Calabria, sanità allo sbando: Occhiuto e la Befana ubriaca…

di Peppe Caridi

Fonte: Strettoweb (http://www.strettoweb.com/2022/01/occhiuto-e-la-befana-ubriaca/1289436/)

Occhiuto, la Calabria, i vaccini: un’Epifania di ordinaria follia

Ieri mattina, dentro la calza della Befana, i calabresi hanno trovato un articolo che deve averli particolarmente inorgogliti: il pezzo, titolato “Calabria da record con le iniezioni. La svolta con i premi sulle prime dosi“, è un’intervista al governatore Occhiuto pubblicata sul Giornale, il quotidiano di proprietà del leader dello stesso partito del Presidente calabrese (Berlusconi per chi non avesse capito, ndr). Nel sottotitolo dell’edizione cartacea si legge “Orgogliosi di avere distanziato corazzate come Veneto, Lombardia ed Emilia“. Nel corpo del testo, Occhiuto rivendica più e più volte il fatto che la Calabria negli ultimi giorni sia la Regione che più di tutte sta superando i target di vaccinazione previsti dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo: il Presidente l’aveva già fatto nei giorni precedenti l’Epifania con una vera e propria pioggia di tweet, post e comunicati stampa tutti sullo stesso argomento, con tanto di foto sorridente mentre indica lo schermo di un computer su cui c’è scritto “Vaccini, Calabria prima Regione in Italia“.

Immaginiamo la gioia e il tripudio dei calabresi per quest’eccezionale traguardo raggiunto: a Cosenza sono partiti i caroselli per le strade, sullo Stretto i reggini e i villesi sono scesi sui Lungomare mostrando giganti banane gonfiabili ai dirimpettai siciliani per sbeffeggiarli del fatto che sono più indietro nella fondamentale graduatoria, mentre a Catanzaro si sono riuniti tutti i Sindaci della Calabria che hanno brindato allo storico traguardo che ha finalmente consentito l’emancipazione di questa terra da sottosviluppo, degrado, povertà, isolamento, arretratezza e soprattutto malasanità. In modo particolare il passaggio, indicato dal Presidente, di aver “distanziato corazzate come Veneto, Lombardia ed Emilia“, ha scatenato il più grande giubilo: adesso che Gambarie è più ricca di Cortina, Soverato più frequentata di Rimini, il Pecorino del Monte Poro ha preso il posto del Parmigiano Reggiano in botteghe, ristoranti e supermercati di tutto il mondo, ‘nduja e peperoncino vengono esportati a miliardi di tonnellate in ogni continente regalando sviluppo, benessere e ricchezza a migliaia di lavoratori della filiera produttiva calabrese, l’Aeroporto di Lamezia Terme ha superato Malpensa per passeggeri e il Sant’Anna di Crotone è più avanti di Orio al Serio, i più importanti spettacoli culturali sono stati dirottati dall’Arena di Verona all’Arena “Ciccio Franco” sul Lungomare di Reggio Calabria dove i Bronzi di Riace hanno attirato più turisti che Piazza San Marco a Venezia e le Olimpiadi Invernali del 2026 sono state spostate da Milano-Cortina all’altopiano della Sila, tra San Giovanni in FioreLoricaCamigliatelloVillaggio Palumbo e Villaggio Mancuso. Il quartier generale sarà a Longobucco mentre lo sci di fondo andrà in trasferta sul Pollino nei territori di Morano Calabro e Mormanno, non lontano dalle Gole del Raganello che con il Ponte del Diavolo sono diventate così iconiche al punto che hanno ormai sostituito nell’immaginario internazionale il Grand Canyon americano.

La Calabria è cresciuta così tanto che la prossima finale di Champions League si giocherà davvero allo stadio Granillo di Reggio Calabria, già candidato pochi mesi fa quando poi l’UEFA gli aveva preferito lo stadio do Dragão di Porto. Le grandi big favorite per affrontarsi nella finalissima sono Cosenza e Catanzaro, che hanno dominato i rispettivi gironi contro Liverpool, PSG, Real Madrid e Bayern Monaco e adesso negli Ottavi di Finale affronteranno Chelsea e Manchester City. La ricchezza è tanta e tale che il PIL pro capite dei calabresi ha superato quello del Lussemburgo, e questo senza neanche lo zampino della ‘ndrangheta che è ormai stata debellata ed è diventata soltanto un triste e brutto ricordo del passato. Di quel lontano passato di una Calabria di inefficienze e disservizi che ieri, per un giorno, la Befana di Occhiuto ci aveva fatto dimenticare.

Peccato che stamani ci siamo risvegliati come tanto tempo fa. Quando avevamo ancora le buche nelle strade, i rubinetti di casa a secco, la disoccupazione galoppante, i negozi chiusi per fallimento, l’economia soffocata dalla criminalità, l’atavica mancanza di infrastrutture e collegamenti interni ed esterni con il resto d’Italia e del mondo e soprattutto pochi e disorganizzati ospedali per curarci. Ci eravamo illusi di aver “distanziato corazzate come Veneto, Lombardia ed Emilia”, di essere primi per distacco in una importante classifica basata su indicatori di sviluppo, di ricchezza, di benessere, di lavoro, di produttività, di cultura, di qualità della vita, di libertà ed assenza di criminalità. E invece era solo la classifica della percentuale di vaccinazioni giornaliere rispetto ai target indicati dal generale Figliuolo. Perbacco!

