Calabria venduta. Collegi e listini, ore di tensione nelle “cupole”

A destra, in queste ore, il grosso della battaglia si gioca sulla spartizione dei collegi. Il lavoro degli sherpa a Roma va avanti senza soluzione di continuità. Obiettivo: trovare la quadra nelle singole regioni sulle caselle da assegnare ai singoli partiti. E se l’accordo sui numeri c’è – 42 collegi a Forza Italia, 70 alla Lega, 11-12 ai cespugli e tutti i rimanenti a Fratelli d’Italia -, manca ancora quello sui singoli territori. In Calabria, per esempio, su 7 collegi uninominali (5 alla Camera e 2 al Senato), si parte da una base di 2 collegi certi a testa per FI e FdI e uno alla Lega. I restanti due saranno assegnati sulla scorta di un ragionamento più complesso, che terrà conto di equilibri non solo numerici, ma soprattutto politici.

Senza una fumata bianca su tale versante, è difficile ragionare sul resto. E tuttavia, qualche certezza affiora. In FI sono già certi di una ricandidatura gli uscenti Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro, ottime chance di un piazzamento blindato vengono assegnate anche all’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. Stesso discorso vale in FdI, dove l’uscente Wanda Ferro e l’assessore regionale Fausto Orsomarso vanno annoverati tra i fedelissimi di Giorgia Meloni e, dunque, certi di una candidatura tra Camera e Senato. Nella Lega è certa la ricandidatura del deputato Domenico Furgiuele, in lizza per un posto al sole (al netto della scelta di Matteo Salvini di candidarsi o meno in Calabria) ci sono il senatore Fausto De Angelis, l’assessore regionale Tilde Minasi e la capogruppo in Consiglio, Simona Loizzo. Quanto ai moderati del centrodestra, circola la suggestione di un ritorno in campo dell’ex presidente del Consiglio regionale, Mimmo Tallini, possibile la discesa in campo di Antonello Talerico, già candidato a sindaco di Catanzaro.

Centrosinistra

Qui, complici sondaggi poco favorevoli per le sfide dell’uninominale e lo strappo dei centristi di Calenda , il grosso della battaglia è sull’inserimento nelle prime posizioni dei listini bloccati del plurinominali. Nel Pd il “carro” degli aspiranti è decisamente affollato rispetto a posti utili per l’elezione. Oltre agli uscenti Enza Bruno Bossio ed Antonio Viscomi, ci sono il consigliere e segretario regionale del partito, Nicola Irto, altri eletti a Palazzo Campanella come Ernesto Alecci e Mimmo Bevacqua (tutti avrebbero bisogno di una deroga del Nazareno per candidarsi), la vicesindaca di Catanzaro, Giusi Iemma. Senza contare poi qualche “paracadutato” in arrivo da Roma, così come accaduto nel recente passato. Tanto basta per rendere elettrico il clima in casa dem dove si affilano le armi in vista della direzione nazionale in programma giorno 10, dopodomani.

I centristi chiedono spazio

Italia Viva, guidata dal senatore Ernesto Magorno, insiste sul progetto alternativo ai due blocchi e ritiene di poter rappresentare la vera sorpresa (!) di questa tornata elettorale.

I tormenti del M5s

Non è serena la situazione all’interno del M5s. Il 16 agosto sono in programma le parlamentarie, ma l’ultima parola sulla composizione delle liste spetta al capo politico Giuseppe Conte, che potrebbe riservare il ruolo di capilista ad alcuni suoi fedelissimi. Per la Calabria si fa insistente il nome della deputata Vittoria Baldino, originaria di Paludi ma eletta nel Lazio, comunque mai entrata in piena sintonia col corpaccione dei parlamentari pentastellati locali.

De Magistris ci riprova

Qualcosa si muove pure nell’estrema sinistra. Oggi partirà la raccolta delle firme per la presentazione della lista Unione Popolare, nata dall’accordo tra Rifondazione comunista, DemA e Potere al popolo. Nel simbolo, con sfondo arcobaleno, campeggerà anche il nome del leader Luigi De Magistris, già in campo alle ultime elezioni regionali, che sarà candidato nel plurinominale anche in Calabria. L’obiettivo è superare la soglia di sbarramento del 3 per cento. Fonte: Gazzetta del Sud