Calabria Verde, salvate l’imputato Generale Mariggiò (e Palla Palla)

Palla Palla e Mariggiò

Se dovessimo dire da dove potrebbe ricominciare il procuratore Gratteri per continuare la sua opera rispetto alle malefatte di Mario Oliverio, non c’è dubbio che il pensiero andrebbe subito a Calabria Verde.

Calabria Verde è stata nuovamente sotto attacco da parte della procura di Catanzaro nonostante ci fosse ancora al comando il sempre più ambiguo Generale Mariggiò fino alla tarda primavera passata.
L’ultima conferma all’epoca non veniva dai soliti rumors ma bensì da una lettera (che assume la connotazione di “aperta“) che il Generale Mariggiò (all’epoca commissario di Calabria Verde, dove lo è stato fino a novembre 2020) aveva scritto nei mesi scorsi ai capi delle procure di Catanzaro e di Salerno nella quale in maniera abbastanza forte metteva in evidenza comportamenti “scorretti” che sarebbero scaduti nella illegalità da parte dei magistrati e forze dell’ordine che indagano nei suoi confronti. La lettera è stata pubblicata qualche mese fa da uno dei peggiori media di regime che infestano tuttora il panorama calabrese e sono al servizio di corrotti e traffichini.

Mariggiò, al netto delle sue molto presunte accuse, doveva avere qualche brutto presentimento, anche perché sempre più persone sono al corrente di quanto ha fatto per incastrare il maresciallo Carmine Greco, che non è certo uno stinco di santo ma che aveva beccato il generale e i suoi scagnozzi con le mani nella marmellata e aveva “placato” lo scandalo facendolo arrestare. Ma il maresciallo, naturalmente, ha cantato. E s’è cantato alla grande anche le malefatte del Generale.

Tralasciando il modus operandi di un ex (a questo punto) Generale dei Carabinieri, che con la sua lettera pubblica viene meno a qualsiasi giuramento nei confronti del suo Corpo di riferimento, si possono ipotizzare diversi scenari che giustificano questo comportamento così particolare da parte di un uomo delle istituzioni.

Prima ipotesi

Attacco stile Oliverio&Adamo nei confronti della magistratura, come per mettere le MANI AVANTI, perché – come confermato dallo stesso Generale nella sua lettera – ci sono delle indagini che colpiscono il Mariggiò (alimentate dalle cantate del maresciallo Greco e che coinvolgono anche tal Gorpia dei carabinieri forestali) e pertanto anche il presidente Oliverio (caso La Rupa, Manutenzione Automezzi, Illegittimità di vari incarichi, disastro ambientale, transazione imprenditore napoletano Matacena e cosi via…).
Ciò che colpiva di più è il modo con il quale il Generale inveiva sui magistrati e sulle forze dell’ordine. Infatti l’imputato Mariggiò senza mezzi termini mette in evidenza la malafede della Finanza e dei pm, l’incompetenza degli organi inquirenti e la ricerca di quest’ultimi di una vetrina mediatica per ottenere promozioni e prestigio… Da quale pulpito viene la predica, verrebbe istintivamente da replicare.

Ma c’è di più: Mariggiò arriva finanche a sfidare Gratteri (tanto ormai gli buttano merda addosso tutti, perché non dovrebbe farlo anche lui?) imitando in tutto e per tutto Palla Palla e Capu i Liuni… Certo, questa lettera potrebbe essere dettata dalla “paura” e pertanto la miglior difesa è l’attacco, con il solito corollario di “vittimismo pallapalliano”.

Seconda ipotesi

Il Mariggiò, da Generale dei Carabinieri, sa il fatto suo. Non si spaventa di nessuno e mette in evidenza gli intrallazzi delle procure di Catanzaro e Castrovillari… Risulta così agli occhi della gente un uomo sicuro di quello che ha fatto, secondo la sua testa discretamente bacata… Perché poi dovrebbe spiegare ai cittadini come mai ha assecondato fino alla fine i desiderata di un truffatore conclamato come Oliverio e di un ladro di stato come Adamo… Verrebbe quasi da dire che con la sua lettera ha avuto il “potere” – almeno per una volta – di mettere d’accordo Gratteri e Lupacchini su qualcosa… 

Terza ipotesi

La terza ipotesi è quella che preferiamo. Sembra di rivivere il film “Salvate il soldato Ryan”… in questo caso Mariggiò, uomo di legge e di politica.
Nella lettera, il buon commissario fa dei nomi quando invece sarebbe proprio il caso di non farli (parla dell’ex direttore generale Furgiuele, che gli riferisce delle indagini in corso su di lui, così come gli hanno ordinato Oliverio e Adamo…), rimprovera Gratteri colpito dal “presenzialismo mediatico” e descritto quasi come se fosse in preda ad estasi mediatica, ed infine preannuncia nuovi guai giudiziari ad Oliverio (in questo caso non serve un profeta…).

Quindi sembra proprio che il Generale mandi qualche messaggio a qualcuno avvertendolo “Caro amico, o mi tiri fuori da questo casino o faccio cadere il palazzo con tutti i cortigiani”. E i segnali ci sono tutti…
La sua presunta illegittimità ad operare (garantita dopo tre anni da un parere legale a pagamento di un avvocato già conosciuto per relazioni alquanto bizzarre), il mancato allontanamento di Furgiuele e le dichiarazioni riservate dello stesso al Generale, il mancato allontanamento dell’altro truffatore, Campanaro, e la necessità di ridimensionare la grana Cooperfin (tentativo andato a vuoto) ed infine tutte le porcherie fatte in nome e per conto di Oliverio (ultima quella di portare 150 forestali per riempire la sala della kermesse dei circoli Pd per la richiesta di ricandidatura del presidente…).

Ma in realtà Mariggiò ha una paura fottuta delle rivelazioni del maresciallo Greco e nonostante ci sia ancora la pandemia si tratta di una situazione in piena evoluzione e tutta contro di lui.

Voi dite che questi “messaggi” del Generale avranno funzionato? Innanzitutto Mariggiò non è più al comando di Calabria Verde dallo scorso mese di novembre dopo una telenovela durata mesi. A fine ottobre Mariggiò aveva annunciato le dimissioni. In realtà, le prime di una lunga serie. L’ex commissario aveva già protocollato le sue dimissioni in agosto e poi di nuovo ad ottobre. Ma con una missiva datata 30 ottobre Aloisio Mariggiò avrebbe messo in “dubbio le dimissioni dall’incarico già comunicate e confermate in precedenza”. Inoltre, in riscontro ad alcune note inviate da consiglieri regionali che lo invitavano a ripensare alle dimissioni annunciate “si riservava le proprie decisioni” annunciando tuttavia, di “essersi affidato ad un consulente legale di fiducia per individuare la più corretta modalità d’uscita dall’azienda“. Da qui la decisione della Regione di nominare un reggente al suo posto.

Poi va sottolineato che Oliverio è stato “azzoppato” e non si è neanche ricandidato alla Regione come lui – il Generale – sperava ardentemente e infine rimane da verificare se Gratteri sarà messo in condizione di “attaccare”. Ma se dovessimo scommettere sul prossimo servitore infedele dello stato al quale toglieranno la maschera, noi scommetteremmo decisamente sul Generale Ryan, pardon Mariggiò!