Catanzaro 2022. La zona grigia lavora sottotraccia ma ora ha paura del dialogo Fiorita-De Magistris

Guardi Catanzaro e ti viene in mente che, a volte, anche se grande è la confusione sotto il cielo, la situazione non è ottima. Mentre quello che fu il capoluogo della Calabria affonda nel fango del degrado etico-morale con vecchie inchieste che arrivano in giudizio – Gettonopoli -, nuove inchieste da ladri di polli (Buoni spesa Covid) ma anche della Dda – Gratteri – che emergono fragorosamente, il vecchio sistema si organizza per impedire il cambiamento reale delle cose e mantenere piccole e grandi rendite di posizione.

L’obiettivo è facilmente individuabile: impedire a Nicola Fiorita, al suo movimento nato dal basso, e alla sua proposta politica innovativa di mettere le mani sul governo della città. Il nuovo spaventa il vecchio, sia esso collocato a destra, al centro o a sinistra. La destra ufficiale cerca di superare gli odi profondi e le lacerazioni di questi anni cercando a tutti i costi un candidato unitario (Baldo Esposito? Polimeni junior?) in grado di contrastare l’alternativa e di continuare a succhiare il sangue del capoluogo: orribile ma comprensibile.

Più raffinato e trasversale il piano B: mettere al centro dello schieramento politico un professore-avvocato amico di tanti che una volta (tanti, tanti soldi fa) fu comunista e fargli raccogliere tutta la schifezza presente in città: ex leghisti, imprenditori senza scrupoli, consiglieri comunali senza casa, perdenti senza futuro e raccoglitori di voti di ogni risma. Il centro senza scrupoli di Valerio Donato sarà utile comunque al ballottaggio (sia che ci arrivi, sia che non ci arrivi) per far perdere Fiorita.

Ma nello schieramento anti-cambiamento ecco comparire anche qualche vecchio rottame di quello che è sempre stato il più evanescente centro sinistra della Regione. Con Donato si schiera tale Alcide Lodari, ex Dc, ex Margherita, ex loieriano, ex consigliere comunale, ex anche di se stesso da molti anni ormai. Ancora più perentorio il niet di Nicola Ventura, dimenticabilissmo assessore alle politiche sociali della Giunta Olivo (parliamo di una quindici di anni addietro), poi sempre bocciato dagli elettori, che dalla sua casa romana indica la strada maestra al Pd: bisogna chiudersi nelle proprie stanze e continuare a perdere, costi quel che costi! Ed ancora, l’ultra ottantenne Pierino Amato (già presidente della Provincia, già consigliere e assessore regionale, già mille altri incarichi) spinge un altro avvocato a candidarsi per rompere il fronte del centrosinistra largo che andava costruendosi intorno a Fiorita: possibilità di vincere? Nessuna!

Possibilità di far vincere il peggiore centrodestra della storia? Moltissime! Mentre il Partito trasversale guarda soddisfatto l’evolversi delle cose, la coalizione intorno a Fiorita comincia a muovere comunque i propri passi e accelera il dialogo con il mondo di De Magistris. Così che sempre più chiaramente si comprende che a Catanzaro tra qualche mese la partita non sarà tra destra e sinistra ma tra vecchio e nuovo, tra interessi privati e bene comune: in palio, l’appetitosa torta del Pnrrr e il futuro della città che fu capoluogo della Calabria e vorrebbe tornare ad esserlo ma con una guida presentabile ed è per questo che la zona grigia inizia ad avere paura. Nicola Fiorita e Luigi De Magistris possono rappresentare realmente il nuovo e mettere fine al saccheggio indecoroso della città. La partita è appena cominciata.