Calabria, sanità venduta. Misiti (M5s): “Accordo col Bambino Gesù già fallito nell’anno 2012”

Siamo molto soddisfatti del fatto che finalmente anche qualche politico abbia ricordato che la Calabria ha già finanziato e anche generosamente l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ben prima dell’ultimo squallido accordo col quale il parassita che sta alla Regione ha “passato” oltre 5 milioni al Bambino Gesù. Una decina di anni fa era passata alla storia una vera e propria convenzione-truffa tra l’ospedale e l’Azienda Ospedaliera di Catanzaro (http://www.iacchite.blog/calabria-la-bancarotta-pilotata-della-sanita-profiti-e-la-convenzione-truffa-tra-bambino-gesu-e-pugliese-ciaccio/). Noi l’abbiamo ricordata più volte e oggi prendiamo atto che se n’è ricordato anche il deputato Misiti del M5s. Di seguito, il suo sacrosanto atto di accusa. 

“La più grande umiliazione per i cittadini calabresi e il personale sanitario, tutto, è quello di essere considerati, merce di scambio economico i primi e lo zero assoluto in campo professionale i secondi. Non capisco se queste note debba firmarle da cittadino calabrese, da medico, da parlamentare. In tutti i casi mi sento profondamente umiliato e offeso”. Lo afferma, in una nota, il deputato del M5S Massimo Misiti (foto), in riferimento all’accordo firmato dalla Regione Calabria con l’ospedale romano Bambino Gesù. “Penso -continua- che, come me, la possano pensare tutti calabresi se solo ricordassero che già nel 2012, il presidente dell’epoca del Bambino Gesù dr. Giuseppe Profiti, attuale commissario di Azienda Zero della Regione Calabria, e la dr.ssa Elga Rizzo, DG del Pugliese Ciaccio, avevano già firmato una convenzione che doveva servire ad evitare la tanto famigerata migrazione sanitaria. A dirla tutta -sostiene- si puntava a far diventare l’Ospedale di Catanzaro punto di attrazione per l’intero Meridione, ma quel progetto non ebbe grandi risultati. Fu aspramente criticato perché la struttura divenne un semplice punto di reclutamento di patologie, poi dirottate nel Lazio, incrementando ulteriormente la spesa sanitaria. In quel caso si parlava però della sola ortopedia pediatrica.

Oggi -aggiunge- si lancia addirittura una rete pediatrica con il Bambino Gesù. Un accordo di tre anni con un impegno di spesa di 5 milioni. È evidente la mancanza di volontà di costruire un ospedale pediatrico in Calabria che abbia tutti i reparti che, ad oggi, alimentano l’emigrazione sanitaria. Appare palese come le professionalità degli operatori sanitari calabresi non vengano apprezzate, né tantomeno riconosciute, e a questo punto non si capisce perché debbano esistere in alcuni ospedali dei reparti dedicati all’età pediatrica se poi si deve ricorrere all’eccellenza dei professionisti di altre regioni, dove ad operare spesso ci sono medici calabresi”. Misiti chiede: “Non sarebbe stato più facile effettuare un censimento per conoscere quanti sono i medici nei reparti di pediatria? Quali sono le carenze e come rimediare in tempi brevi? Quanti e quali sono i reparti dotati di attrezzature dedicate per l’età pediatrica, quanti sono i posti di terapia intensiva pediatrica e come sono distribuiti nell’intera regione? Il percorso del risanamento della sanità calabrese necessita di rispetto delle parti e conoscenza dei percorsi. Altrimenti -conclude- che venga detto apertamente che per l’attuale politica regionale i medici calabresi, quelli che si occupano di patologie pediatriche, non sono affidabili ed è meglio andare fuori regione”.