Calabria, sistema elettorale: vince sempre il superclan

Le elezioni regionali ultime, in Calabria, si sono svolte con un sistema che non prevede il cosiddetto voto disgiunto e stabilisce un quorum minimo  del 8%. Il 26/01/2020 hanno votato circa 850.000 persone su un bacino di circa 1.900.000 elettori. La percentuale ufficiale è stata del 44,32%, molto bassa.

Hanno concorso quattro candidati supportati da varie coalizioni con i seguenti risultati. La coalizione vincente, il centrodestra, ha ottenuto il 55,43%, il centrosinistra, il 30.08%, il movimento Cinque Stelle, il 7.3 %, la coalizione di Tansi, il 7.2%.

I dati hanno una bella risonanza ma se teniamo conto dell’affluenza alle urne la coalizione vincente ha ottenuto meno del 25% di tutto l’elettorato e la seconda, l’opposizione, la sola che avrà rappresentanti in consiglio, poco più del 13% .

In sostanza il presidente eletto, che come sappiamo ha un grande potere, è l’espressione di meno di un quarto di tutta la popolazione regionale. Per la soglia del quorum fissata all’ 8%, l’opposizione è demandata ad una sola coalizione che rappresenta circa un ottavo di tutto l’elettorato e, cosa molto grave, per l’effetto della stessa soglia le altre due coalizioni, pur rappresentando insieme  circa il 6,5% dell’intero elettorato, non hanno nessun rappresentante nel consiglio regionale.

Riassumendo, rispetto a tutto l’insieme degli elettori, votanti e non, che possiamo farlo coincidere con la popolazione intera, in Calabria: il 25% governa, il 13% è all’opposizione, il resto è fuori. Solo il 38%  è chiamato a rappresentare l’ intera regione.

Viene da chiedersi chi possano rappresentare. Sicuramente tutti coloro i quali vivono direttamente o indirettamente di politica e quelli che nutrono  aspettative personali dai politici.

Se lo scopo della democrazia è quello di dover assicurare la governabilità e la rappresentatività perché in Calabria si deve adottare questo sistema elettorale dal momento che con il voto disgiunto ed un quorum diverso o cumulabile tra le liste che non raggiungano la soglia minima si potrebbe avere comunque un presidente con una solida maggioranza ed una opposizione più rappresentativi di tutta la popolazione?

In Emilia Romagna, contemporaneamente, hanno votato con un sistema diverso ma è un altro mondo.

I sospetti sorgono e sembra che il tutto sia stato studiato ad arte perché non si esca fuori dagli schemi di tutte le precedenti elezioni che hanno visto l’alternanza tra due sole coalizioni che per come hanno operato e per il lascito di ognuna hanno garantito la continuità dell’apparato che ci ha portati dove siamo. Una garantisce l’altra, in special modo nei privilegi, quindi, non c’è posto per “terzi” che potrebbero essere scomodi intrusi.

Si può dire che la colpa sia dei non votanti, bene! Ma almeno a quelli che vanno a votare si diano  più opzioni di scelta e qualche  rappresentante in più all’opposizione.

Invece sembra che tutto debba procedere senza soluzione di continuità: non c’è  spazio per un presidente più rappresentativo nè per un’opposizione rappresentativa, sarebbe, forse, un eccesso di democrazia. Gli effetti comunque sono sotto i nostri occhi.

Roberto Dodaro