Meglio tardi che mai. Adesso anche il PD, con qualche anno di ritardo, si è accorto che, in assenza di sorteggio, la scelta degli scrutatori rappresenta nient’altro che una lottizzazione tra i componenti della commissione elettorale. Ne prendiamo atto ma è singolare che il Pd se ne accorga solo ora, dopo avere utilizzato per anni proprio la nomina degli scrutatori come strumento per la raccolta del consenso elettorale.
È storia che nel 2011, subito dopo le elezioni comunali, il PSE ha scelto di convergere sulla presidenza di un organo politico come la commissione consiliare Controllo e garanzia mentre il PD ha indirizzato la sua attenzione sulla commissione elettorale, abitualmente utilizzata come potente mezzo di clientela elettorale.
Se il Pd vuole davvero ristabilire le “garanzie democratiche”, dovrebbe guardare al suo interno e porsi due semplici domande: perché la questione del sorteggio viene posta solo ora e perché nessuno, dentro e fuori il PD, ha chiesto conto del comportamento del consigliere Ambrogio, dominus della commissione elettorale comunale e candidato alle ultime regionali nel corso delle quali ha continuato a nominare gli scrutatori senza porsi il problema del conflitto di interessi e mantenendo una condotta che, pur non essendo proibita espressamente dalle normative vigenti, non è certo un esempio di trasparenza e di etica pubblica?
La questione morale non è prerogativa di una parte politica e non appartiene a nessuno ma proprio per questo non possiamo accettare lezioncine da chi usa la moralità a corrente alternata e solo per difendere i propri interessi.
Da parte nostra, alla vigilia delle amministrative di giugno, confermiamo quanto abbiamo sempre sostenuto e cioè l’opportunità di scegliere gli scrutatori tramite sorteggio da compiersi nelle liste dei disoccupati.
Cosenza – 22.03.2016
Giovanni Cipparrone
PSE