Capitano Ultimo e Savaglio: imbarazzo e vergogna per l’ignoranza di Jole

Da quando sono stati nominati, in pompa magna e presentati come il nuovo che avanza, il capitano Ultimo e l’astrofisica Sandra Savaglio sono letteralmente spariti. Di loro non si sa nulla: dove sono, che fanno, cosa dicono, che intenzioni hanno, nessuno lo sa. Il primo è stato nominato assessore all’Ambiente della Regione Calabria, la seconda assessore all’Università, Ricerca Scientifica e Istruzione.

Di loro si sono perse le tracce, in piena emergenza coronavirus si sono dati alla latitanza, lasciando i calabresi in balia di Jole e di tutta la sua banda. Non una dichiarazione, non un consiglio, non una parola di conforto ai cittadini, stremati dall’emergenza, che gli pagano lo stipendio. Hanno preferito nascondersi piuttosto che affrontare la situazione. E questo perché sin dal primo momento hanno capito che non conviene “legare” la loro faccia a quella della Santelli. Nonostante la nomina. Hanno preferito tenersi lontano da Jole perché consapevoli della sua profonda ignoranza, onde evitare cattive figure. Del resto per una astrofisica e un alto ufficiale dei carabinieri essere associati a chi confonde i mammiferi con i rettili, giusto per dire l’ultima di Jole, una cosa bella proprio non è. Perciò sono spariti, per evitare domande scomode.

Immaginate l’astrofisica Savaglio costretta a rispondere ad una domanda dove le si chiede cosa ne pensa della tesi di Jole “dell’uomo a sangue freddo” in grado di cambiare la temperatura corporea col variare della temperatura dell’ambiente esterno. Imbarazzo è dire poco. Questo è quello che proverebbe la Savaglio, per non dire vergogna.

Oppure immaginate Ultimo costretto a dover dire la sua dopo le esternazioni di Jole che confessa pressioni criminali in Regione, e non esclude retate in giunta e negli uffici. Oppure sull’arresto di Creazzo. Qui siamo oltre l’imbarazzo e la vergogna. Ultimo dovrebbe solo dimettersi e scappare il più lontano possibile dai casini che Jole ogni giorno combina.

Sandra e Ultimo pensavano di poter ricavare da questa nomina prestigio e popolarità, che poi è la legittima aspirazione di chi ricopre questa carica, e invece si ritrovano in una gabbia di matti con un destino politico e giudiziario già segnato. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza i tanti accordi sottobanco tra Jole e i papponi della sanità privata, che oggi rinnega per convenienza, che condizionano ogni sua scelta politica: prima gli amici degli amici, e se ne rimane poi i cittadini. È questo quello che è venuto fuori, e le inchieste di diverse procure lo confermano.

Nessuna persona onesta e dotata di buon senso resterebbe un solo altro giorno in quella Corte dei Miracoli che è la regione Calabria. Meglio vivere del proprio lavoro che trovarsi a dover avallare scelte che penalizzano i cittadini per favorire massoni e mafiosi. Ed è per questo che i due super assessori hanno scelto il silenzio. Sono in lockdown, in attesa che la loro quarantena passi. E questo ci fa capire anche il perché Ultimo prima ancora dell’arrivo del virus indossava già la mascherina: non per proteggersi dal virus, ma per nascondersi la faccia dalla vergogna.