Caro Occhiuto, notizia “vecchia” fa buon brodo (di Fabio Buonofiglio)

di Fabio Buonofiglio

Fonte: AltrePagine (https://altrepagine.it/index.php/notizie/751-occhiuto-notizia-vecchia-fa-buon-brodo)

Egregio sindaco di Cosenza, egregio architetto Mario Occhiuto, chi Le scrive, in forma libera ed aperta come ha sempre fatto, è il giornalista che per primo, nella serata dell’altro ieri, ha dato la notizia dell’indagine a suo carico per associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla commissione di determinati reati, giunta a conclusione lo scorso 11 giugno presso la Procura distrettuale Antimafia di Roma. Notizia che, in un post pubblicato ieri mattina su Facebook, Lei definisce «vecchia», affermando che «qualcuno è andato a scovarla per poi diffonderla pensando di farmi un danno in questo momento particolare».

Vede, proprio quel verbo, scovare, che leggo nella sua dichiarazione riportata tra ieri ed oggi da decine d’organi d’informazione di Cosenza e regionali, m’ha urtato e continua ad urtarmi. Lo ritengo irriguardoso nei confronti di chi non ha interesse speculativo alcuno sulla notizia che La riguarda né ha mai avuto interesse speculativo alcuno su alcuna delle migliaia e migliaia di notizie trattate nel corso degli anni. Oltretutto sono un giornalista della città di Corigliano Rossano, molto distante dalla Sua, e questa testata giornalistica tratta perlopiù notizie riguardanti fatti e persone del comprensorio jonico sibarita. Non ne ho perfetta contezza – dovrei controllare – ma è molto probabile che l’altro ieri sia stata la prima volta che il suo nome sia finito tra i titoli di AltrePagine. Il Suo «ogni tanto tirano fuori questa storia» so bene quanto non sia riferito a me. Così come il Suo «avevo ricevuto molto prima dell’estate un avviso di conclusione delle indagini» non vuol dire affatto che la notizia sia «vecchia». Se lo è per Lei, non lo è certo per la pubblica opinione cosentina e della nostra regione. Che, al contrario di Lei, l’ha appresa soltanto l’altro ieri sera.

Tra ieri ed oggi, su Facebook, ho avuto modo di leggere i numerosissimi commenti dei Suoi sostenitori politici, come quelli dei Suoi oppositori e detrattori. E m’ha colpito uno scambio di garbate battute tra un commentatore e Lei stesso, che qui riporto integralmente:

– «E quindi qual è il problema se un giornalista che viene a conoscenza di un fatto lo rende noto? Capisco che il complottismo sia ormai assurto al rango di “così fan tutti e funziona” ma non vedo quale sia il problema se uno fa il suo lavoro divulgando un fatto tanto più se lei è convinto di poter chiarire la sua posizione. Guardi che non siamo in un regime»

 «Mica ho scritto che è stato un giornalista. È stato un politico a divulgare la notizia proprio adesso»

– «Sindaco chin’è stato stato hanno divulgato un atto pubblico…»

– «Proprio in questo periodo? Una storia vecchia e un atto che è di sei mesi fa. Comunque hai ragione, ok»

Se Lei sapesse come mi sono imbattuto in quella notizia – ovviamente non lo saprà mai perché le fonti per me sono d’inviolabile sacralità – si autosbugiarderebbe clamorosamente rispetto alla Sua complottistica dietrologia politica in relazione ai Suoi oppositori e detrattori. Che comprendo, ci mancherebbe. Forse, al posto Suo, io stesso punterei l’indice contro i miei nemici politici e non solo politici. Ed io, che non Le sono né amico né nemico e che – anzi – non ho mai avuto il piacere di conoscerLa, posso tranquillamente rassicurarLa e dirLe che non è affatto come Lei pensa. Ed è libero, ovviamente, di fidarsi o meno delle mie parole.