Cassano 2019, una campagna elettorale “tragicomica” tra silenzi, pilu e veleni

A Cassano Jonio ultime ore di una campagna elettorale piena di silenzi e di veleni: nel comune sciolto per infiltrazioni mafiose si torna al voto e gli attori, sempre quelli, in questi ultimi giorni hanno avuto un gran da fare. Dissotterrare l’ascia di guerra da queste parti significa rispolverare vecchie delibere, vecchi video e foto, dimostrare la propria innocenza o colpevolezza a suon di urla o sorrisi beffardi, tipici di chi ha innumerevoli scheletri nell’armadio.

Una cosa è certa: la città è divisa in due. Una cosa più che normale, matematica, visto e considerato che gli schieramenti in campo sono due. E se da una parte si collocano gli immacolati, dall’altra ci sono i diavoli rossi, quelli che la nobilgente guarda con la puzza sotto il naso, “i quattro ignoranti” per citare la nota canzone “Contessa” di Pietrangeli.

Così si è svolta la prima campagna elettorale dopo lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità, con un silenzio velato, interrotto da video e immagini che hanno inondato i social ed i telefonini della gente.

Pochissimi i comizi, giusto quelli di routine, nel corso dei quali non pochi sono stati gli imbarazzi e le scene di colore: dalla scena muta di un candidato di Lombardi al “cchiù pilu ppi tutti” promesso a gran voce da un candidato di Papasso. Sono le icone di una città rimasta ferma dove la gente vuole mettersi in gioco ma tanto spesso viene solo utilizzata come serbatoio di voti.

Una campagna elettorale nella quale non sono mancati gli atti vandalici: falsi profili di Facebook per screditare l’avversario, manichini costruiti con le foto dei candidati e così via di questo passo.

Tra una frecciata e l’altra la campagna elettorale volge al termine: pochissimi i punti di programma trattati, molti estirpati ai candidati da movimenti e comitati locali. Come il no alla discarica, la riqualificazione del centro storico e la problematica del cimitero, che ben presto dovrebbe diventare “proprietà privata” grazie ad una delibera dei commissari prefettizi che ne affiderebbero la gestione ad una società esterna.

Ovviamente non sono mancati gli accenni alla criminalità e mentre Lombardi invoca poteri forti e speciali, rafforzamento delle forze dell’ordine e controllo del territorio anche con gli istituti di vigilanza privata, Papasso fa affidamento alle forze dell’ordine rimandando tuttavia il compito di prevenzione alle politiche sociali.

Sicuramente queste passeranno alla storia come le elezioni in cui i candidati e le coalizioni prevedevano il futuro. Infatti, mentre dal lato Lombardi attivisti e candidati, insieme ai vecchi compagni di battaglia di Papasso (Guaragna, Scarano, Martucci, Caruso) si sono sostituiti ai giudici dei Tribunali calabresi sancendo la prossima condanna di Papasso ed un altro scioglimento del consiglio comunale, nell’area Papasso è scattato il toto assessori di una eventuale giunta Lombardi, con Mario Guaragna, Leonardo La Regina e Giuseppe Azzolino in pole position per occupare i posti di potere più prestigiosi di Palazzo di Città.

Svelati in un comizio anche i presunti poteri forti alle spalle di Lombardi, nelle persone dei commissari prefettizi che amministrano Palazzo di Città da un paio d’anni.

Questa, ad ora, la situazione nella città delle Terme, tra poche ore, dopo due anni, Cassano Jonio avrà di nuovo un sindaco. Vedremo se sarà lo stesso oppure… no.