Calabria, sono orgoglioso di chi è più forte delle clientele (di Sergio Nucci)

di Sergio Nucci

Andrò controcorrente ma nel vedere le foto dell’autostazione ho provato un sentimento di autentico orgoglio.
Sì, orgoglio. Sono orgoglioso che tanti miei conterranei siano più forti delle clientele, del pessimismo, del piatto pronto, del tutto è dovuto, dell’aiutino al momento giusto.
Sono orgoglioso che abbiano la forza, e che forza, di rinunciare ai propri affetti, alle proprie abitudini, pur di trovare fuori da qui la propria strada. E sono orgoglioso della forza di quei genitori, di quelle fidanzate, di quei figli che li lasciano andare perché consapevoli che chi parte, in fondo, sta rincorrendo il suo destino

Non mi va di commentare la politica o chi non ha permesso a quanti vanno via di realizzarsi a casa propria. Loro (i politici) saranno giudicati dalla storia. Io, invece, giudico loro (chi parte) e li ammiro sinceramente.
Tutti negli anni abbiamo avuto un fratello, una figlia, un parente un amico che hanno deciso di andare via e tutti sappiamo cosa ci è costato. Ma il prezzo che abbiamo tutti noi pagato il più delle volte è stato ripagato dalla buona vita che fuori da qui hanno avuto. Perché buona vita non significa solo aver raggiunto il successo, buona vita ha significato e significa potersi affrancare da un sistema clientelare-mafioso per ottenere un proprio diritto, metter su famiglia, non dover piegare il capo al potente di turno.

E non invidio chi non è riuscito ad andare via perché ancora oggi questa terra è troppo spesso amara. Amara con i suoi figli, amara con le sua storia e amara con il suo futuro.
Arriverà il giorno in cui tanti figli di Calabria torneranno nella loro terra. Arriverà. Ma per arrivare noi che restiamo dobbiamo saper capire cosa ci dicono quei volti nel momento del distacco. Perché nei loro occhi, nelle lacrime dell’addio c’è solo un appello, una preghiera: voi che restate cambiatela questa terra.