Calabria Verde, Campanaro e le “grandi manovre” con Cooperfin e i Tfr dei lavoratori

Campanaro alla guida del suo bolide

La Gazzetta del Sud, nella sua edizione di ieri, ha dato notizia del nuovo pronunciamento della Corte dei conti, che ha confermato la condanna nei confronti del commissario liquidatore dell’Afor Federico Postorino e del dirigente dell’Ufficio legale Giuseppe Campanaro, due nostre “vecchie conoscenze”. Dovranno versare 600mila euro ciascuno nelle casse dell’azienda Calabria Verde. L’accusa riguarda la stipula di un contratto di investimento a breve-medio termine con un operatore finanziario di dubbia affidabilità e solidità per la gestione di un’ingente somma, circa un milione e mezzo di euro, prelevata dal fondo di accantonamento del trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato degli operai. Una vicenda squallida, della quale ci siamo occupati ampiamente nel corso di questi anni e che adesso ricostruiamo.

La notizia del primo sequestro beni nei confronti di questi due “colletti bianchi” truffatori era stata diffusa il 22 dicembre 2018 dalla Dda di Catanzaro ma non era completa dei nomi dei “protagonisti” e non era stata approfondita da nessun media né tantomeno il procuratore Gratteri si era preoccupato di dare altri “indizi”. Parliamo di un sequestro preventivo d’urgenza per peculato e turbata libertà degli incanti effettuato per una delle tante vicende legate a quel gran carrozzone che è Calabria Verde.

Sono queste le ipotesi di reato contestate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di 4 soggetti, all’esito di complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla Compagnia di Vibo Valentia, finalizzate a delineare i rapporti intercorsi, negli anni 2013 e 2014, tra l’A.FO.R, Azienda Forestale della Regione Calabria (ora “Azienda Calabria Verde”), e la già nota società finanziaria Cooperfin S.p.a.

Le indagini che hanno portato all’operazione denominata “Little John” hanno consentito di disvelare rapporti illeciti tra l’amministratore delegato di Cooperfin e tre dirigenti apicali di AFOR, oggi Calabria Verde, che hanno distratto risorse pubbliche per il tramite del “partner finanziario” Cooperfin.
Le Fiamme Gialle, in esecuzione del provvedimento d’urgenza del pm, hanno sequestrato immobili, auto di lusso e somme di denaro nella disponibilità delle persone coinvolte sino a quasi due milioni di euro, in Calabria e in Campania.

Questo era il comunicato diffuso dalla Dda ai media. Abbiamo “indagato” a lungo per capire chi potessero essere i soggetti indicati e ai quali era stato sequestrato un così ingente patrimonio e a distanza di qualche mese eravamo stati in grado di svelare con certezza i nomi dei papponi ai quali Gratteri è andato a rompere le uova nel paniere.

C’era di nuovo fermento, dunque, nelle segrete stanze di Calabria Verde. Da più parti si sussurrava che le DDA di Reggio e Catanzaro si stessero incontrando molto spesso in questi giorni per arrivare ad una sintesi e continuare quell’inchiesta che il 21 settembre 2016 portò all’arresto di personaggi come l’ex direttore generale Paolo Furgiuele alias ‘O Principale (deceduto nel gennaio scorso), il dirigente del terzo settore Alfredo Allevato, il dirigente dell’economato Marco Mellace, l’ex dirigente Antonio Errigo e all’obbligo di firma per l’agrotecnico Gennarino Magnone, che ha un ruolo-chiave come intermediario con la politica.

Ebbene, i beni per quasi due milioni di euro sequestrati il 22 dicembre 2018 appartenevano allo stesso Paolo Furgiuele, all’ex commissario Afor Postorino, al deus ex machina di Cooperfin Ortensio Marano ma soprattutto a Giuseppe Campanaro, finora soltanto lambito dalle inchieste su Calabria Verde, al quale sono stati sequestrati immobili, conti correnti e persino il celeberrimo “bolide” alla guida del quale si è pavoneggiato per anni. Non solo: Campanaro è stato interdetto dai pubblici uffici per un anno ed è stato proprio questo “particolare” che ha fatto scattare la lampadina a tutti. Infatti, dopo le vacanze di Natale e fine anno, non vedendo più la sua faccia di bronzo a Catanzaro, molti si sono insospettiti e hanno fatto finalmente 2+2: stavolta il prode Peppuccio è andato grasso, come si dice dalle sue parti, in Sila. 

Ci sembra opportuno, a questo punto, riepilogare un po’ la situazione puntando i riflettori proprio sui due personaggi fondamentali per capire le dinamiche di questo immenso carrozzone: tutti gli incarichi e le funzioni svolte dal nostro “amico” San Giuseppe Campanaro, al secolo Peppuccio.

Il sergente di ferro della buonanima di Furgiuele era il buon Giuseppe Campanaro, che aveva ed ha un curriculum impressionante. Nativo di Spezzano Piccolo, giunge ad Afor grazie all’interesse del braccio destro di Scopelliti nelle sembianze di Fausto Orsomarso e anche lui si impegna a svolgere tante funzioni per il bene dell’ente.

