palazzo di giustizia “in violazione delle procedure previste dai regolamenti interni ed omettendo di ricevere formale richiesta da persona titolata a presentarla e di far versare i dovuti pagamenti per i diritti di cancelleria, così procurando a Basile (intenzionalmente, secondo l’accusa) un ingiusto vantaggio patrimoniale in danno della pubblica amministrazione”.

L’ingegnere Francesco Basile è noto a Vibo, fra l’altro, oltre che per l’impegno in politica per diversi anni nelle file dell’Udc (in quota Talarico appunto) e per la libera professione, per essere stato il direttore dei lavori (per la Lico Costruzioni) del cosiddetto “Palazzo della Vergogna” sul centralissimo corso Vittorio Emanuele. In tale veste in primo grado a Vibo è stato ritenuto colpevole in sede penale, unitamente ad altri imputati, di aver cagionato il crollo del fabbricato (“Palazzo della Vergogna” appunto) per non aver adottato le necessarie precauzioni e regole di cautela previste nel progetto. La Corte d’appello ha poi dichiarato in secondo grado la prescrizione del reato e nel 2001 la sentenza è divenuta definitiva.

Nel 2002, lo stesso ingegnere Francesco Basile è stato nominato assessore ai Lavori pubblici ed all’Urbanistica del Comune di Vibo dall’allora sindaco Elio Costa (nel corso del suo primo mandato). Negli atti dell’inchiesta “Rinascita – Scott” della Dda di Catanzaro, Francesco Basile appare in ripetuti contatti con Giovanni Giamborino di Piscopio, quest’ultimo arrestato per associazione mafiosa in quanto ritenuto vicino al boss Luigi Mancuso di Limbadi. E adesso la sua compagna è stata promossa a “capostruttura”. Una sfida a tutti gli effetti da parte della Regione ma soprattutto di Nicolai e di Talarico (visto che ormai la Santelli non c’è più) al procuratore Gratteri. Della serie: gli amici degli amici continuano a fare il cacchio che gli pare. Ora, la Santelli è passata a miglior vita, Talarico è stato cancellato dai radar della politica ma Maurizio Nicolai è stato “miracolosamente” confermato dal “nuovo” presidente Robertino il parassita, al secolo Roberto Occhiuto, nel ruolo di dirigente generale della Programmazione. Le sue entrature al Formez, fondamentali per l’assunzione degli oltre 500 peones al servizio della massomafia del centrodestra, hanno giocato un ruolo determinante. Davanti a tutto questo, il procuratore Gratteri che farà? Consentirà che si porti a termine questa mostruosa operazione che vede tutta unita la malapolitica e il sempre più leggendario superclan dei calabresi? Ai posteri l’ardua sentenza.