Catanzaro. Avvisi di garanzia per i Buoni spesa Covid: la Banda Bassotti a Palazzo De Nobili

Mentre il sindaco Sergio Abramo, come al solito, continua a ripetere  “Eu non sacciu nenta e a mia non mi dissaru nenta…” ormai l’impressione generale è che Abramo sa, ma finge di non sapere. E presto l’imbarazzo si trasformerà nell’ennesima vergogna per la città di Catanzaro dove la decenza nel palazzo comunale è ormai “mascalzoneria  sistematica” applicata in maniera vergognosa.

Infatti la truffa dei Buoni spesa COVID è partita tutta dai fedelissimi del sindaco Abramo: si tratta dei consiglieri comunali Giuseppe PISANO e Fabio TALARICO, che hanno pensato bene di farsi la campagna elettorale a spese dei cittadini catanzaresi.

Infatti c’è già chi è in grado di fornire alla Procura della Repubblica del Dott. Gratteri, alcuni riscontri ed indizi importanti circa la “truffa dei Buoni spesa COVID del Comune di Catanzaro”.  A breve la Procura della Repubblica di Catanzaro dovrebbe notificare ai due consiglieri comunali PISANO e TALARICO (ma anche ad alcuni funzionari del comune di Catanzaro), una proroga di indagine con relativi avvisi di garanzia.

L’indagine è molto seria e riguarda appunto la truffa e il voto di scambio messi in atto dai due consiglieri soprattutto sulla fornitura e distribuzione del secondo lotto di Buoni spesa, quelli che potevano essere ritirati dalle famiglie bisognose. Infatti il primo lotto dei buoni furono gestiti dal Gruppo Protezione Civile, ed in quella circostanza la truffa fu limitata, in quanto il ritiro e la redazione delle pratiche non poteva essere gestita totalmente dai due consiglieri comunali, i quali però ugualmente sono riusciti ad intascare alcuni Buoni Pasti.

Cosa ben diversa è accaduta invece per la fornitura, distribuzione e redazione delle pratiche per il secondo lotto dei Buoni spesa, grazie al fatto che Fabio Talarico, componente dello Staff del Presidente Abramo alla Provincia, risulta essere impiegato presso il Sindacato & Agenzia di Servizi – CAF – FENAPI, sito in  Catanzaro, e insieme al suo socio in malaffare Giuseppe Pisano, “…hanno truccato, forzato, ed approfittato dell’utilizzo improprio dei  Buoni spesa Covid, attraverso artifici amministrativi atti a far si che attraverso il loro ruolo di amministratori pubblici, avendo libero e costante accesso diretto presso gli uffici interessati alle pratiche ed alla determinazione degli elenchi aventi diritto,  potevano coì entrare in possesso diretto ed utilizzo discrezionale degli stessi Buoni Spesa Covid, che venivano successivamente messi a disposizione e portati all’incasso spesa, da parte dei loro diretti capi elettori ed elettori… con la promessa in cambio della raccolta di voti per le elezioni amministrative comunali  2022 a Catanzaro…” gli stessi buoni a vantaggio esclusivo dei loro capi elettori.

I due amministratori del Comune di Catanzaro Fabio Talarico e Giuseppe Pisano hanno avuto nella loro indebita e diretta disponibilità  circa 300 Buoni spesa COVID, equivalenti alla somma di  €15.000,00 (quindicimila) una ingente somma sottratta  a persone e famiglie in difficoltà. Le famiglie alle quali è stato erogato il Buono spesa COVID a Catanzaro tra il 2020 ed il 2021 sono state ben 2.500, un pacchetto di voti lievitato a vantaggio di Pisano e Talarico, grazie alla truffa posta in essere. L’agire spregiudicato messo in atto dal plurindagato consigliere comunale Giuseppe Pisano, capogruppo del gruppo Catanzaro con Abramo e dal fedelissimo del sindaco, il consigliere Fabio Talarico, è lo specchio di un malaffare dilagante e persistente che si annida nel palazzo comunale della città di Catanzaro, una “malapianta” che presto il Procuratore Gratteri sradicherà con tutte le sue radici e dovrà farlo in fretta affinché non venga inquinato il libero voto dei cittadini onesti per le prossime elezioni amministrative comunali 2022. Infatti è proprio Giuseppe Pisano a ripetere “ascoltato in più momenti” per i corridoi e le stanze di Palazzo De Nobili che afferma: “io sono coperto elettoralmente… mi sono mosso chi cazzi…sono fortissimo perché ho fatto una serie eh operazioni elettorali…ed alle prossime elezioni comunali del 2022 io sarò il più votato in città… supererò anche i mille (1000) voti…”.

Ma le attenzioni della Procura sono focalizzate anche sui cittadini complici della truffa, che hanno usufruito indebitamente dei Buoni spesa COVID comunali. Infatti dai raffronti tra: i Buoni Spesa COVID emessi e  spesi presso gli esercizi commerciali dove sono stati incassati, l’elenco comunale degli esercizi commerciali autorizzati, e la documentazione inoltrata dai cittadini richiedenti, emergerebbero “palesi alterazioni dei modelli ISEE ed artifizi posti sui documenti soprattutto emessi da alcuni CAAF, oltre a false dichiarazioni, il tutto corroborato dalla manipolazione delle pratiche poste in essere per il ritiro dei Buoni spesa COVID da parte dei Consiglieri comunali PISANO e TALARICO“. Ma l’inchiesta è nel pieno vigore degli sviluppi investigativi, infatti emergerebbe un’altra manina sporca che ha ritirato Buoni spesa COVID dagli uffici comunali, consegnati poi a capi elettori di questo consigliere comunale nei quartieri di Gagliano e Mater Domini. Si tratta del terzo anello della catena di truffa rappresentata dal Consigliere comunale Francesco GIRONDA, lo stesso plurindagato già nell’operazione “Corvo” e “Gettonopoli”.

In molti infatti ricorderanno le intercettazioni: “Fatti dire tutto quello che ci fa e tutto quello che lui pretende”, così si sfogava al telefono l’ex consigliere regionale Claudio Parente con Lorenzo Costa, capogruppo in Consiglio comunale di Officine del Sud. Il dialogo, intercettato dalla Guardia di Finanza  aveva al centro il comportamento del consigliere Francesco Gironda. Era il 23 marzo 2020, Parente non sapeva di essere intercettato dalla Guardia di Finanza, e  quel dialogo è finito nelle carte dell’inchiesta “Corvo” culminata con il sequestro di 38mila euro, ossia la cifra erogata dal Consiglio regionale al fratello di Gironda e alla compagna di Pisano assunti nella struttura di Parente.

Lo sfogo assume anche toni coloriti perché ad un certo punto Parente (dopo aver proceduto alle assunzioni del fratello di Gironda e della compagna di Pisano) afferma testualmente in merito all’atteggiamento del consigliere  Francesco Gironda. “… Ci rompe i coglioni pecchì non gli basta niente a lui capito? Tutto quello che… parra cu Cavallaro (assessore della Giunta Abramo, ndr) e fatti dire quello che ci fa e tutto quello che lui pretende. Hai capito?”.  E Costa, di rimando, gli riferisce che Cavallaro lo ha già informato e che sta pensando di andarsene dalla Giunta. E continua con altre espressioni colorite, la volontà di mollarlo e il fatidico “pozzo senza fondo” che descrive perfettamente la situazione:

Pisano, Gironda, Talarico: l’emblema del malaffare cittadino, la vera Banda Bassotti al Comune di Catanzaro