Cassano, prostituzione sulla 106. Il vescovo: “Lo Stato intervenga, la Chiesa disposta ad aiutare”

Cassano Allo Jonio (Cosenza) – “A tutte le donne che si prostituiscono o che vengono prostituite desidero ripetere che la comunità cristiana, la Chiesa, è disponibile a soccorrere chi decide di sottrarsi alla sopraffazione di cui è vittima, spesso inconsapevole, per intraprendere un percorso di riabilitazione sociale, difficile ma possibile”. Lo scrive il Vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Francesco Savino, in una lettera aperta “agli uomini e alle donne delle Istituzioni”, cui il presule chiede di “convocare al più presto un tavolo programmatico per concordare interventi di vigilanza e presidio delle strade volto ad offrire gli aiuti necessari alle donne ed alle ragazze che in tutte le ore, nella Piana di Sibari, ed in particolare sulla statale 106 jonica, offrono le loro prestazioni sessuali”.

“Si tratta, in maggior parte – sottolinea monsignor Savino – di straniere che sono doppiamente vittime di sfruttamento: oggetti di ‘tratta’ da parte di organizzazioni illegali, vengono oltraggiate nella loro dignità umana cui non riescono a sottrarsi, pur volendo. Non posso tacere, come pastore. Ogni silenzio sarebbe complicità colpevole. Papa Francesco, durante il colloquio con i giovani al collegio Maria Mater Ecclesiae, a Roma, ha affermato che ‘la tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità, delitti che nascono da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata’. Mentre denuncio, da cristiano e da pastore della nostra Chiesa locale, altre forme di illegalità diffusa come il lavoro nero e l’usura, il caporalato e il pizzo, la ludopatia e lo spaccio smisurato delle sostanze stupefacenti, rilevo che esiste una interconnessione stretta tra tali fenomeni illegali e ‘ndrangheta che, come affermò anche il Santo Padre nella sua visita a Cassano allo Jonio, condiziona con prepotenza i rapporti civili per il guadagno ad ogni costo. Le vie e le piazze dei nostri paesi, dopo essere state defraudate quasi completamente del modo semplice e spontaneo di stare insieme, si impoveriscono della pietà del cuore, per essere occupate dalla violenza che mina alla base le nostre radici culturali. Il nostro è un popolo che ha la gioia di vivere e che conosce il rispetto per ogni persona con i suoi diritti inviolabili ed innegabili”.