Ma almeno serve a qualcosa? Possiamo mandare i nostri figli a scuola? Uscire di casa senza mascherina? Possiamo avere un minimo di serenità che in caso di qualsiasi malaugurata necessità, avremo un posto letto nei nostri ospedali per essere curati? Possiamo andare a mangiare la pizza senza mostrare un documento che attesti da quanti giorni abbiamo fatto l’ultima dose? A quanto pare no. Occhiuto ha chiuso le scuole per oggi e domani esattamente come lo scorso anno faceva Spirlì, con l’aggravante che stavolta ha chiuso persino gli asili privati (neanche Spirlì era mai arrivato a tanto), e quindi siamo ancora punto e a capo. Per i ragazzi incombe l’incubo della Dad, e noi se vogliamo andare al cinema, teatro, museo, stadio, dobbiamo indossare addirittura la FFP2, su disposizione dello stesso comitato tecnico-scientifico che per sei mesi all’inizio della pandemia ci aveva detto che “le mascherine non servono a nulla“. Molto più recentemente, il ministro Speranza ha assicurato che “contagiarsi all’aperto è praticamente impossibile“. E soprattutto, in Calabria gli ospedali sono al collasso: siamo a 386 ricoverati Covid, di cui 30 in terapia intensiva. Un dato drammaticamente vicino al record assoluto dall’inizio della pandemia (482 ricoverati di cui 47 in terapia intensiva il 23 novembre 2020) e oltre la zona arancione, ormai imminente, incombe addirittura la zona rossa, che significherebbe lockdown totale per tuttivaccinati compresi. Molti reparti sono stati chiusi per la carenza di medici e infermieri tra positivi in quarantena, non vaccinati sospesi per principio e altro personale dirottato nei reparti Covid. La situazione è insostenibile, non solo dentro i nosocomi ma anche fuori. I positivi devono fare ore e ore di fila per un tampone che dia la diagnosi; i cittadini che hanno il sospetto di essersi ammalati devono sborsare tanti soldi per un test che dovrebbe essere gratuito, a tutela della pubblica sicurezza, invece in Italia è stato criminalizzato nella convinzione che ormai servisse solo ai non vaccinati. I positivi, dopo che riescono ad avere una miracolosa diagnosi, vengono abbandonati a casa perché le Asp non hanno il personale per il monitoraggio e il tracciamento. C’è gente che aspetta le USCA da settimane, reclusi in casa come se fossero in prigione anche se stanno bene senza alcun sintomo. E persino negli hub vaccinali c’è il caos perché sono letteralmente presi d’assalto da persone così terrorizzate che vogliono farsi iniettare una dose al giorno. E’ normale che per vaccinarsi bisogna fare ore di fila ammassati? E che anche i disabili abbiano difficoltà?

Ed è normale che il Presidente Occhiuto il 1° dicembre annunciava che “l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro metterà a disposizione della Regione da 9 a 12 posti letto di terapia intensiva“, e poi il 17 dicembre annunciava ancora un ulteriore “aumento dei posti di terapia intensiva di 18-19 unità“, e invece l’incremento è stato soltanto di 6 posti (da 183 a 189) che sono pochissimi in termini assoluti, ma soprattutto hanno visto disattesi gli stessi annunci del governatore? Sappiamo bene – e anche Occhiuto ne deve essere consapevole – che l’unica soluzione per evitare problemi e resistere all’ondata di contagi, è incrementare i posti letto per garantire ai cittadini i servizi essenziali di assistenza sanitaria, non solo per Covid ma anche per tutte le altre patologie. Perché quindi Occhiuto non si impegna con la sua competenza in modo assoluto su questo, anziché inondarci di comunicati sulle vaccinazioni? I 30 nuovi posti letto di terapia intensiva annunciati a dicembre basterebbero ad evitare ulteriori problemi. E Occhiuto lo sa, tanto che oggi ha ribadito concetti condivisibili, quando ha detto – dopo l’ennesimo sproloquio sul record di vaccinati calabresi – che “oltre a spingere sulla campagna vaccinale il mio governo sta lavorando per aumentare ulteriormente i posti letto Covid e quelli in terapia intensiva. Stiamo, inoltre, operando per convertire alcuni ospedali in Covid hospital e per aprire nuovi presidi, destinati ad ospitare i contagiati e i malati più gravi. Questa la nostra attività straordinaria per contrastare l’emergenza pandemica“. Ma è fondamentale che alle parole seguano i fatti, altrimenti rimarrà solo aria al vento.

Anziché inseguire ossessivamente i fantomatici “no-vax” giorno dopo giorno, persino adesso che il governo ha scelto di mettere l’obbligo per gli over 50 che – come illustrato da Draghi in cabina di regia – sono quelli che finiscono in ospedale (non vaccinati o vaccinati che siano), Occhiuto ha la possibilità di fare il bene della Calabria lavorando con serietà e differenziandosi dal suo predecessore che ci aveva fatto toccare il fondo paventando i “bambini nelle bare” in una di quelle tristi dirette facebook rivolte alle mammine mpanicate in cui si presentava con la barba incolta sul sedile posteriore di una macchina in viaggio indossando una felpa della protezione civile regionale.

Speravamo che con Occhiuto cambiasse tutto, invece siamo ancora qua: allarmismo ai limiti del terrorismo psicologico e disperata ricerca di capri espiatori per nascondere gli enormi sbagli della gestione pubblica della pandemia. Cambi strada, Presidente…