Giuseppe Campanaro, un altro fascio che se la fa con i falsi comunisti

Ci pare opportuno elencarne alcune di queste: pilota di elicotteri (vedi appalto Elimediterranea); collaudatore (vedi collaudi a favore di Matacena); politico (esponente della politica cosentina sia di destra che di sinistra: da Orsomarso a Nicola Adamo, una specie di Madame Fifì travestita…); intermediario (vedi affidamento diretto Misura mercato per il camerata Vigna e l’affaire Feliciano per Madame Fifì e Capu i liuni); dirigente dell’Avvocatura e della trasparenza ed anticorruzione (tralasciando le funzioni della trasparenza e dell ‘anticorruzione – che ci viene solo da ridere -, ci sembra giusto rimarcare che secondo tanti si è AUTONOMINATO dirigente, invece secondo indagini della magistratura e testimonianze di colleghi dirigenti è un semplice funzionario).

Però – secondo voi – si sono fermati solo a questo? No di certo. Oggi i nostri cari clienti Furgiuele e Campanaro possono anche annoverare persino la funzione di promoter finanziari. Per la quale Gratteri gli ha sequestrato tutti i beni.

Eh sì, perché questi incalliti truffatori e predatori delle risorse pubbliche si sono premurati di effettuare un versamento di un milione e mezzo di euro a favore di una società di intermediazione finanziaria che risponde al nome di Cooperfin.

Vediamo come sono riusciti a fare tutto ciò. La prassi è sempre quella (vedi Matacena e Elimediterranea): manifestazione d’interesse per individuare un partner finanziario dell’ente Afor (perché chiaramente non ci si fida dell’ex Carime).

Secondo Voi, assidui lettori delle vicende di Calabria Verde, quante sono le domande presentate? Ma guarda un po’ il caso, una sola. Chi vince è la Cooperfin di Modena.

Tutto normale, ma c’è sempre un ma a Calabria Verde. La società in questione ha sede legale a Modena e chiaramente una sede operativa allocata a Napoli, nelle vicinanze dell’ex abitazione di O ‘Principale, ma scorrendo sulle sedi operative ne troviamo una anche a Belmonte (anche qui un caso fortuito visto che è il paese di residenza di Magnone).

Successivamente l’asinello Postorino, ex commissario Afor completamente nella mani del gatto e la volpe (che sembra più una vittima che un delinquente) a due mesi dalla chiusura di Afor stipula la convenzione con Cooperfin e liquida 1 milione e mezzo a favore della società finanziaria che dovrà rimborsare l’ente con versamenti annui di 60 mila euro in virtù di interessi maturati.

Poi Furgiuele con un atto trasferisce la convenzione a Calabria Verde e diventa lui il gestore della procedura coadiuvato sempre dall’ottimo Campanaro.

E voi credete che in questi anni Cooperfin abbia liquidato gli interessi? Cazzi, cucuzziedri e ova, si dice dalle nostre parti…

Ortensio Marano

Ma perché scegliere la Cooperfin? I maligni sostengono che sia molto vicina all’amico di Campanaro ovvero l’ex consigliere regionale Nazzareno Salerno. Certamente, se qualcuno si prendesse la briga di leggere le carte dell’indagine Robin Hood qualche similitudine l’avrà riscontrata. Ma siccome siamo garantisti noi non pensiamo a male anche perché conosciamo la rettitudine morale dei soggetti coinvolti (applausi e risate a crepapelle).

A questo punto vogliamo fare incazzare un po’ i nostri lettori più assidui, ovvero i bistrattati operai ex Afor.

Cari amici, sapete di chi è il milione e mezzo trasferito alla Cooperfin? Ma sono i vostri soldi o meglio i vostri Tfr (trattamenti di fine rapporto) che ancora ad oggi non state ricevendo. Ma la cosa ancora più simpatica è che San Giuseppe Campanaro, nel compiere il miracolo in oggetto, si era giustificato ammettendo che così non sarebbero stati pignorati!!!

Allora, caro San Giuseppe, visto che sicuramente nel tuo percorso di studi non avrai mai sentito parlare di distrazione di fondi, ti comunichiamo che forse questo rientra in uno di questi casi. Poi, caro Peppuccio (come avvocato devi essere proprio una pippa come ormai dicono in molti, anche dalle parti della movida tirrenica), il Tfr per legge è impignorabile, ma sicuramente questo non lo potevi sapere. Andava al di sopra delle tue capacità…

Comunque, sembra proprio che alla Regione si siano accorti del giochino e il tutto è stato trasmesso alla Dda di Catanzaro, che finalmente ha preso provvedimenti, al pari della Corte dei conti. Ora vedremo a quale politico verrà data la colpa per potersi giustificare e giustificare i propri traffici. Intanto, buon Tfr a tutti e alla prossima… Comunità Montane permettendo.